Il Coordinamento Donne di Montagna dal 2004 è impegnato a riportare in vita la montagna, renderla un luogo animato da nuove comunità con una nuova economia. In questo processo di crescita le donne svolgono un ruolo fondamentale coniugando curiosità, fantasia, creatività, spirito di innovazione, amore per la tradizione e capacità di crescere e far crescere i valori consolidati con le continue trasformazioni della società contemporanea.
“Il potere delle donne non è solo nel loro intelletto, ma nella loro abilità di connettersi e costruire relazioni significative”. “La leadership delle donne è essenziale per affrontare le sfide del nostro tempo”. “Le donne sono la forza motrice della società e la loro partecipazione è cruciale per il benessere di tutti”. Queste sono alcune delle frasi celebri dedicate alla forza innate delle donne. Chiunque, da Gandhi a Nelson Mandela, da filosofi e scrittori, ha riconosciuto in loro e riconosce ancora una capacità notevole che si racchiude nei saperi spesso ancestrali che porta con sé ma anche – e non solo – nella compassione, nella visione a lungo termine, nella determinazione e nella resistenza.
E con questo spirito che nel 2004 è nato il Coordinamento Donne di Montagna, un’associazione femminile fondata da Patrizia Palonta con un gruppo spontaneo di donne dell’Alta Val Maira, per rispondere a un bisogno di confronto. C’era chi abitava quelle valli da sempre e chi invece vi risiedeva da poco, ma l’obiettivo era comune: supportarsi vicendevolmente e insieme promuovere le attività economiche di ognuna.
Erano e sono donne impegnate come libere professioniste, amministratrici e imprenditrici, agronome, antropologhe, architette, commercialiste, giornaliste, erboriste, ingegnere, insegnanti, che vogliono riportare in vita la montagna, renderla un luogo animato da nuove comunità, dove il rispetto per persone, animali, ambiente e cultura locale siano gli elementi propulsori di una rinnovata economia.
Negli anni sono state tante le attività svolte dall’associazione, con alla base sempre la condivisione e la valorizzazione degli antichi saperi, le competenze tradizionali detenute dalle donne e i saperi antropologici. «All’inizio della nostra storia molte delle attività erano dedicate alla ricerca, alla vita delle comunità in montagna un tempo molto legata alla frammentazione del lavoro. In estate si coltivavano i terreni e si seguivano i pascoli, poi si emigrava alla ricerca di una fonte di sostentamento complementare», racconta Serena Anastasi, una delle socie.
Il Coordinamento Donne di Montagna è stato impegnato in progetti anche molto distanti dalle Alpi, per recuperare e trasmettere competenze e formazioni. In Bolivia, ad esempio, ha insegnato la tecnica del feltro, una lavorazione naturale e sostenibile con la lana di pecora trattata con acqua e sapone. Uno strumento sostenibile al livello ambientale e tecnologico da portare presso comunità che dispongono di poche risorse. Sempre in Bolivia, il coordinamento si è occupato anche di consumo critico, agricoltura ed educazione alimentare: ha colto la necessità urgente della popolazione di imparare a coltivare o riprendere a coltivare andando contro le politiche agricole di Monsanto e dei semi OGM.
Da alcuni anni il Coordinamento Donne di Montagna è tornato a lavorare in Piemonte, nelle montagne cuneesi e torinesi, occupandosi principalmente di politiche, femminismo e ambiente. «L’intento è quello di generare consapevolezza nelle donne per rendersi conto che possono essere motori di cambiamento nelle proprie comunità. Oggi le montagne sono fortemente spopolate, la vita qui non è semplice, per questo vogliamo generare occasioni di incontro e confronto tra donne, parlare di sviluppo delle aree montane tenendo conto delle aspettative e dei bisogni reali delle popolazioni locali».
“Le donne hanno il potere di portare il proprio vissuto come testimonianza politica dello stare nel mondo, svolgono un ruolo unico e fondamentale”.
«Vorremmo contribuire a un cambio di visione rispetto allo spopolamento e alla mancanza di servizi spesso primari. In montagna si sta bene con il cambiamento climatico in atto, in questo momento sono luoghi più accoglienti rispetto alle città e alle pianure. L’ambiente è un tema che abbiamo molto a cuore. La sostenibilità è l’unico presupposto di sviluppo per questi territori» continua Serena.
Negli ultimi due anni, grazie a un contributo erogato da Fondazione Compagnia di San Paolo e all’8xmille valdese, il coordinamento ha avviato dei processi di formazione, di confronto e interlocuzione con le donne che vivono nei territori montani. Una formazione rivolta in primis alle socie – per ripristinare il tessuto sociale interno e la grossa disparità tra giovani socie e quelle più anziane – informatica, digitale e amministrativa anche per chi fosse interessata ad attività economiche in montagna.
«Abbiamo lavorato con professioniste e amministratrici di alcuni comuni dei territori montani perché riteniamo che sia rilevante il tema della politica in montagna, non possiamo demandare a chi fa politica nelle città una prospettiva di cambiamento delle montagne. Si respira passione, ma anche sfiducia verso la politica e per questo vogliamo essere portavoci di un cambio di paradigma. Abbiamo tentato di costruire una rete di amministratrici e coinvolto professioniste che risiedono in territori montani per dare spunti alle ragazze e alle donne adulte: più le donne sono attrici significative più possono incidere nella trasformazione in positivo di questi territori» conclude Serena.
Trasmettere la consapevolezza che tutto è possibile, nonostante le difficoltà, che serve essere promotrici di nuove idee per decostruire modelli neoliberali mirati solo al profitto sono gli obiettivi delle Donne di Montagna. Di recente si sono riunite per “la tre giorni delle donne”, sempre in Alta Val Maira, per un convegno dedicato alla politica, alle politiche al femminile e all’ambiente. Il Coordinamento Donne di Montagna è adesso impegnato a realizzare una carta valoriale anche alla luce dei cambiamenti che l’associazione stessa ha vissuto e fissare dei punti da cui ripartire per le prossime attività progettuali.
Le donne hanno il potere di portare il proprio vissuto come testimonianza politica dello stare nel mondo, svolgono un ruolo unico e fondamentale. Attraverso la curiosità, la fantasia, la creatività, lo spirito di innovazione, l’amore per la tradizione e per la casa, la capacità di crescere e far crescere, di conciliare i valori consolidati con le continue trasformazioni della società contemporanea possono davvero fare la differenza. Anche all’economia di montagna.