Con il progetto Evolving Futures: Youth participation in EE24 and beyond, finanziato dal Parlamento Europeo, l’organizzazione no profit milanese ICEIIstituto Cooperazione Economica Internazionale ha coinvolto gruppi di giovani in diverse città italiane che hanno partecipato a laboratori, eventi, workshop creativi e a un’indagine online con lo scopo di riflettere insieme sul futuro che immaginano per l’Europa e quali possano essere gli strumenti concreti per iniziare a costruirlo. 

All’interno del progetto è stata utilizzata, con il supporto dei designer e ricercatori dell’associazione InTra di Milano, la tecnica del Future Thinking, una metodologia volta all’immaginazione di scenari e percorsi futuri desiderabili al fine di stimolare riflessioni critiche su tematiche complesse di interesse collettivo. 

Attraverso il Future Thinking e l’approccio interculturale e inclusivo, il progetto ha realizzato nelle quattro realtà giovanili coinvolte in tre città italiane (Reggio Emilia, Modena e Venezia Mestre) un totale di 17 attività: 4 Forum di discussione giovanili, 4 workshop sui futuri desiderabili, 4 laboratori creativi, 4 eventi locali di sensibilizzazione e un evento finale di formazione e di presentazione dei risultati, accompagnate da una campagna di comunicazione sui social media. 

E’ stata inoltre promossa e condotta un’indagine online su tutto il territorio nazionale. 

Le attività hanno visto coinvolti complessivamente oltre 620 giovani e i risultati presentano il quadro di una generazione tutt’altro che lontana dall’Europa. 


Dall’indagine, in particolare, emerge che l’Europa che le nuove generazioni vogliono chiamare “casa” è un’Europa attenta e attiva al contrasto alle discriminazioni. Per farlo ritengono che il passaggio necessario sia attraverso l’educazione e l’istruzione, permettendo alle persone più giovani di avere spazi di confronto con i propri pari e con gli adulti di riferimento. 

L’Europa che desiderano deve essere attenta all’ambiente e impegnare risorse nel garantire il diritto al lavoro e al salario minimo. L’Europa che agisce concretamente per il cambiamento. 

 

Le attività di Evolving Futures 

Diverse attività sono state realizzate nell’ambito del progetto Evolving Futures.

I forum di discussione locali hanno permesso ai giovani di confrontarsi su temi come l’intercultura e i diritti in Europa. Successivamente, sulla base delle riflessioni emerse durante i forum, sono stati organizzati workshop sulla costruzione di futuri desiderabili, utilizzando tecniche di role-playing portando i/le giovani coinvolti/e a prendere parte attiva nell’immaginare il futuro dell’Europa. 

Da tale immaginazione i partecipanti hanno poi creato prodotti digitali, come podcast, video e video animati, al fine di rendere comunicabile e diffondibile a un ampio pubblico il loro pensiero. 

Ogni città ha organizzato eventi locali di sensibilizzazione dove i/le giovani hanno presentato i loro percorsi per coinvolgere la comunità e sensibilizzare sul tema del voto europeo. 

Infine, è stata diffusa una campagna di comunicazione per raccontare il percorso fatto e stimolare ed amplificare la partecipazione giovanile in vista delle imminenti Elezioni Europee. 

Nello specifico le realtà coinvolte nelle 3 città italiane sono state: LabAv di Reggio Emilia, Coges Don Milani e Anim’Arte di Venezia Mestre ed infine l’Officina Windsor park di Modena.

 

Per sapere di più sul progetto: evolvingfutures.icei.it

I risultati del progetto 

Il progetto “ Evolving Futures: Youth Participation in EE24 and Beyond” ha prodotto risultati significativi, evidenziando il potenziale dei giovani nel contribuire attivamente alla costruzione del futuro dell’Europa

Rispetto al concetto di discriminazione ragazze e ragazzi credono che il problema non sia tra loro coetanei ma arrivi dal mondo degli adulti, sia nei confronti dei giovani che nelle relazioni adulto/adulto.

Sono inoltre convinti che la base del cambiamento risieda nell’educazione, sia familiare che scolastica, e nella possibilità di confrontarsi quanto più è possibile tra loro e con le figure adulte di riferimento, per potersi esprimere e formare il loro pensiero.

In diversi gruppi è emerso il timore per la futura collocazione professionale: rispetto a questo lo Stato viene visto come motore principale di cambiamenti concreti necessari.

Sia per il lavoro, che per l’ambiente, che per l’intercultura e la lotta alle discriminazioni le nuove generazioni vogliono impegnarsi in prima persona a partire dalle loro azioni quotidiane, formandosi e studiando, limitando il consumo della carne, acquistando abiti di seconda mano, riducendo i rifiuti e riciclando, favorendo con le parole e con i fatti l’inclusione e la multiculturalità.

