Da anni ormai il Collettivo Autonomo dei Portuali Genovesi (CALP), insieme ad alcune associazioni e al sindacato USB, organizza il blocco degli ingressi al porto dove transitano i camion che trasportano armi destinate a Israele per il genocidio sionista dei palestinesi e che anche all’Arabia Saudita per la sua guerra contro gli yemeniti (qui un video sulle precedenti mobilitazioni).

Il CALP è in contatto con i portuali in quasi tutti i porti d’Europa ed è anche l’organizzazione più attiva in tutte le iniziative antifasciste e antirazziste che si svolgono a Genova.

Il blocco del 25 giugno 2024 è stato preparato in collaborazione con tutte le associazioni cittadine. Alle 6 del mattino – nonostante il maltempo da 3 giorni – i manifestanti erano 500 (vedi qui il video del blocco con le interviste ad alcuni attivisti su .ilfattoquotidiano).

In particolare, si voleva protestare contro la compagnia di navigazione israeliana Zim, che ha messo a disposizione la sua rete logistica per trasportare armi per l’esercito sionista di Netanyahu. Fra i partecipanti alla manifestazione anche i collaboratori dell’associazione genovese Music for Peace, che al valico di Rafah sostiene i profughi palestinesi distribuendo cibo, medicine e aiuti.

Verso le 12 il grosso dei presenti al blocco dell’ingresso del porto è partito per una manifestazione verso il quartiere limitrofo per protestare davanti alla sede della Zim e della Steinweg – GMT, legata alla compagnia saudita di navi Bahri e davanti a Leonardo la più grande multinazionale italiana che produce ogni tipo di sistema d’arma che fornisce anche a Israele.

Tutte le strade e le autostrade attorno a Genova sono rimaste bloccate fino a pomeriggio inoltrato.

I leader del CALP hanno dichiarato alla stampa: “Abbiamo voluto bloccare il porto di Genova perché da qui passano massicciamente le armi utilizzate per massacrare il popolo palestinese. E’ un blocco per sabotare la guerra nella sua configurazione logistica. Per nove mesi abbiamo assistito al genocidio del popolo palestinese da parte di Israele e del colonialismo occidentale. Le armi che lasciano i nostri porti vengono usate per bombardare i palestinesi a Gaza. L’Italia non solo è complice, è direttamente responsabile del continuo massacro. Il porto di Genova è molto importante per la logistica delle guerre neocoloniali in corso; qui abbiamo compagnie come Zim, armatore ufficiale di Israele e garante della logistica di guerra tra il paese sionista, gli Stati Uniti e l’Italia, cioè Eni, Leonardo, Maersk e Bahri”.

Pubblicato in francese qui: mediapart.fr