A seguito dell’interessante documentario di Francesco de Augustinis proiettato nel corso di EireneFest a Roma, nel quale viene denunciato l’utilizzo del “krill” come alimento negli allevamenti intensivi di pesce, invitiamo i lettori a seguire la campagna dell’organizzazione internazionale “Sea Shepherd” sul contrasto alle pratiche distruttive legate all’industria del “krill”.
Cos’è il “krill”? E’ un minuscolo aggregato di crostacei, molto simile al gambero, presente nei mari glaciali, un alimento chiave per il nutrimento di balene e di “predatori marini”: pinguini, foche, tonni, squali, pesci spada, marlin, uccelli marini. Molte di queste specie percorrono migliaia di chilometri per potersi nutrire di krill che, insieme al plancton, è una delle loro maggiori risorse alimentari e un’eccellente fonte nutrizionale; per esempio la balena azzurra ne mangia fino a tre tonnellate al giorno per alimentare la sua grande massa corporea.
Perché dobbiamo porre attenzione su questo prodotto? Perché oltre all’utilizzo che ne viene fatto per le farine che alimentano i pesci in acquacoltura, è un prodotto utilizzato come integratore alimentare (ndr omega 3). Lo possiamo trovare negli integratori alimentari a protezione del cuore, del diabete, per le sue proprietà antinfiammatorie e di protezione dei vasi sanguigni. Lo troviamo anche nell’alimentazione degli animali domestici e nella cosmesi
In questi ultimi anni la pesca industriale per favorire la produzione di prodotti di nostro largo consumo è cresciuta enormemente.
L’organizzazione “Sea Shepherd” ha lanciato una campagna di opposizione a queste pratiche industriali dannose per l’ecosistema marino. Una loro nave le ha seguite e documentate attraverso pescherecci industriali.
Da Peter Hammarstedt, direttore delle campagne di questa organizzazione: “Il krill è una fonte di nutrimento insostituibile per l’intero ecosistema antartico, oltre a ricoprire un ruolo fondamentale nel ciclo del carbonio. La realtà del cambiamento climatico rende indispensabile fermare il saccheggio del krill, soprattutto nelle aree più critiche, riconosciute come santuari marini e fondamentali per l’alimentazione delle balene.”
Sea Shepherd si propone di mettere in luce questa pratica, sottolineando l’importanza della protezione dell’ecosistema antartico e chiedendo il sostegno dei consumatori nel riconoscere le società coinvolte nello sfruttamento del krill.
Sempre secondo Hammarstedt “purtroppo, l’industria della pesca che minaccia la sopravvivenza del krill antartico è legale, di conseguenza è necessario mettere in atto tattiche diverse su diversi fronti. Combatteremo in mare, puntando le nostre macchine fotografiche sui pescherecci e coinvolgendo la stampa indipendente. Porteremo giornalisti e documentaristi in nave con noi, a testimoniare in prima linea la distruzione in atto. Combatteremo insieme agli organismi intergovernativi che si impegnano per la creazione di aree marine protette in cui la pesca del krill sia vietata. E da oggi, con l’aiuto di un movimento globale di volontari e sostenitori, combatteremo sul mercato, mettendo un freno all’espansione delle flotte di pescherecci di krill.”
Per avere una più vasta visione del problema Sea Shepherd chiede l’aiuto e il sostegno di tutti noi inviando le fotografie dei prodotti che vengono utilizzati o che si trovano negli scaffali di negozi o supermercati. Hanno creato uno strumento che permette di partecipare come sostenitori e volontari all’azione diretta.
Uniamoci alla loro troupe per documentare la crisi mondiale del krill! Così come la loro troupe ha puntato la macchina fotografica sull’industria del krill all’origine, ora noi possiamo fare lo stesso nei negozi che frequentiamo. Fotografando i prodotti a base di krill, possiamo aiutare a tracciare la mappa dell’industria dall’oceano allo scaffale.
Insieme, possiamo proteggere l’ecosistema antartico e il suo ruolo cruciale per il clima del nostro pianeta.
Con un semplice click del nostro computer possiamo sostenere questa campagna entrando direttamente in azione (https://eu.jotform.com/app/240045651199356)