Abbiamo intervistato Elena Milli, Project Officer del Polo Europeo della Conoscenza – I.C. Bosco Chiesanuova che ha co-coordinato il progetto europeo Erasmus+ Movimento di Scuole senza Plastica.

Innanzi tutto, puoi darci una descrizione sintetica del progetto?

Movimento di scuole senza plastica – Schools Plastic freE Movement SPEM è un progetto europeo di supporto alla riforma politica educativa finanziato dal programma Erasmus+ (https://schoolplasticfreemovement.org/ ), coordinato dal Polo Europeo della Conoscenza I.C. Bosco Chiesanuova (rete di nazionale di istituzioni educative, ente pubblico non profit per la ricerca e l’innovazione pedagogica)

Il progetto europeo nasce dalla volontà di promuovere un modello educativo inclusivo per l’insegnamento delle STEM (Scienze, Tecnologia, Ingegneria, Matematica) che coinvolga attivamente gli studenti dai 5 ai 13 anni in modo che possano sviluppare la coscienza ecologica e le conoscenze scientifiche per la salvaguardia dell’ambiente. Il progetto mira ad avvicinare i giovani studenti alle scienze naturali sia nel presente (migliorando i risultati scolastici di alunni con difficoltà attraverso metodologie partecipative) che nel futuro (promuovendo le carriere nella ricerca scientifica per la salvaguardia del pianeta). Il problema dell’inquinamento del pianeta e della plastica sono stati al centro delle ricerche dei veri attori del progetto: i bambini. I giovani studenti sono stati invitati a identificare alternative all’uso quotidiano della plastica e a creare i loro progetti eco-sostenibili, come fossero scienziati e ricercatori universitari (in modo da stimolare loro la curiosità e l’interesse verso queste professioni future).

Il progetto è stato sviluppato da una partnership di 8 organizzazioni da 6 paesi europei: Italia (Polo Europeo della Conoscenza, ente coordinatore), Spagna (ministero dell’educazione della regione Castilla y Leon e Università di Burgos), Portogallo (associazione Make it Better), Lituania (Provveditorato dell’Educazione della provincia di Panevėžys), Macedonia del Nord (associazione Friends of Education) e Turchia (Ministero nazionale dell’educazione e Università di Gazi-Ankara). In questi 3 anni di progetto i partner hanno sviluppato numerose attività e risorse utili per gli insegnanti interessati, corsi di formazione in presenza ed online, attività didattiche ed educative, raccomandazioni politiche e un movimento di scuole senza plastica.

Quali sono le chiavi e i punti forza pedagogici di questo progetto?

Il progetto SPEM ha un approccio fortemente innovativo dal punto di vista pedagogico e sociale poiché crea un modello inclusivo per studenti con difficoltà o con disabilità, con background migrante e con un alto potenziale cognitivo. La partecipazione attiva, il coinvolgimento diretto e l’adattabilità delle attività ai vari contesti, hanno fatto sì che il modello educativo proposto da SPEM sia stato ampiamente apprezzato ed utilizzato dagli insegnanti coinvolti. Il modello pedagogico di SPEM promuove un ambiente educativo che stimola lo sviluppo sia di nuove competenze e conoscenze attraverso un approccio basato sull’esperienza, sia di nuovi comportamenti e atteggiamenti maggiormente consapevoli nei confronti dell’ambiente. Il punto di forza principale del progetto è proprio quello di prendere in considerazione l’aspetto del cambiamento comportamentale da parte dei bambini e delle loro famiglie, riportando al centro del processo di insegnamento il fondamentale valore sociale che questo può avere. 

Rendere i giovani studenti protagonisti della ricerca per salvare il pianeta dall’inquinamento è stato un elemento chiave per dare loro importanza, per far sì che – al di là delle loro difficoltà personali o scolastiche – potessero proiettarsi in un futuro nell’ambito scientifico o nella salvaguardia dell’ambiente.

A che punto siamo e quali sono i prossimi passi?

Il progetto è giunto alla conclusione della fase operativa direttamente finanziata dai fondi europei. In questi mesi si stanno consolidando le relazioni tra i membri del movimento di scuole per assicurare la prosecuzione delle attività negli anni a venire. 

Le raccomandazioni politiche sono state tradotte e condivise con diversi rappresentanti nelle nazioni coinvolte e a livello europeo. In questa ultima fase si sta anche diffondendo in tutte le scuole la Carta dei Diritti dell’Ambiente che è stata sviluppata dagli stessi bambini partecipanti al progetto.

 

Come si è svolto il percorso di realizzazione della Carta dei Diritti dell’Ambiente?

Oltre all’aspetto scientifico della protezione ambientale, il partenariato ha voluto promuovere una consapevolezza a tutto tondo sulla cura dell’ambiente. Partendo dall’idea che anche la Terra ha dei diritti umani, si è deciso di chiedere a tutti i bambini coinvolti nelle attività del progetto di stilare la lista di quelli che sono secondo loro i diritti fondamentali del nostro pianeta. Sono state raccolte centinaia e centinaia di proposte, anche da nazioni non direttamente coinvolte nel progetto. Con attenzione i partner hanno analizzato il materiale ricevuto, identificando le similarità e ciò che poteva accomunare le proposte. Il risultato finale è una lista di 78 diritti suddivisi tra: terra, aria, acqua e animali.

La Carta è stata presentata a diversi esponenti mondiali che si battono in difesa della Terra per richiedere il loro supporto e patrocinio nella promozione. Sua santità Dalai Lama e Vandana Shiva hanno immediatamente sostenuto l’iniziativa apponendo la loro firma.

