E finalmente la montagna partorì il topolino, nonostante 49 detenuti e 5 agenti penitenziari suicidatisi nei primi 6 mesi dell’anno.

L’Associazione Sbarre di Zucchero apprende con sgomento, ma non con stupore, l’approvazione in Consiglio dei Ministri del decreto carceri, a lungo annunciato dal Ministro della Giustizia, Carlo Nordio; decreto pre-annunciato in dirittura d’arrivo entro la fine del mese ma che ha avuto un’improvvisa accelerazione negli ultimi giorni, anticipando di fatto l’approdo in Aula alla Camera della pdl Giachetti/Nessuno tocchi Caino, previsto per il 17 luglio pv., una proposta di legge che il Ministro Nordio – e quasi tutta la maggioranza – non ha mai gradito, non sia mai di deludere un elettorato prettamente forcaiolo, che non vedrebbe di buon occhio un aumento dello sconto di pena per la c.d. “buona condotta”. 

L’emergenza è qui ed è ora, ma quanto contenuto nel decreto non ne tiene assolutamente conto; si aumentano le telefonate concesse ai detenuti, da 4 a 6, quando i detenuti con figli minori già hanno diritto a 6 telefonate, oltre al fatto che nel post-Covid, alcune direzioni penitenziarie hanno cercato di mantenere il trend delle telefonate più frequenti verso i familiari, facendo quindi figli e figliastri, invece di prendere in considerazione il modello britannico, come suggerito più volte dall’Associazione Antigone, che ha installato un telefono per ogni cella, con la possibilità per i detenuti non solo di poter telefonare liberamente (ed a loro spese) i numeri normalmente pre-autorizzati ma, soprattutto, di poter accedere gratuitamente ai servizi telefonici di supporto psicologico e prevenzione suicidi. 

Sulla liberazione anticipata si interviene solo sulla procedura di concessione, che dovrebbe diventare più snella (nonostante la carenza di organico nei Tribunali di Sorveglianza); si inasprisce la disciplina del regime di 41 bis, il carcere duro, escludendo la possibilità di accedere ai programmi di giustizia riparativa ed ancora, si prevede l’assunzione di un contingente di mille nuovi agenti di polizia penitenziaria, cinquecento per il 2025 e altrettanti per il 2026, che in soldoni significa una media di 2 agenti e mezzo in più per carcere per i 2 anni a venire (gli Istituti penitenziari sono 189), un insulto per il Corpo di Polizia Penitenziaria, che da anni soffre un sotto organico di migliaia di unità. Si istituisce inoltre un albo delle comunità dove potranno scontare la pena, senza modifiche delle condizioni oggi previste, tutti coloro che ne avrebbero avuto diritto, ma che, in assenza di domicilio, non potevano che rimanere in cella, oltre che tossicodipendenti e minori. 

Non è quanto ci aspettavamo da questo decreto ed è per questo che crediamo sia arrivato il momento di chiamare a raccolta chiunque si interessi alla situazione penitenziaria – associazioni di promozione sociale e di volontariato, garanti dei detenuti, camere penali, politici, ministri di culto penitenziari, società civile tutta – per mettere in campo azioni corali in grado di smuovere il legislatore e l’opinione pubblica.

Mentre chiudiamo questo comunicato veniamo a conoscenza di 2 nuovi suicidi da inizio anno, si tratta di un ragazzo egiziano di nemmeno 20 anni che si era impiccato il 27 giugno nel carcere di Pavia ed era stato trasportato in condizioni disperate in ospedale, dove è spirato stamani e di un 35enne detenuto nel carcere di Livorno, che era in coma dopo il tentato suicidio avvenuto tra il primo e il 2 luglio ed è deceduto oggi, portando la macabra conta a 51!

 

Non c’è più tempo da perdere in chiacchiere e spot elettorali permanenti, sotto la custodia dello Stato si continua a morire.

 

Monica Bizaj – Presidente Associazione Sbarre di Zucchero 

Marco Costantini – Segretario Associazione Sbarre di Zucchero