Siria
Lunedì si svolgeranno, nei territori sotto il controllo del regime di Assad, le elezioni legislative.
Elezioni senza sorprese, perché non c’è spazio all’opposizione politica.
Tutti i candidati sono affiliati al partito Baath di governo e si presentano a livello individuale e non in liste.
Sono esclusi dal voto tutti i profughi fuggiti all’estero e i siriani delle aree nel nord della Siria sotto il controllo dell’autonomia curda e di quelle occupate dalla Turchia e dalle milizie islamiste affiliate ad Ankara.
Secondo cittadini comuni intervistati dalla stampa locale, le osservazioni avanzate riguardano la quasi assenza di candidate donne e la minore rappresentanza dei giovani.
“Le solite facce di sempre e non cambierà nulla”, ha detto una ragazza che studia scienze politiche all’Università di Damasco, senza declinare le proprie generalità all’intervistatore.
Per l’opposizione all’estero, “è una farsa illegittima”.
Sudan
Sono arrivate a Ginevra le due delegazioni sudanesi, una del governo ed esercito e l’altra delle milizie di Pronto Intervento.
Le trattative saranno indirette e con la mediazione dell’ONU ed a guidarle vi è l’ex ministro degli esteri algerino Al-Amamra.
È l’ennesimo tentativo di ridurre le sofferenze della popolazione civile e trovare i meccanismi per far arrivare gli aiuti internazionali a chi ne ha bisogno senza discriminazioni e senza furti, come avvenuto in passato per mano dei miliziani.
Il successo di questo tentativo umanitario potrebbe aprire la strada ai percorsi negoziali di Gedda, guidati da Arabia Saudita e Stati Uniti.
Anche a livello politico, sono finiti nel nulla i due tentativi di riunire delegazioni di partiti e della società civile sudanesi, al Cairo prima ed ad Addis Abeba poi.