Pienamente riuscita la manifestazione indetta oggi, martedì 25 giugno a Latina per ricordare la morte, ma date le circostanze credo sì possa tranquillamente parlare di assassino, del bracciante sikh indiano Sitnam Singh, per denunciare la condizione di super sfruttamento di molte aziende agricole del Pontino e per stringersi solidali alla sua compagna, drammaticamente provata da questo brutale e disumano episodio.
I Sikh, organizzatissimi, sono migliaia e con un camion hanno allestito perfino una mensa popolare. Sono in netta prevalenza uomini, ma non mancano le donne con i loro sahri. Manfred Bergman, che da anni collabora con una Ong indiana, mi spiega che nessuno è rimasto a casa, ma che semplicemente le donne sono ancora una minoranza. Mi fa notare che non tutti i Sikh portano il turbante, anzi la maggior parte dei giovani non lo porta affatto, ma tutti si distinguono per un bracciale d’acciaio. Curiosamente, in quella che sembra una vera sfida al patriarcato, alcune ragazze indossano jeans e turbante.
La piazza è dunque prevalentemente Sikh e indiana, ma non mancano braccianti africani e discreta è pure la partecipazione di lavoratori italiani.
Veniamo ora alle note dolenti.
Rispondono in massa all’appello i sindacati UIL e CISL, in fondo al corteo la Confederazione Cobas, l’Usb, e gli studenti di Osa e di Cambiare Rotta, oltre a Potere al popolo, ma la CGIL e le varie associazioni, l’ANPI, l’Arci, Libera… disertano il corteo, avendo già manifestato sabato. Inoltre USB, Potere al Popolo e studenti collegati non entrano in piazza e scompaiono alla mia vista. Ignoro il motivo: forse perché ha parlato la sindaca di destra di Latina?
Ma non possiamo essere noi a decidere chi deve parlare o meno a un’iniziativa convocata dalla comunità indiana.
Ad ogni modo la manifestazione è stata un successo per la partecipazione di massa, determinata e pacifica.
Come ci dice? E’ soltanto l’inizio, continuiamo a lottare.
Foto di Marinella Correggia e Mauro Zanella.