Nell’udienza del 5 giugno 2024, il tribunale di Reggio Calabria ha dato ragione alla causa intentata da Sea-Eye e.V. e ha dichiarato illegittimo il fermo di 60 giorni della SEA-EYE 4 nel marzo 2024. Il giudice ha ritenuto non provate le accuse secondo cui l’equipaggio della nave non avrebbe seguito le istruzioni della cosiddetta guardia costiera libica ed ha quindi confermato che le operazioni di salvataggio in mare da parte della SEA-EYE 4 sono sempre state doverose e corrette in base alla pertinente la normativa internazionale.

“La sentenza di Reggio Calabria è una vittoria significativa per noi – e per tutte le altre organizzazioni di soccorso in mare! Dimostra chiaramente che il fermo di navi di soccorso civili è un abuso dei poteri dello Stato. Ora abbiamo urgentemente bisogno del sostegno politico del governo tedesco, perché anche l’Italia sta ignorando i diritti del nostro Stato di bandiera con i suoi fermi illegittimi di navi di soccorso tedesche. Esortiamo i ministeri responsabili a cogliere la sentenza come un’opportunità per fare una campagna per porre fine a questa pratica in Italia”, afferma Gorden Isler, presidente di Sea-Eye e.V.

Il motivo addotto dalle autorità italiane per il fermo della SEA-EYE 4 è che il 7 marzo la nave non avrebbe seguito le istruzioni della cosiddetta guardia costiera libica che, secondo testimoni oculari, puntava le armi contro la nave di soccorso. Inoltre, l’equipaggio non ha consegnato loro le persone in cerca di protezione. Durante l’operazione, la SEA-EYE 4 ha salvato un totale di 84 persone in difficoltà in mare. Solo nel febbraio di quest’anno la Corte di Cassazione italiana ha classificato come reato la consegna delle persone alla cosiddetta guardia costiera libica, in quanto il Paese in guerra civile della Libia non è un luogo sicuro a causa di gravi violazioni dei diritti umani come torture, schiavitù, stupri ed esecuzioni arbitrarie. Il fermo di 60 giorni della SEA-EYE 4 è stata la più lunga detenzione amministrativa imposta a un’imbarcazione di soccorso in mare fino ad oggi in base al cosiddetto Decreto Piantedosi. La legge, entrata in vigore in Italia all’inizio del 2023, impone alle navi di contattare il centro di controllo italiano immediatamente dopo un salvataggio e di farsi assegnare un porto senza rispondere a ulteriori richieste di soccorso.

Solo tra il giugno 2023 e il giugno 2024, il SEA-EYE 4 è stato trattenuto in Italia per un totale di 120 giorni. Sea-Eye ha già intentato diverse cause contro questi fermi ritenuti illegali. Le sentenze sono spesso ritardate di diversi anni: un totale di altre cinque cause giudiziarie sono attualmente in corso. I processi sono associati a costi elevati e a sforzi aggiuntivi per l’organizzazione. La prossima udienza per uno dei procedimenti in corso si terrà il 20 giugno: il caso riguarda la detenzione della ALAN KURDI, avvenuta oltre cinque anni fa. La nave di salvataggio è stata impiegata per l’organizzazione prima della nave SEA-EYE 4 e ha salvato un totale di 927 persone in difficoltà in mare tra il 2018 e il 2021.