Situazione umanitaria

Con l’arrivo del caldo, reperire l’acqua potabile per gli sfollati di Gaza è un calvario giornaliero.
Tutte le mattine lunghe file di persone, soprattutto bambini, con recipienti attendono il proprio turno davanti ai punti di distribuzione.
“Tutti i giorni si svolge questo rito estenuante, sotto il sole cucente e in molti casi l’attesa è vanificata dall’esaurimento dei serbatoi e l’attesa si prolunga ulteriormente in attesa del ritorno dei camion cisterna.
I ragazzini una volta riempite le taniche devono percorrere lunghi chilometri per raggiungere la tenda dove sono alloggiati.
È una pena imposta dall’uomo ed è una tortura”, ha detto un funzionario dell’ONU che ha visitato Gaza.

Cisgiordania e Gerusalemme est

Quattro feriti da pallottole israeliane in diverse località della Cisgiordania e una donna ferita in seguito all’aggressione di coloni armati nel villaggio di Fundok, ad est di Qalqilia.
La donna era nella sua auto quando è stata affrontata dai coloni che le hanno intimato lo stop con le armi spianate e poi l’hanno trascinata per terra e distrutto l’auto con bastoni.
I soldati di un posto di blocco non hanno arrestato nessuno degli aggressori e hanno interrogato la vittima. Un mondo alla rovescia.

Gli arresti di giovani attivisti contro l’occupazione sono stati ieri 25.

Prigionieri

Moath Amarnih è un giornalista palestinese della Cisgiordania.
Dopo nove mesi di arresto amministrativo, senza accuse e senza processo, è stato rilasciato in questi giorni.
È stato incarcerato nei campi di concentramento del Negev, le Guantanamo israeliane come le ha definite.
Soffre di un occhio e ha una strana malattia della pelle.
Al suo arrivo a casa ha chiesto ai familiari di non abbracciarlo, per non infettarsi. “Tutti i circa 3 mila detenuti della Guantanamo di Netanyahu sono affetti di questa malattia, che dà prurito fastidioso; nessuna cura e non avevamo neanche l’acqua per lavarci”, ha detto. Amarnih si è rifiutato di parlare delle torture subite ai colleghi giornalisti, “perché è scioccato psicologicamente”, ha detto sua sorella. “Dopo i controlli ospedalieri a Betlemme, è sempre sdraiato a letto e non parla, ha aggiunto, ‘Cosa serve parlare’, ripete dal suo letto. Siamo un popolo sotto occupazione e il mondo ha voltato la faccia dall’altra parte”, sostiene la sorella.