Si è tenuto ieri pomeriggio a Roma, di fronte al Ministero del Lavoro in via Veneto, un nutrito presidio per denunciare le ennesime e ormai quotidiane morti sul lavoro.
Il presidio era organizzato dal sindacato USB, da Potere al Popolo, dalle studentesse e dagli studenti di Osa (scuole medie superiori) e dagli universitari di Cambiare Rotta. Erano inoltre presenti gli ex parlamentari (di Dp e poi del Prc) Franco Russo e Giovanni Russo Spena.
Sono stati ricordati gli ultimi lavoratori morti, anzi assassinati da un capitalismo rapace e straccione, basato sullo sfruttamento disumano, che fa strame di ogni legge sulla sicurezza in nome del profitto.
Ormai non sono più singoli casi neppure i giovani morti durante gli stage della “scuola lavoro”, mandati allo sbaraglio senza alcuna adeguata formazione, per mansioni da svolgere che nulla hanno a che fare con un percorso scolastico ed educativo.
Tragica è poi la condizione di vera e propria schiavitù in cui vivono e spesso muoiono (ultimo caso l’indiano Satnam Singh a Latina, vergognosamente lasciato morire dissanguato dagli schiavisti del terzo millennio) decine di migliaia di migranti nei campi e nei cantieri del nostro Paese.
I sindacalisti dell’Usb hanno ricordato le vertenze combattute dai lavoratori migranti nel settore della logistica e con i braccianti pugliesi. I due ex parlamentari hanno sostenuto la necessità di una legge che introduca il resto di omicidio sul lavoro per i datori di lavoro che non rispettano le norme di sicurezza, provocando con tale condotta la morte di un loro dipendente.
Altre proposte da attuare immediatamente sono l’assunzione massiccia di ispettori del lavoro e la regolarizzazione delle lavoratrici e dei lavoratori stranieri per sfuggire alla ricattabilità insita nella condizione di “clandestino” o “irregolare”.
Una delegazione è stata ricevuta da un collaboratore del ministero, che si è limitato a generiche rassicurazioni.
La lotta prosegue, a partire dalla manifestazioni indette a Latina (oggi dalla CGIL e martedì da USB). Certo una maggiore unità di azione non farebbe male alla causa.