(Riceviamo e pubblichiamo dal Tavolo No Autonomia Differenziata)
La Regione Veneto inoltra al governo la sua richiesta di Autonomia Differenziata.
Averlo gridato incessantemente per quasi 6 anni – nelle piazze, nelle assemblee, nei seminari di formazione – non è stato sufficiente.
Oggi, purtroppo, abbiamo la prova definitiva che il nostro non era allarmismo; a pochissimi giorni dalla firma del presidente della Repubblica Mattarella sulla legge Calderoli, approvata alla Camera in via definitiva il 19 giugno, inizia implacabile il processo di frammentazione delle istituzioni pubbliche, ribaltando quanto previsto dall’art. 5 della Costituzione.
Il presidente della Regione Veneto, Luca Zaia, ha cominciato, senza por tempo al tempo, ad avanzare le proprie pretese.
Innanzitutto chiede le prime 9 materie non Lep, ovvero quelle materie che, tra le 23 disponibili, non necessitano di determinazione dei Livelli Essenziali di Prestazione; esse sono Organizzazione della giustizia di pace; Rapporti internazionali e con l’Ue della Regione; Commercio con l’estero; Professioni; Protezione civile; Previdenza complementare e integrativa; Coordinamento della finanza pubblica e del sistema tributario; Casse di risparmio, casse rurali, aziende di credito a carattere regionale; Enti di credito fondiario e agrario a carattere regionale.
Zaia inoltra la sua richiesta “cotta e mangiata” attraverso una nota ufficiale, con la quale la Regione Veneto chiede la ripresa dell’iter per il conseguimento dell’autonomia differenziata.
Le 9 materie non Lep (la cui richiesta immediata è prevista dall’art. 4 della legge Calderoli) sono tutte estremamente pesanti, fortemente connesse alla nostra vita quotidiana.
Ma c’è di più: nella medesima nota si chiede di “aggiungere, per una prima indagine dei più complessi profili di attribuzione” anche le materie “Lep”, oggetto della pre-intesa del 2018: Politiche del lavoro, Istruzione, Salute, Tutela dell’ambiente e dell’ecosistema.
Siamo a un passo dalla concretizzazione della “secessione dei ricchi”: il testo ormai è legge. E, come è evidente, nessuna rassicurazione verbale precedentemente espressa impedirà il trasferimento di pezzi della nostra vita pubblica e privata alla potestà legislativa esclusiva delle regioni che ne faranno richiesta; la relativa istituzionalizzazione delle diseguaglianze tra Nord e Sud; la penalizzazione e precarizzazione ulteriore di chi vive già oggi svantaggio economico e sociale, ovunque risieda.
I Comitati per il Ritiro di ogni Autonomia Differenziata, l’unità della Repubblica, l’uguaglianza dei diritti e il Tavolo NOAD si appellano alla sensibilità democratica di quanti e quante abbiano ancora a cuore la Repubblica italiana.
La mobilitazione deve riprendere intransigentemente, la firma del quesito referendario è un obbligo morale e una necessità politica. Fermiamoli!
Tavolo No Autonomia differenziata
Comitato Nazionale per il ritiro di qualunque Autonomia differenziata, l’uguaglianza dei diritti e l’unità della Repubblica
Esecutivo nazionale NO AD
dei Comitati contro qualunque autonomia differenziata,
per l’unità della Repubblica e l’uguaglianza dei diritti