Sabato 20 Luglio h 18 -20 in piazza, con il Collettivo Suburbe in un quartiere della periferia romana ( Trullo-Corviale), per parlare di consultori e di violenza di genere, insieme ad altre realtà quali il Coordinamento delle Assemblee delle Donne e Libere Soggettività del Lazio, che racchiudono altri collettivi e Assemblee sparsi per la città.

Perché a Corviale stavolta? Per ricordare Manuela Pietrangeli, l’infermiera che abitava in zona, uccisa dal suo ex compagno dopo essere uscita dal lavoro! Ennesimo femminicidio da chi in realtà dovrebbe essere parte della famiglia e proteggerti e invece…

Le mura domestiche nascondono drammi che non si riescono ad immaginare e fuori troppo spesso nessuno ti aiuta, non ti aiuta la legge, che dovrebbe tutelare tutti, non ti aiuta la società che ormai è diventata individualista e sempre più violenta, non ti aiuta la Rete familiare spesso inesistente o lontana e allora che si fa? Si vive una sorta di impotenza, che non può durare, bisogna reagire e denunciare, organizzare, agitarsi, incontrarsi e urlare non solo il nostro dolore, ma urlare alla politica politicante quali sono le cose da fare per evitare il ripetersi di questi episodi di violenza contro le donne e le libere soggettività. Non abbiamo bisogno di retorica e di decreti securitari come il decreto Caivano, ma abbiamo bisogno che non si chiudano i CONSULTORI.

La legge istitutiva del ’74 molto all’avanguardia, stabiliva che ci dovesse essere 1 Consultorio ogni 20.000 abitanti per essere davvero alla portata di tutte e tutti. Già perché il Consultorio non è solo per le donne, ma accoglie coppie, trans, famiglie, bambini, è un luogo aperto, non giudicante, ma accogliente con professionisti di Ginecologia e Ostetricia seri e capaci, ma anche rappresentanti delle altre professioni sanitarie, quali Infermieristica, Psicologia, Assistenti Sociali, altrettanto preparati e formati per lo scopo.

Nel Consultorio si può andare senza appuntamento e trovare chi ascolta senza giudicare e comunque è in grado di dare una risposta.
Si può andare per fare terapia di coppia o familiare e magari individuare i germi della violenza domestica!
Nel Lazio i Consultori rimasti sono purtroppo 1 ogni 65.000 abitanti e nel sud Pontino addirittura 1 ogni 85.000 abitanti. Chiudere i Consultori vuol dire che le Istituzioni stanno esercitando, di fatto, una Violenza sulle Donne.

È ora che si capisca che i CONSULTORI non rappresentano una spesa per lo Stato, ma sono investimenti per tutta la Società.
È ora che si capisca che le associazioni pro-vita ( tra l’altro finanziate non si sa bene da chi), non devono entrare nei Consultori, che rappresentano un luogo di Libertà, di Autodeterminazione , di Non Violenza.
La piazza di periferia, benché di un Sabato afoso di Luglio ha risposto bene e attentamente, chiedendo all’unanimità di ripristinare un Servizio fondamentale quale è il CONSULTORIO!