Si è tenuta lunedì 15 luglio, di fronte ai Palazzi della Regione Marche, l’annunciata manifestazione regionale della Coldiretti Marche per chiedere al presidente Acquaroli e all’assessore all’agricoltura Antonini (presenti sul palco) un “pacchetto” di interventi contro i presunti danni prodotti dalla fauna selvatica, in particolare dai cinghiali. L’organizzazione agricola ha infatti richiesto e ottenuto dai politici regionali un Piano straordinario di abbattimento dei cinghiali, la possibilità di cacciarli anche nelle aree protette marchigiane, il commissariamento degli ATC (Ambiti Territoriali di Caccia), l’aumento del personale nell’Ufficio Caccia della Regione ecc…
Una serie di richieste che ci si aspetterebbero da un’associazione venatoria e non dalla principale organizzazione “sindacale” degli agricoltori e che dimostrano per l’ennesima volta come la Coldiretti si sia ormai allineata sulle posizioni dei cacciatori più che sulle legittime rivendicazioni dei contadini! Cacciatori che poi sono i veri responsabili della presenza e della proliferazione dei cinghiali sul territorio, avendoli introdotti dall’Est Europa a partire dagli anni ’70 del secolo scorso per i loro scopi venatori, facendoli poi incrociare con i maiali per renderli ancora più prolifici, ed allevandoli anche per scopi di ripopolamento, specie per le Aziende Faunistico – Venatorie da loro gestite.
Ma il fatto più assurdo è che queste richieste “ottenute” e “vantate” dalla Coldiretti erano in realtà già state “concesse” ai cacciatori e agricoltori sin dal 2018 dalla precedente Giunta Cerescioli di centro-sinistra, che aveva varato un Piano di Controllo straordinario del Cinghiale, ripreso ed ampliato poi dall’ex assessore all’agricoltura della attuale Giunta Acquaroli Carloni, oggi Presidente della Commissione Agricoltura alla Camera, con l’introduzione del P.R.I.U. – Piano Regionale di Interventi Urgenti e che venne applicato con privilegi “eccezionali” di spostamento sul territorio per i cacciatori, quando il resto della popolazione era invece segregata in casa a causa del Covid 19! Come pure la palese falsità di affermare di aver ottenuto di cacciare il cinghiale dentro le aree protette regionali, quando nei vari Parchi regionali del Conero, di Frasassi e Gola della Rossa e perfino nel Parco Nazionale dei Monti Sibillini, il cinghiale è sempre stato cacciato con ogni pretesto e con gli esemplari uccisi è stata creata nel tempo una lucrosa filiera di commercio della carne di selvaggina per i ristoranti di cacciagione!
Queste e altre “verità” nascoste abbiamo cercato sommessamente di fare emergere dall’oblio generale con il presidio che abbiamo organizzato, nella stessa mattinata del 15 luglio, di fronte al palazzo della Prefettura di Ancona. Abbiamo poi consegnato al prefetto un documento scientifico importante del Prof. Andrea Mazzatenta, docente di psicobiologia e psicologia animale alle Università di Chieti e Teramo, che dimostra inequivocabilmente come sia proprio la caccia la causa scatenante della proliferazione e del conseguente nomadismo nelle città dei cinghiali. Esortiamo quindi la Coldiretti a svestirsi dei panni di associazione venatoria “occulta” e a occuparsi dei veri problemi degli agricoltori, a cominciare dalla tremenda siccità e carenza di acqua che colpisce ormai da anni le province meridionali della Regione, alla sterilizzazione dei terreni ed all’inquinamento delle falde acquifere a causa dell’abuso di pesticidi e concimi chimici, agli allevamenti intensivi dove gli animali vengono tenuti in veri e propri lager e imbottiti di farmaci ed antibiotici, fino alla piaga del “caporalato”, presente anche nelle Marche, ormai ex “isola felice”…
Amici Animali – ENPA – Fridays For Future Ancona – LAC – LAV – Lupus in Fabula – Rete Azione NOG7 Salute Ancona