Come state diffondendo la carta?

La Carta dei Diritti dell’Ambiente è stata tradotta in tutte le lingue del progetto e diffusa tra le scuole partecipanti sia sotto forma di grande poster che di volantini in modo che possa raggiungere più bambini e adulti possibile. 

Inoltre, i partner proseguono nella diffusione della Carta anche a livello sociale e politico contattando nuovi possibili sostenitori e firmatari.

 

Quali altri azioni avete promosso insieme ai partner?

 “Giovani Scienziati che salvano il pianeta”, un concorso che ha coinvolto centinaia di studenti tra i 5 e i 13 anni che hanno ideato, studiato e realizzato (come un team di ricercatori universitari) soluzioni innovative per sostituire la plastica nella loro quotidianità. Ciascun partner ha raccolto le idee prodotte dagli alunni e un gruppo di insegnanti esperti ha identificato un vincitore (qui i progetti degli studenti italiani:  https://schoolplasticfreemovement.org/it/concorso-per-giovani-scienziati-che-vogliono-salvare-il-pianeta/). I gruppi di giovani scienziati vincitori hanno potuto presentare il loro progetto davanti ad una platea internazionale durante la conferenza finale del progetto che si è svolta a Verona il 27 Aprile 2024. Un gruppo di 6 esperti ha valutato i progetti e dopo la votazione il gruppo di studenti della scuola IESO Arroyo de la Encomienda (Spagna) è risultato il vincitore, ma tutti i partecipanti sono stati egualmente premiati.

Tra le diverse iniziative realizzate da tutti i partner, il primo passo del Polo Europeo della Conoscenza è stato quello di organizzare un corso di microlingua specifico sulle STEM e sull’ambiente per facilitare la comunicazione tra gli insegnanti e poter permettere loro di beneficiare delle attività disponibili online. Grazie alla collaborazione di un esperto madrelingua (Gordon Kennedy) le 2 edizioni del corso online sono state seguite da centinaia di insegnanti, non solo delle nazioni coinvolte nel progetto.

Il Polo Europeo della Conoscenza ha ospitato nel dicembre del 2022 il corso di formazione transnazionale sul modello educativo proposto, con la partecipazione di oltre 25 insegnanti da tutte le nazioni del progetto. A seguito del corso europeo, i partner hanno organizzato la formazione locale, anche in collaborazione con altre associazioni o enti dei loro paesi. Ad esempio, in Italia si è creato il positivo sodalizio con Zero Waste Italy che ha portato anche al supporto della nascita di Accademia Rifiuti Zero Mediterraneo (che riunisce rappresentanti di diverse nazioni affacciare sul Mediterraneo). 

Uno dei più importanti momenti di formazione online, sono stati 4 incontri con Vandana Shiva, attivista politica e ambientalista leader del movimento globale per la democrazia ecologica.

Il modello educativo proposto permette una grande flessibilità nelle azioni che gli insegnanti possono intraprendere; ciascun partner ha quindi adattato l’implementazione del progetto alle realtà locali coinvolgendo migliaia di studenti in vari ordini di scuola e allargando le attività non solo al contesto didattico, ma organizzando – in molti casi – veri e propri eventi di sensibilizzazione pubblica. In Italia Il Polo Europeo della Conoscenza ha creato il movimento “Alta Marea Verde”. In Spagna si è creato un vastissimo movimento di “consigli scolastici per l’ambiente”, guidati dagli stessi studenti, che hanno visto la partecipazione di quasi 25.000 alunni di varie età. In Lituania, con l’iniziativa “io sono amico della natura”, sono stati coinvolti oltre 300 studenti in diversi workshop ed eventi pubblici di sensibilizzazione. In Portogallo tutte le scuole, gli studenti e l’amministrazione comunale dell’area cittadina di Cuba (Alentejo) hanno partecipato alle attività del progetto. In Turchia la collaborazione tra ministero dell’educazione e università di Gazi ha portato alla formazione di oltre 1000 insegnanti e al coinvolgimento diretto di 400 studenti. Infine, nella Macedonia del Nord sono state coinvolte 50 scuole e i loro studenti, una delle iniziative maggiormente condivisa è stata quella di eliminare la plastica all’interno della mensa.


 

Polo Europeo della Conoscenza – I.C. Bosco Chiesanuova

Polo Europeo della Conoscenza – I.C. Bosco Chiesanuova, il Network Nazionale di Istituzioni Educative per la Ricerca Pedagogica e l’Innovazione in Europa nato nel 1998, è una Rete di scuole permanente: un ente pubblico senza scopo di lucro amministrato dall’Istituto Comprensivo Bosco Chiesanuova di Verona che a livello nazionale include diverse centinaia di Istituzioni ed organizzazioni educative di ogni ordine e grado.

Le principali attività della Rete Europole sono quelle di promuovere la dimensione Europea dell’educazione, l’integrazione e la cooperazione attraverso progetti e network europei ed extra-europei, workshop, seminari, conferenze, partenariati.

Europole include e coordina 5 network europei co-finanziati dalla Commissione Europea nelle varie azioni del programma Erasmus+, coordina un team nazionale di insegnanti per la robotica contro il bullismo, organizza oltre 70 corsi di formazione gratuiti all’anno per insegnanti, studenti, genitori e diverse conferenze sui temi legati al mondo della scuola. Dalla sua istituzione, nel 1998, ha coordinato oltre 200 progetti europei.

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