 

L’indagine online

L’indagine online è stata lanciata il 26 aprile e ha coinvolto oltre 220 partecipanti provenienti principalmente dall’Italia. La survey ha esplorato diversi aspetti della percezione giovanile riguardo all’identità europea, alla fiducia nelle istituzioni e all’impegno civico. La maggior parte dei partecipanti si colloca tra i 18 e i 25 anni (32.7%), seguiti dai partecipanti con più di 35 anni (26.9%). Il 65.9% dei rispondenti si identifica come femmina, il 29.3% come maschio, mentre un 4.8% ha scelto altre opzioni di genere o ha preferito non rispondere. 

I partecipanti hanno indicato una serie di questioni ritenute cruciali per l’Europa oggi come il cambiamento climatico, l’aumento del costo della vita, le ineguaglianze sociali, il contrasto alle discriminazioni, la disoccupazione giovanile e la stabilità politica. La media della fiducia nell’efficacia dell’UE nel risolvere le attuali sfide è di 2.6 su 5, indicando un moderato livello di fiducia. I giovani vedono l’Unione Europea (70.7%) e la ricerca, scienza e sviluppo tecnologico (65.9%) come i principali attori in grado di influenzare positivamente il futuro. Anche il governo nazionale (55.8%) e le azioni dal basso della cittadinanza (50.5%) sono ritenuti importanti.

C’è una forte convinzione che i/le giovani dovrebbero essere maggiormente coinvolti nel processo decisionale europeo, con un voto medio di 4.4 su 5. Il 53.4% ha dato il punteggio massimo di 5, evidenziando un desiderio significativo di partecipazione attiva nelle decisioni che influenzano il loro futuro. L’UE è vista come un attore chiave, ma deve fare di più per ascoltare e rispondere alle esigenze dei giovani.

L’80.3% dei partecipanti è a conoscenza delle prossime elezioni europee e intende votare, mentre solo il 10.1% non voterà nonostante ne sia a conoscenza. Le principali motivazioni per votare includono la convinzione che il proprio voto faccia la differenza (71.9%) e l’interesse per la politica (13.8%). Il 77% delle persone che hanno risposto che non voteranno è impossibilitato a farlo perché si trovano lontane dal proprio comune di residenza per motivi di studio o lavoro

Dai risultati della survey emerge che una società che funziona dovrebbe garantire a tutti le cure mediche, l’istruzione e il lavoro in primis, seguite a ruota dall’uguaglianza sociale, la giustizia climatica e la tutela dell’abitare.

C’è fiducia nei confronti dell’Europa e come principali sfide al primo posto c’è la crisi ambientale e al secondo il contrasto alle guerre e riemergono le tematiche legate al lavoro e all’uguaglianza.

L’analisi delle risposte rivela una generazione giovane che, pur essendo critica verso l’Unione Europea e le sue istituzioni, desidera un maggiore coinvolgimento e un’azione più efficace su questioni cruciali. La fiducia nelle proprie capacità politiche è potenzialmente più alta rispetto alla fiducia nella classe politica attuale, indicando un’opportunità per mobilitare i giovani in iniziative civiche e politiche. 

 

La metodologia del Future Thinking 

Il progetto Evolving Futures adotta la metodologia del Future Thinking, un approccio proattivo e visionario volto alla pianificazione e alla presa di decisioni, focalizzato sulla capacità di anticipare e prepararsi per le possibili future realtà.

Contrariamente agli approcci tradizionali, che spesso si basano su proiezioni lineari del presente, il Future Thinking incoraggia l’esplorazione di una vasta gamma di scenari futuri, anche quelli che possono sembrare improbabili o distanti dalla realtà attuale. 

Questa metodologia promuove l’idea che pensare al futuro non sia solo una questione di previsione, ma anche di creazione: incoraggiando le persone a immaginare attivamente e a contribuire alla costruzione di futuri desiderabili, il Future Thinking si pone come un potente strumento per il cambiamento sociale e l’innovazione.

 

ICEI – Istituto per la Cooperazione Economica Internazionale 

ICEI è un’organizzazione no profit nata a Milano nel 1977, impegnata nella cooperazione allo sviluppo nei Paesi del Sud del mondo, nella cooperazione sociale in Europa, nella ricerca e nella formazione.

Lavora da sempre con le persone e le comunità locali per migliorare le condizioni sociali ed economiche, promuovendo in modo partecipativo società inclusive, eque e sostenibili e realizzando interventi di cooperazione in Italia e nel Mondo in ambito di cittadinanza interculturale, inclusione lavorativa e, con particolare attenzione all’ambiente, agricoltura sostenibile e turismo responsabile.

I beneficiari prioritari, trasversalmente a tutte le aree, sono i soggetti più vulnerabili, con particolare attenzione a giovani e donne.

Per saperne di più, visita www.icei.it