Ci ha lasciati Giuseppe Carlo Marino, già docente ordinario di Storia Contemporanea presso l’Università di Palermo e, successivamente, professore emerito ma, soprattutto, Presidente Onorario dell’Anpi provinciale di Palermo, una carica che ha accettato con tanto orgoglio ed alla quale teneva tantissimo.
Era nato a Palermo il 22 ottobre del 1939 ma completò la formazione universitaria a Firenze dove conseguì la laurea in Scienze Politiche nel 1962, allorché conobbe la persona di cui è rimasto – per sempre – un fervente ammiratore, Giovanni Spadolini che ricordava in continuità, nelle discussioni animate, con la locuzione “come diceva il mio grande amico Spadolini…”.
É stato un convinto comunista e fedele ammiratore del pensiero gramsciano che cercava di praticare ed attuare in tutte le sue analisi politiche. Questa fedeltà ha mantenuto, fino alla sua scomparsa, come una fede, rimanendo comunque uno spirito libero e riuscendo a conservare una totale autonomia di pensiero, mai prono a compromessi ideologici.
Lo aiutava in questo la sua ulteriore Fede, quella di fervente cattolico, molto vicino alle idee di Papa Francesco. Agli appelli lanciati dal Papa, a seguito del conflitto tra Russia ed Ucraina, rilasciò inorridito la seguente intervista: “Ma, possiamo ancora tollerare, Dio mio, che i politici dello scenario occidentalista con i loro servi sciocchi nei giornali e nelle televisioni adesso – per quel che riguarda la corsa agli armamenti e l’invio di armi offensive all’Ucraina – sempre più si evidenzino come degli scriteriati guerrafondai, non solo a fronte degli accorati appelli e delle ammonizioni di Papa Francesco, ma anche a fronte della gran parte, direi di tutti, i generali, sia in Italia che in Germania? Chi l’avrebbe mai detto che dovessero essere proprio i generali a far riflettere sui pericoli delle armi incautamente “donate” e di azioni intemperanti che potrebbero far compiere il salto da una guerra civile a una guerra mondiale? Si vergognino, quei guerrafondai: loro si ritengono paladini della ‘democrazia’ e titolari di cosiddetti ‘valori’ da sempre sistematicamente traditi, ma – perseguendo oscuri e criminogeni interessi – stanno aprendo un solco profondo tra i popoli e le loro ufficiali classi dirigenti”.
L’Anpi provinciale di Palermo gli assegnò, tra l’altro, la direzione della Collana dei Quaderni dell’Anpi Sicilia che seguì fin dal numero zero del 2012 intitolato a Nicola Barbato, il medico italiano dei poveri di etnia arbëreshe di Piana degli Albanesi, tra i fondatori e dirigente del Movimento dei Fasci Siciliani dei Lavoratori.
Carlo Marino, ovviamente, ne curò la prefazione scrivendo con amore e modestia le seguenti parole: “…vengono pubblicati gli Atti di quel breve Convegno (Convegno di una Sezione del PCI del quartiere Uditore di Palermo), in un libretto destinato ad inaugurare la collana di cui sono stato onorato di assumere, come si dice, la direzione…collana di libri che si pone quale contributo alla ricostituzione ed alla difesa di una memoria collettiva che riesce a ritrovare in Sicilia, nel passato dei movimenti popolari e delle loro lotte per la giustizia sociale, le radici profonde dell’antifascismo militante che animò i combattenti siciliani da varie parti d’Italia affluiti, nel Nord ancora sotto il tallone nazifascista, ai ruoli della Resistenza e della guerra di Liberazione”.
Questi concetti, Marino li ha ripresi assieme agli utili apporti di Ottavio Terranova ed Angelo Ficarra, rispettivamente, Presidente e già Vice presidente Vicario della medesima Anpi provinciale, nei successivi quattro volumi della collana, fino all’ultimo breve saggio fortemente voluto da Angelo Ficarra dal titolo 8 luglio 1960 – La Battaglia di Palermo editato nel luglio 2021.
La prefazione di questo interessante saggio sulle rivolte che causarono, anche, quattro morti ed oltre 60 feriti a Palermo, ci lascia in eredità l’importante impegno che adesso dovremo cercare di portare a buon fine senza l’indispensabile suo contributo al quale, sappiamo, stava lavorando per: “rimediare alle lacune (e più ancora alle deformazioni interpretative alle quali il racconto degli avvenimenti popolari di quest’isola, declassati spesso a jacquerie, è solito pagare un prezzo elevato), c’è tutta una storia ancora da scrivere ed è auspicabile che, al di là delle rimembranze emozionali, sia una storia metodologicamente corretta, come si dovrebbe… è un dato di fatto che l’appello all’antifascismo cadde in Sicilia all’indomani dello sdoganamento in Italia dei neo o vecchi fascisti del MSI che parteciparono al governo della Regione assieme ai comunisti ed ai socialisti nella cosiddetta Operazione Milazzo. Il saggio, pertanto, viene pubblicato come incentivo alla ricerca storica degli storici”.
Per Anpi Palermo Marino è stato una sorta di Padre spirituale, un padre che si rispetta per l’autorevolezza che aveva e che gli veniva riconosciuta ed un padre con cui capitava, pure, di litigare. Non certo per le cose principali attinenti la vita associativa in Anpi ma per le cose banali della quotidianità politica. Era da un po’ che non scriveva più in Fb, la piazza virtuale in cui era un piacere “litigare”.
In segreteria Anpi, di Lui, abbiamo parlato lo scorso giovedì e ne abbiamo parlato preoccupati per non avere, da tempo, più visto e letto suoi interventi. Sapevamo delle sue non buone condizioni di salute ed eravamo parecchio preoccupati anche perché l’ultima volta che Armando Sorrentino (attuale Vicepresidente Vicario) lo aveva sentito al telefono (circa 15 giorni addietro), la sua voce non era la solita.
Siamo veramente addolorati e dispiaciuti. Speravamo tanto che riuscisse a superare le sue criticità fisiche, anche perché – con Lui – avevamo il programma e l’impegno (da tempo) di istituire, anche a Palermo, una sorta di Istituto Storico della Resistenza di cui avvertiamo la totale assenza. E, senza di Lui, questo progetto sarà, senza alcun dubbio, molto più difficile riuscire a realizzarlo. Epperò, adesso, questo deve essere quasi un obbligo testamentario che ci dovrà vedere impegnati ancora più di prima per dedicarne la possibile riuscita alla sua doverosa memoria. La famiglia Anpi della provincia di Palermo e siciliana – da oggi – è molto più povera ma, da questa privazione, trarremo elementi per una nuova ricchezza.
Salvo Li Castri
Segreteria Anpi provinciale Palermo