In questi splendidi giorni estivi escursionisti, camminatori e sentinelle del Comitato Tutela Crinale Mugellano, Crinali liberi hanno percorso i Sentieri in area Monte Giogo di Corella, Monte Giogo di Villore e sono rimasti assolutamente impietriti dalla devastazione dei Sentieri CAI, dai tagli selvaggi delle foreste, dagli sbancamenti profondi dentro le faggete riempiti di pietre, dal degrado ambientale operato in territori ai confini del Parco Nazionale Foreste Casentinesi, nella sua zona di rispetto, di espansione e di continuità funzionale.

Da giugno pesanti mezzi meccanici, ruspe, escavatori, camion, lavorano incessantemente sul Sentiero CAI 12, Corella, Comune di Dicomano, a sbancare per portare via pezzi di montagna e allargare la viabilità, ad abbattere castagni secolari e alberi, a cementificare, per aprire sui crinali dell’Appennino mugellano una strada che consenta il passaggio da Corella di enormi mezzi di trasporto con pale eoliche, rotori, plinti, cemento, chilometri di cavi.

Anche tralasciando il problema futuro della bonifica e smaltimento degli aerogeneratori a fine vita, come potranno mai essere “ripristinate” le aree soggette a tali interventi, dopo aver denudato e compattato il suolo di versanti e crinali tutti boscati, infilato ampie piattaforme di cemento profonde diversi metri e micropali in profondità?

E che dire dell’immenso dispendio di carburanti fossili e relative emissioni della tanto citata CO2, inquinamento e polveri sottili al fine di modificare infrastrutture della viabilità ordinaria e realizzarle là dove non esistono e dove, grazie al mancato disturbo antropico, rimangono gli ultimi ecosistemi naturali meglio conservati d’Italia?

Perché sventrare i versanti instabili e fragili delle montagne mettendo a rischio di dissesto idrogeologico la valle del Mugello, di notoria sismicità, esponendo le comunità agli stessi pericoli e danni di frane e alluvioni patiti dalla popolazione nel versante appenninico romagnolo?

Perché progettare gigantesche pale eoliche e strade di cantiere in prossimità di reti idrografiche, sorgenti, torrenti che alimentano acquedotti pubblici comunali o addirittura sopra di essi?

Perché sbancare, modificare, alterare, cementificare, desertificare crinali consumando suolo senza alcun ritorno effettivo per le comunità e i territori, nemmeno in termini di bollette energetiche?

Perché procedere con i lavori frammentati prima di avere a disposizione un’autorizzazione complessiva anche sul progetto esecutivo impianto industriale Monte Giogo di Villore?

Perché compromettere preziosi habitat di specie protette, monitorate costantemente dagli esperti della biodiversità, con relazioni aggiornate inviate agli Enti competenti e alla Regione Toscana?

Perché gli amministratori non si sono opposti fermamente in difesa dell’Appennino e della sua vocazione turistica ed economica paesaggistica?

Perché non sono state fatte attente analisi fra i costi e i benefici?

Perché non si sono proposti progetti energetici alternativi, davvero ecologici e verdi?

Queste solo alcune domande che sorgono spontanee, ma che rimangono senza risposta, nel silenzio inquietante dei media, tranne quelli veramente attenti all’ambiente e a ciò che accade effettivamente nel territorio, mentre l’Appennino viene aggredito in nome di una transizione energetica che nulla ha di ecologico e che calpesta i diritti, faticosamente conquistati in decenni, riguardo alla protezione della natura, al benessere delle comunità e alla salute dei territori, con particolare riguardo al popolamento della montagna, alla promozione del turismo in territori ricchi di biodiversità naturale che spettano anch’essi di diritto al futuro delle nuove generazioni.

Comitato Tutela Crinale Mugellano Crinali Liberi