«Il museo è un’istituzione permanente senza scopo di lucro e al servizio della società, che compie ricerche, colleziona, conserva, interpreta ed espone il patrimonio culturale, materiale e immateriale. Aperti al pubblico, accessibili e inclusivi, i musei promuovono la diversità e la sostenibilità. Operano e comunicano in modo etico e professionale e con la partecipazione delle comunità, offrendo esperienze diversificate per l’educazione, il piacere, la riflessione e la condivisione di conoscenze». È da questa definizione, vale a dire la nuova definizione di museo promossa dall’ICOM, il Consiglio internazionale dei musei, e approvata nell’ambito dell’Assemblea generale straordinaria di Praga, non più tardi di due anni fa, il 24 agosto 2022, che ha preso le mosse la Tavola rotonda, svolta nell’ambito della III Edizione di EireneFest, Festival del Libro per la Pace e la Nonviolenza, a Roma, sul tema complessivo dei “Musei per la pace. Arti, luoghi, peacebuilding”. 

Se, da una parte, la traccia della riflessione e degli approfondimenti è segnata proprio dai contenuti della definizione, le stesse nozioni di “museo per la pace” e di “museo orientato alla pace” segnalano, d’altra parte, la consistenza di un’area di lavoro culturale assai interessante, estremamente significativa, eppure ancora poco curata, soprattutto, ma non solo, in Italia. I contenuti della definizione alludono infatti proprio al carattere innovativo che un museo all’altezza delle sfide della contemporaneità e della comunicazione multimediale non può non possedere: il museo non è più, oggi, solo un “archivio”, né tantomeno un archivio statico, una collezione di beni del patrimonio culturale immune alle contaminazioni e alle contraddizioni del presente, ma deve sempre più significativamente incidere e abitare lo spazio sociale e culturale di prossimità. 

E infatti, come bene segnala la nuova definizione, i musei, come luogo di conservazione, interpretazione ed esposizione del patrimonio culturale, vengono ad avere cinque caratteristiche essenziali: apertura al pubblico, accessibilità, inclusività, capacità di promuovere la diversità e inclinazione ad affermare la sostenibilità. Già qui si colgono i primi segnali che alludono alla possibilità per i musei di diventare luoghi di incontro, di relazione e di cultura orientati alla pace, cioè alla risoluzione delle incompatibilità, alla promozione della convergenza e alla possibilità di concretizzare dialoghi intorno alle sfide del presente, dal superamento della violenza, alla costruzione di luoghi accessibili e inclusivi, alla definizione di spazi educativi e di cittadinanza. 

Ancora meglio definita diventa questa propensione quando messa a confronto con i contenuti della fondamentale Convenzione di Faro, vale a dire la Convenzione quadro del Consiglio d’Europa sul valore dell’eredità culturale per la società (2005), che introduce due definizioni cruciali: quella di eredità culturale e, in relazione all’intorno sociale, quella di comunità di patrimonio. Quanto all’eredità culturale essa è «un insieme di risorse ereditate dal passato che le popolazioni identificano, indipendentemente da chi ne detenga la proprietà, come riflesso ed espressione dei loro valori, credenze, conoscenze e tradizioni, in continua evoluzione. Essa comprende tutti gli aspetti dell’ambiente che sono il risultato dell’interazione, nel corso del tempo, fra le popolazioni e i luoghi». Quanto poi alla comunità di patrimonio, essa è «un insieme di persone che attribuisce valore ad aspetti specifici dell’eredità culturale, e che desidera, nel quadro di un’azione pubblica, sostenerli e trasmetterli alle generazioni future». La convenzione, in altri termini, indica che intorno al patrimonio, a partire da un’azione pubblica, è possibile costruire percorsi innovativi di relazione sociale e di partecipazione democratica e che è responsabilità anche delle comunità di riferimento tutelare, sostenere e trasmettere i contenuti e i messaggi delle risorse del patrimonio culturale alle generazioni future.

Analogamente, è carattere precipuo dei musei per la pace quello di consentire la conservazione, l’interpretazione e l’esposizione di beni di rilevanza storica e culturale legati a iniziative, eventi e personalità della storia della pace e della soluzione e trasformazione positiva dei conflitti, ma anche a figure e momenti della storia delle grandi battaglie di emancipazione e di liberazione, per la pace, la giustizia e l’amicizia tra i popoli. Inoltre, essi fungono anche da luoghi attraverso i quali promuovere iniziative e campagne di risoluzione pacifica delle controversie e di costruzione della pace e, evidentemente, progettare e realizzare progetti e programmi di educazione alla pace, ai diritti umani, alla nonviolenza, alla gestione e trasformazione costruttiva, come luoghi, innovativi e sorprendenti, di educazione basata negli spazi (place-based education).

Non a caso, nella Tavola rotonda si è fatto riferimento, oltre che ad alcune importanti esperienze nei territori della ex Jugoslavia (il Museo della Jugoslavia e il Museo di arte africana, a Belgrado, il Museo di Mitrovica, MoM, in Kosovo), anche a due notevolissime esperienze italiane, il Civico Museo della Guerra per la Pace Diego de Henriquez, a Trieste, e il Centro di Documentazione del Manifesto Pacifista Internazionale, a Casalecchio di Reno (Bologna), che, con la sua collezione di oltre 7000 soggetti, rappresenta la più ampia raccolta al mondo di manifesti pacifisti. Di questo e di altro si è discusso nella Tavolo rotonda nell’ambito di EireneFest, grazie, in particolare, ai contributi offerti da Renzo Craighero, del Centro di Documentazione del Manifesto Pacifista Internazionale, Tea Giorgi, co-fondatrice della Casa Internazionale delle Donne di Trieste, e Tiziana Landra, storica dell’arte, docente SRISA (Santa Reparata International School of Art). 

Riferimenti:

L’attuale definizione di Museo ICOM: https://www.icom-italia.org/definizione-di-museo

La Convenzione di Faro, 2005: https://ufficiostudi.beniculturali.it/mibac/export/UfficioStudi/sito-UfficioStudi/Contenuti/Pubblicazioni/Volumi/Volumi-pubblicati/visualizza_asset.html_917365394.html

Due testi di riferimento: 

Fiorella Manzini, Vittorio Pallotti, Un manifesto al mese 2022-2024. Storie vissute di pace e nonviolenza, Multimage, Firenze 2024: https://multimage.org/libri/un-manifesto-al-mese-2022-2024 

Gianmarco Pisa, Le porte dell’arte. I musei come luoghi della cultura tra educazione basata negli spazi e costruzione della pace, Multimage, Firenze 2024: https://multimage.org/libri/le-porte-dell-arte-art-doors