Inizia con l’annuncio dello sciopero della fame, quella che gli operai dell’ex Gkn hanno chiamato “la settimana dell’imbarazzo”: quello della politica che, in pieno periodo elettorale, non dà risposte a una vertenza che non ha più tempo, essendo da cinque mesi senza stipendio né ammortizzatore sociale; quello delle istituzioni, il Governo a cui si chiede il commissariamento di Qf e la Regione Toscana a cui si chiede la legge regionale sui consorzi industriali.

“Lo sfinimento ora è un vostro problema – ha detto la Rsu ex Gkn -. Ci abbiamo riflettuto a lungo. Non crediamo negli atti individuali ma nella lotta collettiva. Che sia praticato da alcuni o molti, infatti, lo sciopero della fame è solo un ulteriore strumento messo in campo da questa vertenza, ad ausilio di una lotta collettiva, delle azioni e richieste di sindacati, Rsu e Collettivo di Fabbrica. Non ci sono tra di noi eroi o martiri”.

Le richieste sono tre: legge regionale subito e creazione urgente di un consorzio pubblico regionale per trattare l’area e sottrarla a logiche opache; commissariare Qf per pagare gli stipendi; dare vita a una vera discussione sulla reindustrializzazione, agganciando tra l’altro un ammortizzatore sociale, come previsto dalla legge 234/2021, sulla base della quale i licenziamenti sono stati annullati alla fine del 2023.

“Ci spaventa uno sciopero della fame – spiega la Rsu -. Perché è una privazione mai provata. E non sappiamo quanto resisteremo. E ci imbarazza usare un termine come “fame” in un mondo dove di stenti si muore veramente, a partire dalla drammatica situazione in Palestina. Ma poi alla fine, ci siamo dati la risposta più semplice: siete voi a dovervi ammalare di paura e l’imbarazzo è tutto vostro”.

Oltre alla politica in campagna elettorale, la ex Gkn chiama in causa anche le istituzioni: la Regione Toscana che non ha ancora dato risposte sulla proposta di legge sui consorzi industriali e il Governo, a cui si chiede il commissariamento di Qf, in deroga al numero previsto di 250 operai, vista l’inadempienza dimostrata dalla proprietà, più volte condannata in Tribunale per comportamento antisindacale e per il mancato pagamento degli stipendi.

“Questo Governo in due anni ha convocato tre incontri sulla ex Gkn: il 24 febbraio, il 2 marzo 2023 e il 26 marzo 2024. Si è guardato bene dal convocare un incontro durante i licenziamenti – conclude la Rsu -. Avrebbe dovuto dire che quei licenziamenti erano contro le leggi del proprio Stato. E infatti ha girato alla larga e l’ha lasciato dire al Tribunale. E invece ha ignorato che il Tribunale ha anche detto più volte che la fabbrica è agibile e gli stipendi da pagare. In pratica, il Governo ha girato alla larga rispetto al sospetto – forte e legittimo – che su questa fabbrica da tempo aleggino logiche poco chiare o speculative”.