In seguito agli abusi subiti in Questura dopo l’azione in piazza Maggiore durante il G7 Scienza e Tecnologia, una delle attiviste di Extinction Rebellion ha deciso di denunciare i fatti presso la locale Procura della Repubblica. La donna era stata fermata nel corso della manifestazione tenutasi a Bologna, in cui gli attivisti avevano esposto un grande striscione sulla Torre dell’Orologio davanti al palazzo del Comune recante la scritta “G7: La vostra tecnologia, il nostro collasso”. Nel frattempo, altri attivisti si erano seduti e incatenati davanti all’ingresso del palazzo. Portate in Questura, 21 persone furono poste in stato di fermo per più di 7 ore, senza ricevere né cibo né acqua, per poi essere denunciate con capi d’accusa pretestuosi tra cui violenza privata e danneggiamento aggravato. Sulla vicenda sono state depositate tre interrogazioni parlamentari indirizzate al Ministro dell’Interno dalle deputate Ascari del Movimento 5 Stelle, Cucchi e Zanella di Alleanza Verdi e Sinistra. Le deputate hanno sollecitato il Ministro Piantedosi ad avviare un’indagine interna al fine di verificare comportamenti impropri da parte delle forze dell’ordine e a prendere provvedimenti in tal caso.
Denuncia e interrogazioni fanno riferimento a quanto accaduto all’interno della Questura di Bologna il pomeriggio del 9 luglio: la donna venne fatta spogliare e piegare in un bagno sporco e nauseabondo della Questura sotto gli occhi dell’agente di polizia che la stava perquisendo. Negli ultimi giorni, inoltre, sono stati notificati otto fogli di via a tutte le persone coinvolte non residenti a Bologna, costrette a lasciare Bologna nel giro di 48 ore, e un avviso orale indirizzato alla donna vittima degli abusi proprio questa mattina. Entrambe le misure, che nascono nel contesto del codice antimafia, sono di esclusiva e autonoma competenza del Questore, e vengono sempre più utilizzata per criminalizzare il diritto di manifestare e per ridurre gli spazi di dissenso. Alcuni fogli di via sono addirittura stati notificati, in maniera illegittima e in contrasto con la normativa, anche a persone che vivono, lavorano e studiano a Bologna.
Molti osservatori, sia internazionali che italiani, da tempo denunciano la svolta autoritaria dei governi nella gestione delle piazze. Tra questi Michel Forst, inviato speciale dell’ONU per i difensori dell’ambiente, che definisce la repressione delle proteste pacifiche degli attivisti per il clima una minaccia per la democrazia. Allarme suscita anche il nuovo pacchetto sicurezza, in discussione alla Camera. Definito dalle opposizione “legge anti Gandhi”, secondo l’Associazione Antigone “Le norme spingono verso una criminalizzazione delle lotte sociali, trasformando in reati comportamenti che hanno a che fare con il disagio e la marginalità sociale, oltre che con le disuguaglianze economiche e con le grandi questioni sociali”.
In un’Italia dove la protesta viene criminalizzata e soprattutto in una città come Bologna, che si definisce “la città più progressista d’Italia”, Extinction Rebellion invita tutti ad alzare la voce.