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Corte internazionale di giustizia: Israele fuori legge! La CIG ha ritenuto che non vi siano ragioni convincenti per rifiutare di esprimere un parere consultivo richiesto dall’Assemblea generale ONU

La Corte internazionale ha respinto le argomentazioni avanzate da Stati Uniti e Canada, i quali avevano chiesto alla CIG di rifiutare di esprimere un parere sulla legalità dell’ occupazione israeliana

La CIG afferma che la politica di insediamento di Israele viola la Quarta Convenzione di Ginevra   afferma – altresì – che Gaza è effettivamente occupata da Israele nonostante il disimpegno del 2005. Pertanto, ordina ad Israele di pagare “risarcimenti completi”, restituzioni e compensazioni a tutti i palestinesi per tutti gli “atti illeciti” compiuti durante l’occupazione dal 1967. Inoltre ordina a Israele di evacuare ogni singolo insediamento nei territori occupati. La CIG ha confermato che gli accordi di Oslo non possono essere intesi come un’eccezione agli obblighi di Israele in quanto potenza occupante. La CIG ha respinto le argomentazioni secondo cui la questione della Palestina è una questione bilaterale tra Israele e Palestina e ha confermato che è di particolare interesse e preoccupazione per le Nazioni Unite.

consulta la decisione CIG su ecoinformazioni

 

La Tunisia è sempre più una democratura: il “populista” Saied conferma la sua candidatura alla presidenza e  dichiara beffardamente la fine della personalizzazione del potere nel paese

L’annuncio è arrivato ufficialmente via Facebook. Il voto del 6 ottobre resta comunque una formalità. Il presidente ha fatto arrestare tutti gli avversari più pericolosi. Ha azzerato ogni rapporto con i corpi intermedi, specialmente con il mondo dei media. A lui interessa solo il rapporto diretto con il popolo.

Non sorprende – scrive Negrizia – che Saied abbia scelto di annunciare la sua candidatura attraverso un canale social anziché utilizzare i media tradizionali. Durante i suoi cinque anni al potere, il presidente populista ha rilasciato poche interviste e ha preferito comunicare direttamente con il pubblico, principalmente attraverso la pagina ufficiale della presidenza su Facebook. L’ex docente universitario mal sopporta le domande dei cronisti nei suoi incontri pubblici. Applica lo slogan elettorale «il popolo vuole», credendo nella comunicazione diretta tra lui e la sua popolazione, utilizzando meccanismi che bypassano le istituzioni tradizionali, ritenute «inefficienti». Questo spiega la riduzione del ruolo delle istituzioni intermedie e la centralizzazione crescente del potere in nome e con l’obiettivo di raggiungere un modo di governo diretto e personale per il popolo.

leggi la notizia completa su Nigrizia

 

Rapporto Openpolis: “Restano troppe le famiglie con figli che non fanno vacanze”. Si tratta di una compromissione delle opportunità formative e del diritto al gioco e al tempo libero per molti minori

Sintesi del quadro dei dati: il 4,5 il calo in punti percentuali della quota famiglie con un figlio che non si sono potute permettere una settimana di vacanza fuori casa tra 2021 e 2022; il fenomeno comunque resta grave e riguarda il 30% delle famiglie con uno o due figli e il 45% con almeno 3 figli. Ciò significa una compromissione delle opportunità formative e del diritto al gioco e al tempo libero per molti minori; l’ 83,8% dei comuni a basso reddito e con alta incidenza di famiglie monoreddito con figli a carico si trova nel mezzogiorno

