Venerdì 5 luglio si è svolta per il terzo anno consecutivo, nel vasto e arieggiato porticato di Sant’Antonino, presso l’Itastra, dipartimento universitario di Italiano per stranieri, la festa della Gambian Association in Palermo.

L’associazione, nata nel 2016, ha come scopo quello di costruire relazioni tra i giovani africani e i ragazzi delle scuole e delle varie facoltà, ma anche nel mondo dell’associazionismo, del volontariato e del lavoro, attraverso seminari, incontri musicali e teatrali e sportelli di ascolto.

Per questo è in contatto da sempre con Itastra, Cledu o Clinica Legale per i Diritti Umani, e con lo sportello per stranieri della CGIL presso l’università. Propone iniziative di orientamento e mediazione culturale e di sostegno nella ricerca di casa e lavoro.

Una sua attività molto partecipata è l’accoglienza presso il centro Santa Chiara alla sera, durante tutto il mese di Ramadan, con la preparazione dei pasti e l’offerta di occasioni di convivialità per un iftar (rottura del digiuno) condiviso.

Negli anni i ragazzi dell’associazione hanno tessuto una solida rete con altre realtà del territorio, tutte presenti, oltre a quelle già citate, alla festa.

C’era il circolo Arci “Porco Rosso”, che ogni mercoledì apre uno sportello di consulenza giuridica ed economica per i migranti; la libreria “booq”, che è anche un centro culturale rivolto al quartiere della Kalsa vicino al porto; l’associazione Maldusa, il cui nome è una crasi tra Malta e Lampedusa, indicata tempo fa come approdo desiderato da alcuni naufraghi raccolti in mare, quasi l’isola che non c’è; e ancora l’Officina del Popolo, Mediterranea, il recente gruppo “Aprite le porte” che si è costituito per garantire ai nuovi arrivati il diritto all’affitto, la rete Right To Be o il diritto di esistere. E infine l’Intifada Studentesca, unica in Italia ad aver ottenuto un documento del Senato Accademico di condanna unanime di Israele, grazie anche all’impegno di diversi docenti antifascisti.

La festa si snoda e si anima secondo il consueto e riuscitissimo canovaccio: piatti e bevande del Golfo di Guinea, musica, canti e danze, poesia (stavolta dedicata alla Palestina) e soprattutto tante intense testimonianze.

Quest’anno, però, ci sono due novità. L’associazione si è allargata accogliendo molti ragazzi e ragazze delle scuole, la cui portavoce si dice grata per la generosa disponibilità ed apertura dei giovani gambiani, grata per aver potuto apprendere la loro cultura e cogliere una profonda affinità. Pare quasi che i ruoli si capovolgano: sono i new comers ad ospitare e non viceversa… o meglio, l’abbraccio è reciproco!

Altra bella sorpresa: Ousman, Moustafa, Amadou e tutti gli altri hanno stabilito in quest’ultimo anno significativi contatti con organizzazioni analoghe e ne hanno invitato qui a Palermo alcuni esponenti.

Così si succedono sul palco e raccontano le proprie esperienze giovani del Nord come del Sud Italia. Un giovane gambiano narra della sua associazione nata a Torino nel 2018 e descrive il fortissimo desiderio nonché l’urgenza per tutti di studiare e di seguire l’esempio dei nostri amici che frequentano l’università. Un leit motiv che molti ripetono è: l’educazione è la chiave del successo.

Da Napoli, prende la parola una ragazza del collettivo “Non sulla nostra pelle”, ex centro sociale presso il carcere (ex ogp), la quale con rabbia ma anche con fiducia e determinazione ricorda tutte le ingiustizie dei nostri giorni, dal genocidio a Gaza all’assassinio di Satnam Singh, fino a tutte le altre guerre dimenticate, dal Kurdistan al Sudan, inserendole in una visione globale del capitalismo imperialista che, però, si può ancora decostruire.
Infine, viene da Foggia una rappresentante dell’Associazione dei Lavoratori Stranieri in Agricoltura e narra della coraggiosa esperienza sua e dei suoi compagni contro il caporalato e lo sfruttamento.

La festa si conclude tra profumi di spezie, sorrisi e confidenze ed è ennesima opportunità di stabilire proficui contatti per proseguire insieme il comune lavoro di dar vita a reti solidali: ubuntu, insieme perché io sono se noi siamo.

Prossimo appuntamento: sabato 6, alle 17 a Santa Chiara, assemblea di tutte le realtà qui coinvolte, per creare un progetto comune.