Recita l’art. 3 della Costituzione: “Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge… nei limiti di bilancio della regione di residenza, secondo quanto stabilito dalla “Autonomia Differenziata”?

La riscrittura del più bell’articolo della nostra Costituzione diventerebbe così se si volesse mettere nero su bianco ciò che accadrà nella realtà materiale del Paese con il colpo al cuore inferto con l’approvazione della legge Calderoli sulla cosiddetta Autonomia Differenziata.

Paradossalmente il più grande strappo alla Costituzione del 1948 avviene attraverso l’approvazione di una legge ordinaria e non di una vera e propria Legge Costituzionale.

Infatti la legge Calderoli è già stata approvata grazie al voto compatto della maggioranza di governo, con quello che viene considerato un patto scellerato “spacca Costituzione” tra la Lega e Fratelli d’Italia e che prevede lo scambio della pressoché totale autonomia regionale con il premierato.

Paradossalmente lo scardinamento del principio di uguaglianza tra cittadini, la legge Calderoli, ormai controfirmata anche dal Presidente della Repubblica, si propone la piena attuazione della riforma costituzionale in senso federalista del Titolo V della Costituzione, riforma approvata nel 2001 dal Centro-sinistra e confermata in sordina da 10 milioni di elettori nel Referendum Costituzionale confermativo del 2001.

Oltre alla destra, che ricattata dalla Lega, respinse la riforma giudicandola troppo moderata, solo Rifondazione Comunista, per motivi diametralmente opposti, votò allora contro una riforma che rischiava di essere il Cavallo di Troia dei secessionisti padani. Il centro-sinistra venne accusato infatti di rincorrere la Lega sulla sua stessa strada.

Ad ogni modo mettendo da parte le polemiche del passato e guardando piuttosto al futuro, si è tenuto ieri sera a Roma, nella sede nazionale di Libera, il seminario pubblico “Autonomia Differenziata e Referendum” promosso dalla Rete dei Numeri Pari.

Per i promotori dell’iniziativa è indispensabile abrogare la legge Calderoli che spacca l’Italia, istituzionalizza le disuguaglianze, fa esplodere le povertà, peggiora le condizioni complessive del Paese, rafforza le mafie sui territori, esautora il Parlamento e divide la Repubblica.

É necessario salvare l’Unità della Repubblica per garantire l’effettiva eguaglianza dei diritti su tutto il territorio nazionale mobilitando i cittadini e le cittadine con la raccolta di oltre cinquecentomila firme autenticate sui quesiti che verranno presentati venerdì 5 luglio.

Le firme devono assolutamente essere raccolte entro settembre per arrivare in primavera a una grande battaglia sui referendum contro l’autonomia differenziata e sui quattro referendum che mirano ad estendere i diritti dei lavoratori, per i quali la CGIL é già arrivata al traguardo.

Parallelamente ciascuna della 5 regioni governate dal centro-sinistra può impugnare la legge con singoli ricorsi alla Corte Costituzionale e insieme possono chiedere un Referendum abrogativo: si tratta, ricordiamo, di Toscana, Sardegna, Emilia Romagna, Puglia e Campania.

Le forze politiche, sociali e sindacali presenti al seminario di ieri e i costituzionalisti intervenuti ritengono tuttavia necessario procedere anche alla raccolta delle firme come primo essenziale momento per avviare la mobilitazione, che ha il suo scoglio più grande nel quorum del 50%+1 degli elettori.

Su questa base con forte spirito unitario avviano un percorso di lotta i rappresentanti di ANPI, Arci, CGIL, Fiom, Unione Inquilini, Rete degli Studenti Medi, Libera, il Coordinamento Nazionale Comunità di Accoglienza, Baobab Experience, la Casa Internazionale delle Donne, Fondazione Basso, Disability Pride, Extinction Rebellion, Ultima Generazione e la Cooperativa Sociale Iskra, oltre ovviamente alla Rete dei Numeri Pari.

E’ scontata l’adesione del Professor Gaetano Azzariti di “Salviamo la Costruzione”, di Franco Russo a nome dei Comitati per il Ritiro di ogni Autonomia Differenziata, di Alfonso Gianni del Coordinamento per la Democrazia Costituzionale e di Antonello Ciervo di Giuristi Democratici.

Si impegnano a unire le loro forze nella battaglia a difesa della Costituzione: Marta Bonafoni a nome del Partito Democratico, Francesco Silvestri del Movimento 5 Stelle, Francesca Ruocco di Sinistra Italiana, Angelo Bonelli dei Verdi e Maurizio Acerbo del Partito della Rifondazione Comunista – Sinistra Europa.

Unità di scopo quindi e non per salvare l’esistente, che è indifendibile,  ma per indicare come via di uscita dalla crisi economica e sociale una strada diametralmente opposta a quella dell’egoistico “si salvi chi può”, ma la Via Maestra dell’attuazione della Costituzione, per dare gambe e ali al desiderio e al sogno di una società giusta e solidale di persone libere ed uguali.