La transizione energetica è accompagnata da non pochi pregiudizi ed è percepita più come una minaccia, che una necessità. Pregiudizi che mettono in ombra le opportunità che invece essa rappresenta per l’Europa. Sono ancora troppi coloro che si ostinano ad ignorare la realtà e con essa la gravità della crisi climatica, riducendo le analisi e le valutazioni scientifiche a mere opinioni alle quali contrapporre loro diversi pareri. E così la sottovalutazione della reale portata della crisi climatica è diventata, essa stessa, parte del pericolo, a partire dai continui attacchi alle misure necessarie per affrontarla, senza indicare alternative e lasciando che continui a peggiorare. Questa sottovalutazione porta anche ad essere impreparati ad affrontare i conflitti generati da un cambiamento di vasta portata come la decarbonizzazione. L’UE è uno dei 4 grandi emettitori che, da soli, sono responsabili di oltre la metà delle emissioni globali. Se l’Europa che verrà tenterà di rallentare questa trasformazione invece di puntare su di essa, sarà un grave danno per il mondo intero, ma soprattutto per il futuro stesso dell’Unione, che rischierà di essere marginalizzata nel nuovo contesto economico globale. 

La Fondazione per lo Sviluppo Sostenibile ha messo a punto un rapporto che analizza cinque “Falsi Miti sulla Transizione Energetica”. Eccoli: 

  1. Perdita di competitività: C’è il timore che l’UE, accelerando sulla decarbonizzazione, rischi di perdere competitività sul mercato globale. Tuttavia, la transizione energetica è in corso e un numero crescente di imprese sta già rivedendo le proprie priorità di investimento. Dal 2016, gli investimenti globali nelle energie pulite hanno superato quelli nei combustibili fossili, con 1.700 miliardi di dollari investiti nelle energie pulite nel 2023 rispetto ai poco più di 1.000 miliardi nei combustibili fossili e questo trend è destinato a rafforzarsi nel tempo.
  2. Impatto sull’economia e occupazione: Si crede che le politiche climatiche troppo ambiziose dell’UE possano danneggiare economia e occupazione. In realtà, la crisi climatica rappresenta la principale minaccia per l’economia e investire nella transizione è conveniente. Gli interventi necessari per raggiungere la neutralità climatica entro il 2050 costerebbero l’1-2% del PIL mondiale, ma eviterebbero costi fino al 9% del PIL causati dalla crisi climatica. Inoltre, il numero di occupati nel settore delle energie pulite ha già superato quello dei combustibili fossili e si prevede che continui a crescere.
  3. Ruolo dell’UE nelle emissioni globali: Si pensa che l’UE possa fare poco o nulla sulle emissioni globali e debba attendere che tutti i Paesi si mettano d’accordo. In realtà, l’UE è il quarto emettitore al mondo e insieme agli altri big emitters (Cina, USA e India) produce il 54% delle emissioni globali. L’azione dell’UE può quindi incidere significativamente sugli equilibri climatici globali.
  4. Obiettivi troppo ambiziosi: Si ritiene erroneamente che l’UE stia perseguendo obiettivi troppo ambiziosi e dovrebbe rallentare. In realtà, la crisi climatica sta accelerando più del previsto, con la temperatura media globale nel 2023 che ha registrato un aumento di +1,48°C rispetto al periodo preindustriale. L’UE è l’unica tra i grandi emettitori ad aver ridotto le emissioni dal 1990 ma non è ancora in linea con gli obiettivi sottoscritti a Parigi nel 2015.
  5. Neutralità tecnologica: L’idea che l’UE debba adottare un approccio di neutralità tecnologica, evitando di fissare obiettivi specifici e vincolanti per le singole tecnologie, è errata. Per affrontare la crisi climatica e azzerare le emissioni nette entro il 2050, è necessario dare un segnale chiaro agli operatori economici sulle prospettive di crescita e di investimenti delle singole tecnologie. L’Agenzia Internazionale dell’Energia, ad esempio, raccomanda di sospendere la vendita di nuove caldaie a gas entro il 2025 e di fermare la vendita di auto a combustione interna entro il 2035.

Il rapporto presenta anche un’analisi comparativa tra Cina, USA, India e Unione Europea, evidenziando i progressi fatti e soprattutto gli impegni messi in campo per accaparrarsi la leadership economica e tecnologica nella transizione.

Qui il Rapporto: https://www.fondazionesvilupposostenibile.org/wp-content/uploads/dlm_uploads/Report-Elezioni-UE-2024-Italy-for-Climate-1-1.pdf

Al di là di questi 5 falsi miti che accompagnano la transizione energetica, raccontare le crisi ecologica e climatica è una sfida quotidiana che spesso si scontra con un discorso pubblico disattento e un lessico non di rado impreciso, con un ritorno drammatico del negazionismo e con l’incapacità dei media e della politica di ricollegare i fenomeni alle responsabilità che li causano e alle soluzioni che sarebbero necessarie. Per rispondere a questa esigenza, in occasione della recente Giornata Mondiale dell’Ambiente, A Sud ha lanciato un Glossario Ecologista on line rivolto al mondo dell’informazione, ma anche alla società civile e ai policy maker. L’obiettivo è quello d’individuare e declinare le parole necessarie a una radicale trasformazione in senso ecologico dell’economia e della società, mettendo a disposizione di chi lavora sulle questioni ambientali strumenti, nozioni e concetti chiave. Il Glossario è diviso in quattro sezioni tematiche: crisi climatica, giustizia ambientale, educazione ecologista, economia circolare. I lemmi sono navigabili per temi, in ordine alfabetico o tramite ricerca libera. Spiegare bene concetti complessi come antropocene, gentrificazione, giustizia climatica, epidemiologia ambientale, greenwashing, estrattivismo, ecoansia, e assieme semplificare termini tecnici come Loss&Damage, LCA, CCS, attribution science, per far solo alcuni esempi, è un esercizio utile per affrontare le sfide del nostro tempo. Il Glossario si configura come lavoro corale: nasce grazie all’impegno di tante persone che hanno messo a disposizione di A Sud la loro professionalità e le loro conoscenze. Una pluralità di voci di scienziatə, giornalistə, attivistə, ricercatorə, studiosə — come Cristina Mangia e Marco Cervino del CNR, Paola Sposato di Enea, i docenti universitari Michele Carducci e Marco Armiero, la scrittrice Rahma Nur, realtà sociali come Terra!, Scosse, Rete Stop Biocidio, giornalistə come Lorenzo Fargnoli, Letizia Palmisano, Daniele Di Stefano e Antonio Pergolizzi — ha dato vita a un strumento prezioso di orientamento e approfondimento; un invito a leggere il mondo che cambia da un punto di vista ecologista e circolare. Il Glossario “Le parole giuste per una giusta transizione ecologica”  è un’iniziativa di A Sud, in collaborazione con Fandango Libri, CDCA e Economiacircolare.com ed è stato realizzato nell’ambito dell’Avviso pubblico per proposte di iniziative a supporto dell’attuazione della Strategia Nazionale per lo Sviluppo Sostenibile – Vettore “Cultura della sostenibilità” (SNSVS3)”, Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica – Strumenti e tecnologie per lo sviluppo sostenibile, Direzione Generale Economia Circolare.

Qui il Glossario: https://asud.net/glossario/