Il 2 agosto 1944, 80 anni fa, vennero sterminati 2.897 uomini donne e bambini Rom e Sinti nei campi di concentramento e sterminio di Auschwitz-Birkenau. Quella sera venne imposto loro il divieto di lasciare le abitazioni di legno e, nonostante la rivolta, vennero condotti nelle camere a gas e i loro corpi bruciati nei forni crematori. Per questo è stata scelta la data del 2 agosto per commemorare il “Samudaripen”. Ad Auschwitz-Birkenau furono uccisi almeno 23.000 Rom e sinti, mentre secondo le stime più accreditate in tutta l’epoca nazista furono circa 500.000 i Rom e sinti sterminati nei lager, nei ghetti o alla cattura. In alcuni paesi oltre l’80 % della popolazione rom e sinti venne sterminata. In Italia sotto il regime fascista di Benito Mussolini, le circolari dell’11 giugno 1940 e dell’11 settembre 1940, n. 44509 e n. 63462 permisero il rastrellamento e l’internamento nei campi di concentramento dei rom e sinti italiani e non. In Italia furono attivi tre campi di concentramento fascisti per rom e sinti: quello di Boiano e di Agnone, in provincia di Campobasso, e quello di Tossicia, in provincia di Teramo. Membri della popolazione rom e sinti furono poi catturati dall’Italia dopo l’8 settembre 1943.

Dopo la guerra, la rimozione dell’Olocausto dei rom e sinti fu immediata e la specificità del loro dramma subito negata. Nessun sopravvissuto fu ascoltato al processo di Norimberga, benché molte furono le testimonianze di altri sulle torture da essi patite. Nessuna conseguenza subirono due tra i loro maggiori persecutori: lo psichiatra Robert Ritter e la sua assistente Eva Justin, che avevano teorizzato le fondamenta pseudoscientifiche della loro persecuzione. Nel 1980, il Parlamento della Germania Occidentale riconobbe ufficialmente che la persecuzione dei Rom ad opera dei Nazisti era stata motivata dal pregiudizio razziale, aprendo così la possibilità, per la maggior parte dei rom e sinti, di fare domanda di risarcimento per le sofferenze e le perdite subite sotto il Regime nazista. Nel 2012 in Germania la cancelliera tedesca Angela Merkel e il presidente Joachim Gauck hanno inaugurato a Berlino il monumento dedicato ai 500mila rom e sinti uccisi dal nazifascismo nei giardini del Tiergarten, non lontano dal monumento dedicato alle vittime della Shoah del 2005.

Il Parlamento Europeo lo aveva già riconosciuto nel 2015, invitando tutti i paesi membri dell’Unione Europea a fare altrettanto. Visto l’importante anniversario e il fatto che l’Italia non ha ancora riconosciuto a distanza di 80 anni tale genocidio, è nata una proposta di legge di cui il promotore e primo firmatario è l’onorevole Devis Dori (AVS), ma che sarà firmata da tutto il gruppo parlamentare AVS. La proposta di legge nasce anche su spinta dello storico Andrea Vitello che ne ha curato la motivazione storica. Lunedì 29 luglio presso la sala stampa della Camera dei deputati, si è svolta la conferenza stampa, per presentare la proposta di legge in oggetto, alla quale hanno partecipato: Onorevole Devis Dori, AVS, primo firmatario e promotore proposta di legge; Onorevole Luana Zanella capogruppo AVS; Andrea Vitello storico, scrittore membro esecutivo nazionale GEV ha conseguito un diploma di perfezionamento allo Yad Vashem sulla Shoah, ha scritto vari libri e collabora con varie testate; Moni Ovadia attore, regista e scrittore; comm. dott Carla Osella presidente nazionale A.i.z.o. rom sinti direttore responsabile della rivista “Rom e sinti oggi” scrittrice di oltre 50 pubblicazioni è stata nominata presso il Parlamento di Belgrado World Roma Organization commissario internazionale del Porrajmos; Commendatore Santino Spinelli (musicista, docente universitario, scrittore). Gennaro Spinelli presidente nazionale UCRI.

La proposta di legge prevede che in occasione della Giornata nazionale tutti gli enti nazionali e locali e le scuole promuovano cerimonie, convegni e altre attività volte a ricordare il genocidio dei rom e dei sinti. Moni Ovadia, in un videomessaggio, ha detto: “Sono trascorsi ottant’anni dal genocidio di rom e sinti e ancora non si è provveduto a riconoscere il loro martirio” perché “il nostro cosiddetto mondo civilizzato, in particolare l’Occidente, porta in sé ancora i semi del razzismo e del colonialismo, ed è molto grave”. Ovadia aggiunge: “Agli ebrei è stato riconosciuto il genocidio mentre a rom e sinti no, e questo perché gli ebrei sono entrati progressivamente nel salotto dei vincitori e si sono progressivamente omologati alla società dei vincitori occidentali”, mentre i rom e i sinti “hanno mantenuto il loro rilevante status di alterità, e questo è un grandissimo merito”.

La capogruppo di Alleanza Verdi Sinistra, Luana Zanella, ha affermato: “credo sia veramente un’occasione per conoscere la nostra storia: e parlo della nostra storia di cittadine e cittadini italiani. Dobbiamo costruire una società a misura delle differenze: a me non piace neanche tanto utilizzare la parola inclusione, perché inclusione spesso significa omologare”. “Se la differenza non viene vista, e viene impedita anche di agire in positivo nella società, questo è l’inizio della discriminazione. E la discriminazione non la superi solo per legge, bisogna che ci siano delle pratiche sul territorio, delle politiche che indichino effettivamente attraverso l’esempio”.

Lo storico Andrea Vitello ha affermato che lo scopo della presente proposta di legge non è solo quello di garantire alla comunità rom e sinti il diritto alla memoria, inviolabile e sacro per ogni uomo, popolo e nazione, nel patrimonio civile e culturale dell’Italia, ma contribuire a combattere il pregiudizio e la discriminazione di cui questa popolazione è ancora vittima. Visto anche l’anniversario l’approvazione di questa legge aiuterebbe anche la riscoperta di questo genocidio nelle scuole e nell’opinione pubblica al fine di mantenere viva la sua memoria storica. Ad oggi in Italia secondo il Consiglio d’Europa vivono circa 110.000 o 170.000 persone rom e sinti, di cui circa 70.000 con cittadinanza italiana, quindi circa lo 0,25% della popolazione, una tra le percentuali più basse in Europa. Tuttavia l’Italia non gli ha ancora riconosciuto lo status giuridico di minoranza linguistica, cosa che ha riconosciuto con la legge n. 482 del 15 dicembre 1999 recante “Norme in materia di tutela delle minoranze linguistiche storiche” a 12 minoranze linguistiche: albanese, catalana, germanica, greca, slovena, croata, francese, franco-provenzale, friulana, ladina, occitana e sarda. Il mancato riconoscimento di questo status rappresenta una discriminazione che soltanto una successiva legge potrà aggiustare. Inoltre nel maggio 2024 il Comitato europeo dei diritti sociali del Consiglio d’Europa, all’unanimità ha prese la decisione secondo cui l’Italia ha gravemente e sistematicamente violato la Carta sociale europea riguardo alla situazione abitativa dei rom, e quindi deve promuovere un cambiamento nelle politiche discriminatorie italiane in materia di alloggio. Tale decisione è arrivata a seguito di una denuncia presentata da Amnesty International il 18 marzo 2019, e attualmente non vi sono stati miglioramenti considerevoli. Per questo l’approvazione di questa legge dovrà rappresentare il primo nuovo passo contro la discriminazione contro i rom e sinti in Italia.