Per molte persone l’arrivo di agosto significa il vero inizio delle vacanze estive. Con la possibilità di trascorrere alcuni giorni lontano da casa, dal lavoro, dalla scuola. Questa prerogativa però per tante famiglie non è affatto scontata. Nel 2022 il 35,9% dei nuclei ha dichiarato di non potersi permettere una settimana di ferie lontano da casa. In presenza di uno o due figli minori la quota si attesta attorno al 30%, con almeno 3 figli sale fino al 45,7%. Dopo i segnali di crescita registrati tra 2020 e 2021, si tratta comunque di un parziale miglioramento. Nel 2021 infatti oltre un terzo delle famiglie con uno o due figli aveva rinunciato alle vacanze, quota che superava la metà in presenza di almeno 3 figli. Ciononostante il fenomeno resta ampio. In questo articolo, abbiamo approfondito meglio la tendenza alla rinuncia delle vacanze per motivi economici, cercando di capire anche le sue cause a livello locale. A partire dall’incidenza, comune per comune, dei contribuenti a basso reddito e dei nuclei monoreddito con figli. Rispetto al 2021, nel 2022 è diminuita la quota di nuclei con figli che non possono permettersi vacanze lontano da casa. Ciononostante il fenomeno resta ampio. Riguarda il 30,2% delle famiglie con un figlio minore, il 29,9% con due bambini e sale al 45,7% in presenza di almeno 3 figli. Cosa  significa tuttociò? Significa che ampie parti della popolazione, tra cui molti bambini e ragazzi, devono rinunciare a esperienze importanti, di svago ma anche formative. Sul primo aspetto, le vacanze estive rappresentano per bambine e bambini un momento in cui dare concretezza al diritto al gioco e al tempo libero, riconosciuto dalla convenzione Onu sui diritti dell’infanzia. Inoltre, offrono anche la possibilità di condividere esperienze con la propria famiglia, anche di formazione e crescita. Si tratta di prerogative fondamentali per tutti i minori, a maggior ragione durante la sospensione delle attività scolastiche. Senza contare il rischio di sottostima delle cifre appena viste, che va tenuto sempre presente quando si parla di questo tipo di dati sulla deprivazione. Una cautela che la letteratura internazionale ha spesso rimarcato.

approfondimenti del rapporto su openpolis

 

Autonomia differenziata e premierato, un’idea reazionaria di Paese. Massimo Bussandri (CGIL): “La Legge Calderoli non nasce come un fungo nel deserto, si colloca dentro una precisa idea di Paese del Governo Meloni e delle forze politiche che lo sostengono”

Riprendiamo un estratto dell’intervento del segretario generale dell’Emilia Romagna  della CGIL, Massimo Bussandri, pubblicato su Volere la Luna. Una critica implacabile che denuncia qual è il progetto portato avanti dalla fascistoide compagine governativa che non è solo anti-costituzionale (“cioè antitetico ai principi e ai valori della nostra Costituzione”), ma “pre-costituzionale”, nel senso che considera il patto antifascista sancito dalla carta fondamentale repubblicana “come un accidente della storia”. Infatti, non è sfuggita a Bussandri la dichiarazione resa all’ultimo congresso della CGIL, allorquando la premier “afascista” Giorgia Meloni  faceva risalire al 17 marzo 1861 il suo universo valoriale, come “data fondativa e fondamentale del nostro Paese…  data di costituzione ufficiale del Regno d’Italia”

