I dati del rapporto “Bio in cifre 2024” curato dal SINAB, il Sistema di Informazione Nazionale sull’Agricoltura Biologica, per il MASAF e presentati in un recente convegno ISMEA, confermano la tendenza positiva del settore anche nel 2023. Le superfici agricole coltivate con metodo biologico hanno raggiunto i 2,46 milioni di ettari, con un incremento del 4,5% rispetto all’anno precedente. Si tratta di 106 mila ettari in più dedicati alle colture senza chimica di sintesi. La Superficie Agricola Utilizzata (SAU) ha sfiorato il 20% confermandosi tra le più elevate in Europa e avvicinando ulteriormente l’Italia all’obiettivo del 25% al 2027 previsto dal Piano Strategico Nazionale della PAC.
A trainare le vendite è sempre di più la grande distribuzione. In 10 anni la quota della Grande Distribuzione Organizzata (Gdo) sulle vendite bio è cresciuta quasi della metà (dal 40 al 58%), mentre quella dei negozi bio si è ridotta di oltre un terzo (dal 36 al 23%), analogamente a quanto accade in Germania e Francia. La nuova mappa dei negozi bio in Italia è ormai ridefinita, dopo sei anni di calo consecutivo del numero di attività e la progressiva riduzione del numero di catene specializzate. Dal 2017 si sono persi oltre 400 negozi (-28,8%). Secondo il censimento Bio Bank nel 2023 i negozi sono infatti scesi a 1.022 (-7,8% sul 2022), tornando ai livelli del 2003. Quasi invariata invece al 41% la quota di punti vendita in rete. La pressione sul canale specializzato resta altissima per la concorrenza dei discount in primis, ma anche di supermercati e commercio online. Quale ruolo allora per i negozi bio? Per BioBank(1) restano imbattibili nell’assortimento, inarrivabili nel fresco, insostituibili nel rappresentare l’identità e i valori del bio.
Tutto sta cambiando e per il bio la grande sfida è entrare nel cambiamento mantenendo la spinta valoriale, il posizionamento identitario e anche la capacità di innovazione, fonte di ispirazione per tutto l’agroalimentare. “La grande distribuzione raccoglie frutti di un albero che non ha piantato, sottolinea BioBank(1). Compito del movimento bio è mantenere vivo quell’albero e continuare a vivere dei suoi frutti. Lunga vita allora agli specializzati, canale elettivo ma non esclusivo, perché il bio gira ormai su tutti i canali, viaggiando per il mondo. Sempre più aziende producono per la marca del distributore: non solo quelle che hanno diversificato nel bio, ma anche pionieri e realtà storiche. L’approccio al bio però non può essere che strategico, mai ideologico. Le scelte tattiche o opportunistiche non hanno respiro, visione, futuro. E questo vale sia per la Gdo sia per le aziende. Serve una progettualità comune verso la transizione ecologica, dove l’alimentazione bio ha un ruolo centrale.”
“Occorre stimolare, ha sottolineato Maria Grazia Mammuccini, Presidente FederBio, la domanda, sensibilizzando i cittadini sulle ricadute positive che il biologico comporta per l’economia, la salute delle persone e dell’ambiente. Inoltre è fondamentale semplificare le procedure per ridurre i costi di consulenza e supporto legati alla certificazione, che vanno ad aggravare e penalizzare soprattutto le piccole e medie aziende bio italiane, che rappresentano la storia del biologico, valorizzando l’identità e il legame con il territorio, in particolare delle aree interne e rurali, e favorendo il rapporto diretto tra produttori e consumatori di buon cibo biologico”.
Nonostante l’Italia sia tra i Paesi più bio in Ue, con circa il doppio della SAU media europea, FederBio ritiene fondamentale sviluppare ulteriormente le produzioni biologiche, penalizzate anche dai cambiamenti climatici che stanno mettendo a rischio le rese produttive e la stabilità degli ecosistemi. “La crisi climatica ha un impatto su tutta l’agricoltura determinando una riduzione della produzione e, anche se il biologico è il modello agricolo più resiliente alle emergenze climatiche – ha puntualizzato la Presidente di FederBio – considero necessario puntare su formazione e assistenza tecnica a supporto degli agricoltori e investire su innovazione e ricerca per l’agroecologia per disporre di strumenti di contrasto sempre più efficaci in grado di arginare gli effetti climatici, ripristinare gli habitat degradati, incrementando contemporaneamente la biodiversità e la fertilità del suolo. Infine, per fare del biologico il modello di riferimento dell’intero comparto agroalimentare italiano, è estremamente importante che tutti gli attori del settore operino in rete, attraverso i distretti biologici a livello territoriale e sistemi organizzati lungo l’intera filiera affinché i prodotti biologici siano sempre più facilmente disponibili anche nei circuiti di ristorazione collettiva, come ad esempio nelle mense scolastiche”.
Qui per scaricare il Rapporto: https://www.sinab.it/bionovita/bio-cifre-2024-disponibile-il-report-completo-e-le-infografiche.
(1): Tratto da Focus Bio Bank – Supermercati & Specializzati 2024 pubblicato su Issuu dal 17 luglio edito da Bio Bank