Un anno e mezzo dopo la mobilitazione a Saint-Soline, rimasta nella memoria per la violenta repressione poliziesca, torna a manifestare la galassia ecologista che si oppone alla costruzione dei «mega-bacini idrici ed il loro mondo» sul territorio francese. Con una serie di accese manifestazioni a La Rochelle, il coordinamento anti-bacini, composto da più di cento collettivi e organizzazioni legati al Soulèvement de la Terre ed a Bassines Non Merci, ha cercato di bloccare e “disarmare” il porto de La Pallice, il secondo per esportazione di cereali del Paese, che dovrebbe essere allargato per perseguire gli interessi commerciali delle grandi imprese della zona.
Durante le manifestazioni sono stati registrati diversi scontri con la polizia, tra barricate incendiate e sedi di banche e assicurazioni danneggiate, con almeno una decina di feriti tra manifestanti e agenti. «Il porto, i suoi profitti e il suo allargamento sono alla base della costruzione dei mega-bacini. Nel Poitou, l’acqua utilizzata per l’irrigazione agricola è principalmente destinata alla coltura intensiva dei cereali come il grano e il mais, che sono esportati massivamente», scrivono i manifestanti. Questo modello agro-industriale ha già contaminato, attraverso l’utilizzo di agenti chimici e fertilizzanti, le falde acquifere e il suolo della regione. «E ora, vogliono prendersi anche l’acqua».
Un gruppo di agricoltori coi loro trattori ha bloccato, dal mattino di sabato, uno degli accessi al porto e all’impresa di cereali Soufflet, mentre nel pomeriggio due grossi cortei – tra le 5 mila e le 10 mila persone – hanno manifestato tra le strade della città, con un gruppo di attivisti che, dotato di kayak e salvagenti, ha raggiunto il porto via mare. Vari gli scontri con le forze di polizia, che hanno utilizzato ingenti quantitativi di gas lacrimogeni e bombe stordenti per bloccare e deviare il corteo (che non era stato autorizzato). Sono state attaccate e danneggiate sedi di banche, imprese di assicurazioni e supermercati. Numerose barricate sono state costruite e date alle fiamme per tenere a distanza i gendarmi mobili. Si contano almeno 5 feriti tra i manifestanti e 4 tra le forze dell’ordine, oltre che 7 persone poste in stato di fermo con accuse di vario tipo. Una persona si trova tuttora in stato di arresto.
La repressione è stata intensa ma meno violenta dell’anno scorso, dove il corteo arrivato al bacino in costruzione di Saint-Soline aveva contato oltre 200 feriti, tra cui due manifestanti finiti in coma per settimane. È l’intero modello economico basato sull’agro-industria estrattivista quello cui si oppongono i manifestanti: «L’agro-industria si accaparra e privatizza l’acqua, mercantilizzando l’alimentazione», dicono. «Il porto e i suoi silos giganti sono uno strumento di speculazione finanziaria sui prodotti di prima necessità, oltre che essere uno strumento dell’estrattivismo neo-coloniale». Se la metà dei flussi del porto alimenta l’agro-industria, l’altra metà è dedicata all’industria del petrolio. Total, CMA-CGM, Lafarge, Bolloré sono solo alcune delle imprese del fossile che speculano nel porto de La Rochelle «catalizzatore di un capitalismo che ci fa sbattere dritto contro il muro del cambiamento climatico», denunciano ancora i manifestanti nei loro comunicati.
«Questo modello [economico capitalista, ndr] ha generato una grave crisi ambientale. Nonostante si provi a colpevolizzare la società per gli impatti del cambiamento climatico, che si manifestano sotto forma di inondazioni, siccità, migrazioni forzate, sono le grandi imprese transnazionali che hanno la vera responsabilità e che restano impunite».
Il giorno prima, venerdì 19, un altro corteo aveva tentato di raggiungere Cérience, una filiale della mega-cooperativa Terrena, una delle principali promotrici dei mega-bacini nel Poitou. Bloccati dalla polizia, i manifestanti hanno evitato lo scontro, mentre un altro corteo, composto da 600 ciclisti, ha raggiunto un altro bacino idrico, lanciando lenticchie nell’acqua per bloccarne le pompe e le tubature.
Queste due giornate di azioni hanno completato il campeggio del movimento, riunito nel Villaggio dell’Acqua dal 16 luglio a Melle. Qui, migliaia di persone hanno partecipato a discussioni, formazioni, atelier e workshop per organizzarsi contro la speculazione estrattivista dell’acqua e della terra. Vogliono una moratoria contro la costruzione dei mega-bacini idrici che stanno venendo costruiti in Francia per proteggere l’agro-industria dalle ondate di siccità portate dal cambiamento climatico sempre più visibile.
Queste strutture, finanziate al 70% dal denaro pubblico, sono concepite per le colture intensive dei grandi produttori agro-industriali, a discapito degli abitanti, dei piccoli produttori e delle terre sulle quali vengono costruiti. Nonostante le numerose proteste e le azioni di sabotaggio, che sono continuate nei mesi, il ministro dell’Agricoltura ha annunciato la volontà di costruire altri 100 mega-bacini entro la fine dell’anno. Il coordinamento Bassines Non Merci e i Soulèvement de la Terre, insieme alle altre decine di organizzazioni e collettivi, hanno dichiarato che la lotta non è finita e che le mobilitazioni continueranno.
Moira Amargi – corrispondente da La Rochelle