Al netto della contraddizione (forse solo apparente) con lo sponsorizzare adesso un’idea di Italia delle piccole patrie, con quell’affermazione Meloni ha voluto lanciare due messaggi molto chiari: primo, tutto ciò che è venuto dopo il 17 marzo 1861 ha piena legittimità nella storia del Paese, compreso il ventennio fascista; secondo, la Costituzione Repubblicana non è la carta fondamentale della nostra Repubblica ma rappresenta la vittoria momentanea di una parte e di un pensiero politico (o di un insieme di pensieri politici), e come tale può essere messa in discussione, stravolta, mandata in soffitta. Se non partiamo da questa premessa non riusciamo a comprendere fino in fondo il pericolo rappresentato dalla Legge Calderoli, purtroppo già approvata, e dal disegno di legge sul “premierato forte” il cui iter parlamentare è già avviato. E se mettiamo in fila gli altri provvedimenti più importanti finora adottati dal Governo Meloni (le due leggi di bilancio e i due DEF messi in campo, la delega fiscale, il cosiddetto “decreto Cutro”, il cosiddetto “decreto primo maggio”, il decreto su salari e contrattazione) il progetto di Paese che emerge e si articola in tre o quattro punti è esattamente questo: 1) le politiche economiche e sociali affidate al mercato e ai grandi players privati; 2) al Governo e allo Stato il compito di definire il tratto identitario della “nazione” ; 3) il lavoro ridotto a fattore della produzione se non a merce; 4) lavoratori e pensionati non soggetti titolari di diritti ma destinatari di politiche paternalistiche. La sintesi di questo progetto è proprio il disegno di grande riforma istituzionale, e in parte costituzionale, che tiene insieme premierato forte e autonomia differenziata. Una grande riforma che da un lato vuole un esecutivo plenipotenziario, svincolato da ogni controllo parlamentare, titolare esclusivo del rapporto con le Regioni, con un premier che a quel punto sconfina nel cesarismo, e dall’altro Regioni formalmente dotate di maggiore autonomia e di più poteri decisionali, ma in realtà nella sostanza schiacciate dentro un rapporto tutto verticalizzato con il Governo e prive delle competenze e delle risorse per poter davvero gestire quel pacchetto complesso di materie.

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Appello delle associazioni: “Fermare una tragica nostalgia di manicomio e reagire”. Mobilitazione indetta per il 22 e 23 novembre

Il Coordinamento nazionale per la salute mentale ha lanciato un appello per fermare una tragedia nostalgica del sistema manicomiale, una vera e propria minaccia quella  costituita dal Disegno di legge 1179/2024 – recante  “Disposizioni in materia di tutela della salute mentale” – presentato il 27 giugno dal senatore Zaffini (da altri ventidue senatori di Fratelli d’Italia e due di Noi Moderati). Questa iniziativa legislativa, scrivono dal Coordinamento:  “preoccupa e indigna chi, come noi, ha a cuore il diritto alla salute mentale di ogni persona, sancito dalla nostra Costituzione e affermato con la legge 180/78, la cosiddetta Legge Basaglia, che ha posto fine a secoli di abusi nei confronti di migliaia di persone obbligate all’internamento nei manicomi, restituendo loro libertà, dignità e accesso ai diritti”

