Il 25 agosto 2024 a Sarnath – località dell’India posta nella parte orientale dello stato federato dell’Uttar Pradesh, a circa dieci chilometri a nord del centro cittadino di Varanasi – si terrà il convegno sulla pedagogia non-dualista di Alice School Project, progetto educativo ideato dal Maestro Valentino Giacomin con il fine di creare un ponte tra Oriente ed Occidente per educare le nuove generazioni in nome dell’istruzione e della saggezza. Al convegno sono stati invitati studiosi buddhisti e induisti per una analisi critica della visione delle scuole di Alice nel mondo, ma soprattutto per dare uno sguardo sui risultati che esso sta apportando.

L’educazione non-dualista è un nuovo paradigma educativo così innovativo e diverso da catturare l’attenzione di molti studiosi, educatori e pensatori contemporanei, come è stato per l’ecofilosofa italiana Gloria Germani che, nel giugno 2014, ha dato alle stampe il libro “A scuola di felicità e decrescita: Alice project”.

Progetto Alice offre una via illuminante per affrontare la crescente crisi dell’educazione a livello globale. Riconnettendo la pedagogia moderna alle antiche tradizioni indù e buddhiste e supportato dalle recenti scoperte scientifiche moderne (come la fisica quantistica e le neuroscienze), il progetto Alice propone di portare a una trasformazione radicale nel modo in cui educhiamo le prossime generazioni, compiendo anche cambiamenti rivoluzionari nel modo in cui pensiamo e facciamo “scienza”, senza ovviare il contesto filosofico, culturale e spirituale.

Valentino Giacomin ha sviluppato il suo insegnamento ispirandosi ai concetti basilari del non-dualismo vedico e del vuoto buddhista, trovando parallelismi con le scoperte della fisica quantistica, che si sono rivelate molto più complesse e interconnesse di quanto la fisica classica avesse immaginato. Questo affascinante incontro tra la filosofia orientale e la scienza moderna fornisce la base teorica definitiva per il Progetto Alice. In questo contesto, l’educazione transpersonale e spirituale proposta dal Progetto Alicia rappresenta una via d’uscita al disincanto, al disinteresse, al mero utilitarismo e al riduzionismo pedagogico che, nato in Occidente, si sta diffondendo in tutto il mondo.

Se, come credono alcune tradizioni orientali, “la mente crea il proprio mondo”, allora è possibile cambiare l’insegnamento per creare dalla conoscenza, compassione e saggezza persino alla capacità di conoscere. Le neuroscienze hanno fornito un insieme di dati che supportano l’idea del Progetto Alice. La teoria delle perturbazioni, che mostra come due particelle possano essere “connesse”, è una potente analogia per comprendere l’importanza delle relazioni umane e sociali nella disciplina, indipendentemente dalla distanza.

A partire da questi temi, l’evento organizzato dal Progetto Alice può cambiare il mondo dell’istruzione e dell’educazione. Il convegno in India rappresenta un passo cruciale verso la diffusione di una pedagogia non-dualista, promuovendo un mondo in cui l’educazione non solo informa, ma trasforma radicalmente la coscienza e la vita degli studenti.

Il dialogo tra l’insegnamento transpersonale orientale e l’insegnamento tradizionale occidentale, supportato dalle nuove scoperte della fisica quantistica e delle neuroscienze, ha creato un ponte che può trasformare il modo in cui insegniamo e apprendiamo. La saggezza indiana e le scoperte scientifiche rivoluzionarie si uniscono per fornire soluzioni innovative e olistiche alla crisi globale dell’istruzione, drammaticamente invasa dalle logiche perverse del profitto, delle abilità tecniche, della carriera professionale e della società industriale di massa.

Come ha spiegato Giacomin: “Il Progetto Alice non è solo un esperimento accademico, ma una visione del futuro dell’umanità”.