Tre settimane fa, il presidente francese Emmanuel Macron ha deciso di sciogliere l’Assemblea nazionale dopo la sconfitta del suo partito alle elezioni europee. Valérie Hayer, a capo della lista presidenziale, ha ottenuto il 14,6% dei voti, piazzandosi ben dietro l’RN (Rassemblement National, partito di estrema destra) guidato da Jordan Bardella con il 31,37% dei voti. L’RN ha chiesto apertamente lo scioglimento la sera stessa dei risultati.

Un Presidente a ruota libera, una Francia stordita e divisa e due settimane di campagna elettorale per evitare un disastro incombente. Una scadenza molto breve, a causa delle regole della Costituzione.

Forte dell’esperienza maturata in occasione delle elezioni politiche del 2022 con la creazione della NUPES (Nouvelle union populaire, écologique et sociale) voluta da Jean-Luc Mélenchon della France Insoumise riunendo tutta la sinistra – PS (Partito Socialista), PC (Partito Comunista) ed EELV (Europe écologie les verts) – l’intera sinistra è stata in grado di ricostruire la propria unità la sera stessa dello scioglimento dell’Assemblea Nazionale. Nonostante le divergenze, ha annunciato la creazione del Nuovo Fronte Popolare per presentare un unico candidato di sinistra in ciascuna delle circoscrizioni del Paese.

Chiaramente, senza questo primo esperimento di unità nel 2022, il compito sarebbe stato più difficile, se non impossibile, dato il breve tempo tra l’annuncio dello scioglimento il 9 giugno e la presentazione delle candidature dal 12 al 16 giugno. Il Presidente Macron non aveva certo previsto l’unione della sinistra, visti gli ampi disaccordi e le numerose rivalità. Né aveva previsto l’implosione dell’LR (Les Républicains, lo storico partito di destra). Infatti, il presidente dell’LR ha unito le forze con l’RN, in disaccordo con alcuni dei leader storici del suo schieramento, ma in accordo con gran parte degli elettori del suo partito.

Il primo turno delle elezioni legislative si è svolto domenica 30 giugno, con un’affluenza del 66,71% (18 punti in più rispetto al primo turno delle elezioni legislative del 2022) per rieleggere i 577 deputati. L’astensione è scesa al 33,29%. L’RN ha confermato la sua forte crescita. È in testa con il 33,15% dei voti nazionali, davanti al Nouveau Front Populaire con il 27,99% e alla coalizione centrista “Ensemble”  di Macron con il 20,04%. LR, (Les Républicains), la destra storica che non si è unita all’estrema destra, finirà per scomparire con il suo 10,2% e la sinistra sta resistendo.

Il secondo turno si terrà domenica 7 luglio. Il Nouveau Front Populaire ha una posizione chiara: “Non un voto in più, non un seggio in più per l’RN”. I candidati terzi classificati si ritireranno e trasferiranno i loro voti al candidato in grado di battere l’estrema destra.

A destra, compreso la coalizione presidenziale, non c’è reciprocità. Alcuni hanno annunciatoche voteranno per un candidato del Nuovo Fronte Popolare per bloccare l’estrema destra, ma altri si rifiutano di votare “per l’estrema sinistra”. Per la destra, l’estrema destra non sembra così pericolosa come la sinistra, il che ha il merito di chiarire e di capire con chi abbiamo a che fare. Con l’estrema destra gli “affari” sono possibili, dato che difende il capitalismo.

La campagna per il secondo turno è iniziata la notte del 30 giugno e solo il Nuovo Fronte Popolare è in grado di fermare l’estrema destra, cercando anche di ottenere la maggioranza nell’assemblea.

Per ottenere la maggioranza assoluta sono necessari 289 seggi. Se vince il Rassemblement National, Macron sarà “obbligato” a nominare un suo membro come primo ministro, con Jordan Bardella come leader. Non è impossibile, né scontato. Dipenderà dalla destra e dalle sue indicazioni agli elettori e soprattutto bisognerà vedere se gli elettori le seguiranno.

Anno dopo anno, gli elettori hanno ceduto al richiamo delle sirene dell’estrema destra, in preda alla disperazione e alla disillusione, cercando qualcuno a cui dare la colpa di tutto ciò che non va e il colpevole ideale è l’altro, lo straniero. Non hanno ancora capito che il colpevole di tutta la miseria è il capitalismo.

Il Presidente Macron, che si era presentato come l’unificatore e l’unico in grado di opporsi all’estrema destra, potrebbe essere il Presidente che la sera di domenica prossima, 7 luglio, al termine del secondo turno avrà spalancato le porte del potere al Rassemblement National per governare il Paese. Se questo scenario sarà confermato, passerà alla storia come l’uomo che ha permesso all’estrema destra, a coloro che negano la Dichiarazione Universale dei Diritti Umani, di prendere il potere in Francia. La sinistra difende i diritti umani, il capitalismo e tutti i suoi scagnozzi no!

Articolo 1

Tutti gli esseri umani nascono liberi ed eguali in dignità e diritti. Essi sono dotati di ragione e coscienza e devono agire gli uni verso gli altri in spirito di fratellanza.

Articolo 2

Ad ogni individuo spettano tutti i diritti e le libertà enunciati nella presente Dichiarazione, senza distinzione alcuna, per ragioni di razza, di colore, di sesso, di lingua, di religione, di opinione politica o di altro genere, di origine nazionale o sociale, di ricchezza, di nascita o di altra condizione.

Maggioranza assoluta o no, la situazione all’Assemblea Nazionale rischia di essere di stallo, persino esplosiva e il Paese instabile. La sera del 30 giugno è stata una pietra miliare. La forte crescita dell’estrema destra potrebbe portare a scoppi di violenza, il razzismo è aumentato notevolmente e c’è il rischio che alcuni elettori si sentano “autorizzati” all’odio e alla violenza. L’estrema destra sarà in grado di gestire la situazione che ha sostanzialmente creato? Per quarant’ anni, i partiti politici tradizionali hanno contribuito ad alimentare il mostro che ora li sta divorando. La resistenza deve essere organizzata al di là delle urne, al di là del secondo turno.