Nel 2023, oltre un terzo delle notizie trasmesse nei telegiornali serali nazionali di Rai, Mediaset e La7 è stato dedicato a eventi internazionali, comprensivi di hard news e soft news. Questa è una delle percentuali più alte sulla copertura di notizie internazionali nell’arco temporale 2012-2023, con un totale di 15.589 notizie internazionali, corrispondente al 36% di tutte le notizie trasmesse. Dal 2012 al 2023, si è registrato un costante aumento della copertura di notizie internazionali nei telegiornali, con un picco nel 2022 a causa dell’invasione russa dell’Ucraina, seguito da un secondo picco nel 2023, influenzato dall’attacco terroristico di Hamas in Israele il 7 ottobre e dalla guerra nella Striscia di Gaza. Nel corso del 2023, l’attenzione sulla guerra in Ucraina è progressivamente diminuita, lasciando spazio a una normalizzazione mediatica del conflitto, pur mantenendo un interesse significativo. E’ quanto si legge nel VI° Rapporto “Illuminare le periferie – Osservatorio esteri”, di COSPE, FNSI e Usigrai, che vede la collaborazione dell’Agenzia Italiana alla Cooperazione allo Sviluppo, di Rai per la sostenibilità e del coordinamento italiano delle diaspore per la cooperazione internazionale. Il Rapporto, presentato lo scorso 6 giugno, è stato curato e realizzato da Giuseppe Milazzo, ricercatore dell’Osservatorio di Pavia, con la partecipaxione di Paola Barretta, ricercatrice dell’Osservatorio di Pavia. 

Tra le caratteristiche salienti dell’informazione del 2023, emergono tendenze consolidate nel corso degli anni e alcune specificità. C’è una chiara prevalenza di attenzione verso il “Nord del mondo”, con l’ Europa, il Nord America e l’Asia che insieme coprono il 93% della pagina estera, mentre l’Africa, il Centro-Sud America e l’Oceania rappresentano solo il restante 7%. Si osserva un eurocentrismo nell’informazione estera italiana, con un costante aumento del peso dell’Europa geografica nella pagina estera dei telegiornali dal 2012 al 2023. Nel 2023, l’Europa rappresenta oltre la metà delle notizie estere (55%), rispetto a poco più di un terzo nel 2013 (36%) e tre quarti nel 2022 (74%), durante l’invasione russa dell’Ucraina. Nel corso degli anni, si nota una riduzione relativa delle aree geografiche al di fuori dell’Europa. Africa e Centro-Sud America subiscono una significativa contrazione e una marginalizzazione mediatica. Ad esempio, l’Africa rappresentava il 13% dell’agenda estera nel 2013 e solo il 5% nel 2023, sebbene in crescita rispetto al 2% del 2022; il Centro-Sud America era al 6% nel 2013 e solo all’1,8% nel 2023, poco più dell’Oceania e dell’Antartide. Nel 2023, si registra uno dei valori più bassi di attenzione verso il Nord America (12%) nell’arco temporale considerato e uno dei valori più alti per l’Asia (26%).

Nella classifica dei paesi con maggiore copertura mediatica nei telegiornali di prima serata, gli Stati Uniti sono al primo posto, seguiti dall’Ucraina, Europa, Israele, Medio Oriente, Gran Bretagna, Francia, Russia, Città del Vaticano, Turchia, Spagna, Germania, Palestina, Cina e Grecia. È interessante notare quanto gli esteri siano concentrati su pochi paesi: i primi 10 paesi o regioni coperti dai telegiornali italiani (USA, Ucraina, Europa, Israele, Medio Oriente, Gran Bretagna, Francia, Russia, Città del Vaticano e Turchia) rappresentano il 72% della copertura della pagina estera. Tra questi 10 paesi, non vi è alcun paese africano o del Centro-Sud America.

Non vi è spiegazione che tenga circa i fattori di notiziabilità che influenzano l’agenda geografica dei telegiornali. Nonostante il dramma umanitario in corso, lo Yemen ha ricevuto – per esempio – scarsa copertura dai media italiani negli anni passati (2 notizie nel 2020, 4 nel 2021, zero nel 2022). Tuttavia, nel 2023, le notizie sullo Yemen sono aumentate improvvisamente a 42, a seguito del coinvolgimento nella guerra in Medio Oriente tra Israele e Hamas e degli attacchi a navi container nel Mar Rosso. Questo ha suscitato domande su chi siano gli Houthi, le loro alleanze internazionali o i loro nemici, nonché il ruolo giocato nel conflitto in corso e gli obiettivi che perseguono. Tuttavia, la mancanza di contesto storico e politico dello Yemen ha portato a semplificazioni lessicali, come l’uso del termine “pirati del Mar Rosso”, senza una comprensione approfondita della realtà del paese, della sua storia e degli attori coinvolti. 

“Altri esempi di crisi internazionali, si legge nel Report, poco coperte dai media italiani nel 2023 includono: la ribellione armata ad Haiti (1 notizia), la guerra civile in Myanmar dopo il colpo di stato del 2021 (2 notizie), il conflitto in Nagorno-Karabakh che ha causato lo sfollamento in Armenia di oltre 100.000 rifugiati dall’Azerbajan (13 notizie), le violenze nell’est della Repubblica Democratica del Congo e il rischio di escalation dopo il disimpegno della missione delle Nazioni Unite (14 notizie). I nove Paesi dell’Africa sub-sahariana definiti prioritari per la Cooperazione italiana (Burkina Faso, Senegal, Niger, Etiopia, Kenya, Somalia, Sudan, Sud Sudan e Mozambico) hanno totalizzato 180 notizie nei telegiornali nel 2023, registrando un significativo aumento rispetto alle 36 notizie del 2021 (+400%). Tuttavia, alcuni di questi paesi rimangono in ombra, ricevendo solo una copertura saltuaria da parte dei media italiani.”

Come osserva Anna Meli, presidente di Cospe (https://www.cospe.org/), occorre “decolonizzare la rappresentazione degli esteri nei media italiani” per avere una società più informata e consapevole, poiché solo attraverso una narrazione più equa e inclusiva è possibile cercare di superare le barriere culturali e promuovere una vera comprensione globale. 

Qui il sesto Rapporto “Illuminare le periferie” – Osservatorio esteri di COSPE, FNSI e Usigrai: https://www.fnsi.it/upload/9b/9bf31c7ff062936a96d3c8bd1f8f2ff3/915db4e1fbf5c4b145e53ab02a901afb.pdf