66 migranti dispersi al largo della Calabria nel naufragio di un’imbarcazione partita otto giorni fa dalla Turchia.  Tra di loro almeno 26 bambini, alcuni di pochi mesi. Soltanto 12 i superstiti salvati da una nave commerciale di passaggio. Sono afghani, iraniani, curdi e siriani fuggiti da guerra e repressione. I superstiti hanno raccontato che il motore si era incendiato e che da tre o quattro giorni imbarcavano acqua. I criminali scafisti non avevano fornito i migranti di salvagente e alcune imbarcazioni non si sono fermate per aiutarli.

Il team di Medici Senza Frontiere a Roccella Jonica, dove l’organizzazione è presente dal 2022, si è mobilitato per offrire assistenza alle persone sopravvissute al naufragio avvenuto nella notte tra il 16 e il 17 giugno nel Mar Ionio.

Al momento il team MSF ha supportato le attività di prima assistenza per 12 persone, tra cui una donna deceduta poco dopo lo sbarco a causa delle gravi condizioni mediche in cui si trovava. I sopravvissuti stanno ricevendo adesso assistenza medica nelle strutture locali.

“Questa mattina eravamo al porto e abbiamo supportato le attività di prima assistenza per i sopravvissuti. La scena era straziante, davanti a noi persone traumatizzate, il dolore si toccava con mano. Vedere annegare un parente o un amico è sempre orribile” ha raccontato Shakilla Mohammadi, mediatrice interculturale di Medici Senza Frontiere a Roccella. “Ho parlato con un ragazzo che ha perso la sua fidanzata”.

Altri 11 migranti sono risultati dispersi al largo delle coste libiche, mentre 54 sono stati salvati dalla nave umanitaria Nadir della ong ResQship. I sopravvissuti sono stati condotti dalla Guardia di Finanza a Lampedusa. A pochi giorni dal 20 giugno, Giornata Mondiale del Rifugiato, secondo l’OIM nel Mediterraneo dall’inizio dell’anno sono morte 800 persone, quasi 5 al giorno.

Fonti:

Anbamed
Medici senza Frontiere