Sappiamo bene che la riforma Basaglia, pur positiva e ricca di successi, non è stata pienamente applicata. Mentre oggi una grave crisi colpisce il nostro Servizio Sanitario Nazionale, indebolito da tagli e spinte privatistiche, e si sfalda la rete, spesso ancora precaria, dei servizi sociali nei territori. Lo stato di debolezza dei Dipartimenti di Salute Mentale che devono assicurare il diritto alla salute mentale e alle cure, espone sempre più le persone con sofferenza e i loro familiari a un’inaccettabile condizione di abbandono, di prestazioni frammentate, per lo più farmacologiche, di internamento in strutture residenziali istituzionalizzanti e cronicizzanti. Crescono stigma e pratiche non rispettose dei diritti, la più estrema è la contenzione meccanica. Gravissima è la situazione nelle carceri e nei centri per migranti. Mentre crescono povertà e insicurezza, le operatrici e gli operatori del servizio pubblico, delle cooperative sociali, dell’organizzazioni del terzo settore operano in condizioni difficili, di estrema debolezza e precarietà che si riflettono sulla qualità dell’assistenza. Così anche le esperienze più qualificate e avanzate rischiano di arretrare. Di fronte a questa situazione, che espone a grandi bisogni e a gravi problemi le persone con sofferenza mentale, i loro familiari e gli stessi operatori, invece di potenziare e finanziare le tante opportunità offerte dalla legge 180, sperimentate con successo in molte realtà del nostro paese, il disegno di legge Zaffini offre vecchie, fallimentari ricette. Soluzioni che propongono, di nuovo, la pericolosità della persona con sofferenza, che ritorna ad essere oggetto di controllo e custodia. Ritornano “misure di sicurezza” speciali (in capo a “Ministro dell’interno e Ministro della Giustizia, sentito il Ministro della Salute), che riportano ai tempi di una psichiatria manicomiale controllata da Viminale e Potere giudiziario. Infine vengono sdoganati per legge “misure e trattamenti coattivi fisici, farmacologici e ambientali” (con modalità che evocano senza nominarlo il regolamento manicomiale del 1909), invece di valorizzare ed estendere le pratiche di alcuni servizi che operano da tempo senza il ricorso alla contenzione. Il TSO raddoppia la durata a 15 giorni, “prolungabile”. Vengono previste, per gli ASO e i trattamenti urgenti in attesa del TSO, non ben definite “strutture idonee per l’effettuazione di osservazioni cliniche”, un possibile aumento del numero degli SPDC, quindi di servizi ospedalieri, invece di potenziare i servizi territoriali previsti dalla Legge 180. Si prevede l’istituzione in carcere di non ben identificate “sezioni sanitarie specialistiche psichiatriche” … dove é possibile effettuare il TSO – in contrasto con la Legge 833/78 che lo prevede negli ospedali generali. Viene aumentato il numero di posti in ogni Rems – invece di abolire il Codice Rocco “doppio binario” – non imputabilità – e di strutture speciali per i folli autori di reato, invece che misure alternative alla detenzione e al carcere, luogo patogeno e criminogeno. Insomma un disastro, e proprio nel centenario di Franco Basaglia. Noi non intendiamo subire questa deriva repressiva e neomanicomiale: da subito – con questo Appello – respingiamo i disvalori e i contenuti del DdL Zaffini e quindi con un richiamo alla mobilitazione, anche in vista della II Conferenza nazionale autogestita per la Salute Mentale convocata a Roma il 22 e 23 novembre 2024, che deve diventare un grande momento di lotta e di proposta per affermare “Salute Mentale per Tutti: riprendiamoci i Diritti”.

