Il 25 luglio del 1943 il Gran Consiglio del Fascismo approvò a maggioranza un ordine del giorno presentato dal gerarca Achille Grandi che di fatto sfiduciava Mussolini.

Il Gran Consiglio del Fascismo era l’unico organo della dittatura che avrebbe potuto prendere una decisione simile, ma questa ipotesi sembrava impensabile perché il regime fascista si identificava completamente con la figura del Duce.

In quei festeggiamenti di un popolo che aveva ritrovato la parola e il coraggio sta davvero l’inizio della rivolta contro la guerra, il fascismo e persino contro la monarchia.

A Campegine, nella casa della famiglia Cervi, contadini antifascisti, persone colte di solidi ideali cristiani, socialisti e comunisti, si prepararono tavolate per festeggiare con una pastasciuttata offerta a tutto il paese.

Pasta fatta in casa con acqua e farina, burro e parmigiano: cibo semplice, ma da giorno di festa, e sicuramente non mancò il vino rosso.

In quelle tavolate di Campegine e nelle feste spontanee che si svolsero ovunque in Italia si decretò che il fascismo e la guerra dovevano finire.

Sappiamo che la strada fu durissima e lastricata di immani sofferenze: Badoglio inizialmente affermò che la guerra sarebbe continuata a fianco dei nazisti e non esitò a far sparare sui manifestanti, salvo trattare in segreto l’armistizio dell’8 settembre 1943, lasciando l’esercito allo sbando e favorendo l’occupazione nazista.

La Resistenza antifascista garantì, con quasi due anni di guerra partigiana contro l’occupazione nazista, il regime fascista, e contro la stessa guerra, la rottura con il passato e l’avvento della Repubblica Democratica.

É questa la ragione per cui in tutta Italia l’Associazione Nazionale Partigiani d’Italia festeggia il 25 luglio con innumerevoli feste in piazza, le “Pastasciuttate Antifasciste”, che si tengono da Nord a Sud in borghi, cittadine e nei quartieri delle principali città.

Quest’anno l’Anpi ha avviato la raccolta delle firme per il referendum abrogativo della legge sulla cosiddetta Autonomia Differenziata.

L’Autonomia Differenziata, o secessione dei ricchi, rappresenta un colpo al cuore alla nostra Costituzione e al suo fondamentale articolo 3, che prevede l’uguaglianza dei diritti tra tutte le cittadine e i cittadini senza subordinarli alla regione, più o meno ricca, in cui uno risiede.

Non si tratta di difendere l’esistente, ma di favorire solidarietà e cooperazione tra le nostre venti regioni senza smembrare la Repubblica in venti ridicoli staterelli.

Panzanella, pastasciutta, vino rosso, acqua pubblica e cocomero fresco sono stati offerti anche nell’edizione della Pastasciutta Antifascista organizzata in piazza al Trullo dalla sezione ANPI Trullo-Magliana “Frano Bartolini”, la prima sezione di Roma e Provincia per il numero degli iscritti, ben 214 nel 2023.

Il Trullo è una storica borgata popolare di Roma, dove Pasolini girò “Uccellacci e uccellini” e dove Gianni Rodari ambientò e scrisse con i bambini di una classe delle elementari “La torta in cielo”. Oggi è un quartiere fortemente interetnico che mantiene solide radici antifasciste.

Durante la serata con un collegamento in diretta il Partigiano Mario di Maio ha cantato una canzone sul bombardamento di San Lorenzo. Ottima e apprezzata è stata la musica della “Titubanda Street” e del “Mom Duo Acustic Folk”. Il coro della sezione ha proposto “E quando Mussolini andò al Balcone” e il TeaTrullo Antifascista due talking: il primo contro la guerra –  “Nessuno fece nulla”, tratto da “Indicazioni stradali sparse per terra” del bosniaco Nedžad Maksumić, mentre il secondo ricostruisce la storia e il valore politico e sociale della vita della famiglia Cervi.

Presente alla festa il Presidente del Municipio, che ha assicurato l’impegno dell’Amministrazione a realizzare un nuovo murales dedicato al partigiano Giuseppe Testa.

Il Presidente Nazionale dell’Anpi Gianfranco Pagliarulo è intervenuto invitando calorosamente tutti i presenti a firmare il referendum e a godersi la festa popolare.

Erano presenti più di duecento persone e naturalmente tutto il lavoro necessario per la realizzazione della festa è stato volontario, come da antica e consolidata tradizione.

Inaspettata è arrivata alla festa anche la Segretaria Nazionale del PD, accolta con cordialità e simpatia da molti, ma anche da qualche malumore e da civili e garbate espressioni di dissenso, sicuramente messe in conto.

Un amico, ad esempio, ha interloquito per vari minuti con Elly Schlein per chiedere che ci sia finalmente nei confronti di Israele una politica consequenziale rispetto al genocidio in atto e non l’accoglienza con tutti gli onori del presidente Herzog.

Sulla cancellata sono stati appesi due striscioni fatti dalla sezione: “Sotto le macerie di Gaza, l’Occidente ha sepolto la propria umanità” e “No alla guerra, no alle armi. Disarmo totale, Italia neutrale.”

Io non ho resistito e mi sono avvicinato a Elly Schlein.

“Piacere, onorevole, (stretta di mano), sono un insegnante elementare…”

Sorriso sincero.

“… e insegno al Trullo”

Sorriso compiaciuto.

“Onorevole, le armi alimentano le guerre, sempre, lo sanno anche i bambini. Perché il Partito Democratico non lo capisce?”

Sorriso di ghiaccio, silenzio.