LE PRIME ADESIONI:
Associazioni – Coordinamento nazionale per la Salute Mentale; ConF.Basaglia; UNASAM; Società Italiana di Epidemiologia Psichiatrica; ass. Franca e Franco Basaglia; Lisbon Institute of Global Mental Health; ass. Salute Diritto Fondamentale; ass. Archivio Basaglia; Psichiatria Democratica; ass. Antigone; StopOpg; SOS Sanità; Salute Internazionale, Rete Salute Welfare Territorio; La Società della Ragione; Club SPDC No Restraint; Forum Droghe; Campagna per la Salute Mentale Milano; Cipes Centro d’Iniziativa Promozione della Salute e l’Educazione Sanitaria; Fondazione Zancan; ass. Forum Salute Mentale; Medicina Democratica; Curiosamente APS (LO); LiberaMente OdV Lovere (Bg); Coop. Clarabella Iseo; Associazione Sarda per l’Attuazione della Riforma Psichiatrica; Associazione Insieme per la Disabilità ODV;  Dedalus Cooperativa Sociale; Associazione Festiva dei Matti, Associazione “Tutti in Volo”(FG); Progetto “Sportiva…Mente”(FG); “Rete Italiana Noi e le Voci”; Associazione 180amici Puglia; Coordinamento Associazioni pugliesi “Oltre il Silenzio”; Movimento pugliese “Rompiamo il Silenzio”; Associazione Meravigliosa Mente ODV; Consulta di Utenti e Familiari del Dipartimento dì Salute Mentale di Palermo; Ass.Casa del Popolo APS Campobasso; Associazione 99%; AFASM APS; Rosa Spina del Mah,Boh!; AFADIPSI;RCA – Rete per la Costituzione e l’Antifascismo; Associazione Prima la Comunità; ARCI Valle Susa-Pinerolo; Laboratorio sociale “la Città di sotto”
Persone – Benedetto Saraceno, Giovanna Del Giudice, Mauro Palma, don Virgilio Colmegna, Giovanni Rossi, Nerina Dirindin, Maria Grazia Giannichedda, Gisella Trincas, Alberta Basaglia, Fabrizio Starace, Francesco Maisto,  Antonello D’Elia, Pietro Pellegrini, Cristiano Zagatti, Stefano Cecconi, Valentina Calderone, Stefano Anastasia, Patrizio Gonnella, Grazia Zuffa, Franco Corleone, Peppe Dell’Acqua, Pietro Barbieri, Tiziano Vecchiato, Andrea Morniroli,  Stefano Vecchio, Daniele Pulino, Anna Maria Accetta, Vito D’Anza,  Gavino Maciocco, Macio Fada, Giulio De Nicola, Giovanni Galluccio, Michele Passione, Domenico Tancredi, Raffaele Barone, Guido Pullia, Stefania Amato, Felicia DiFrancisca, Enrico Cavalli, Anna Garbelli, Massimo Mari, Eros Lamaida , Roberto Buoninconti, Enrico Tresca, Gaetano De Mattia, Donato Morena, Enzo Cuomo (Vocidal Manicomio), Giancarlo Pera, Mario Novello, Maria Bagnia, Emilio Lupo, Domenico Castronuovo, Roberta Meazzi, Doralice Malanchin, Stefano Naim, Sara Manzoli, Simona di Rosa, Vittorio Agnoletto, Antonio Luchetti, Gianfranco Pitzalis, Carla Rizzo, Natalia Barillari, Roberto Pezzano, Günther Plaickner, Ermelinda Zeppetelli, Fausto Antonio Campanozzi, Carmína Conte, Emanuela Ferri, Eleonora Garofalo, Denise Amerini, Simonetta Duretto, Antonello Murgia, Maria Antonella Barbagallo, Anna Felcher, Gabriella Ferrari Bravo, Silvia Lorenzini, Sandra Zampa, Margherita Medugno, Paola Borghesi, Fiamma Negri, Giuseppe Aragno, Mirco Zanaboni, Antonio Barbone, Michele Tancredi, Grazia Turchi, Alfio Stefanic, Mario Varrucciu, Piero Infantino, Marco Balboni, Ezio Cristina, Alice Banfi, Giovanna Sangineto, Antonia Coppola, Alessia Maria Giura, Sirio Morini, Rocco Michelangelo Canosa, Chiara Giunti, Benedetta Innocenti, Anna Poma, Gianfranco Rizzetto, Antonio Macri, Giorgio Carrai, Daniela Cataldo, Rosa Landa, Michele Catiniello, Carlo Minervini, Margherita Sestieri, Luigia Cimatti, Vincenzo Cuoco, Filippo Cantalice, Adele Vignola, Loredana Cerutti, Genny Zambelli, Maria Luisa Mattiuzzo, Antonio Andreoli, Giuseppe Pillo, Giovanna Barlassina, Gian Luca Garetti, Roberto Budini Gattai, Lorenzo Strik Lievers, Paola Ceccherini, Marcello Macario, Elena Scirea, Elena Zidda, Loretta Tononi, Rosa Maria Caliandro, Hassan Bassi, Franco Riboldi, Mariella Genchi,  Michele Grossi, Patrizia Del Vecchia, Manuela Ciosci, M.Laura Mattiello, Rita Melis, Stefano Galletto, Alessandro Montisci, Marco Riccomini, Maurizio Davi, Luca Baselice, Giuseppe Aragno, Vic Bongiorno, Rita Coppola, Pino Cotarella, Vincenzo Delehaye, Aristide Donadio, Gigi Donadio, Fabio Rocca, Nicola Pagano, Enrico Lacoce, Ciro Tarantino, Gianfranco Pitzalis, Valentina Grigoli, Patrizia Carta, Irene Lacoce, Alfredo Garofalo; Silvana Appiano; Luca Bertagna, Michele Poli, Sabrina Marangon, Serena Goljevscek, Francesco Schiaffo, Franca Carusi, Giuliana Marelli, Carlotta Baldi, Concetta Romeo, Riccardo Giampaolo  …
per aderire scrivi a: info@conferenzasalutementale.it \ fonte.conferenzasalutementale

 

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