Si va al ballottaggio. È la previsione del voto in Iran dopo lo spoglio di 12 milioni di voti. L’apertura dei seggi è stata prolungata di due ore per ben tre volte, fino alla mezzanotte ora locale. Ma malgrado questo, l’affluenza alle urne è stata molto bassa: attorno alle 40% degli aventi diritto.
Secondo l’agenzia Tansim, vicina alla procura di Teheran, al primo posto è arrivato il candidato riformista Pezeshkian con il 42,6%, seguito dall’ultraconservatore Jalili con il 38,8%.
Le elezioni sono avvenute in seguito alla morte dell’ex presidente Raissi in un incidente aereo lo scorso maggio. La bassa affluenza alle urne è uno schiaffo al regime e in modo particolare alla guida spirituale sciita Khaminei, che anche ieri – durante il suo voto – ha esortato gli iraniani ad andare a votare “per difendere il nome della Repubblica islamica”. La stragrande maggioranza degli iraniani non lo ha ascoltato ed è una forma di protesta silente contro la repressione del dissenso e contro la chiusura degli spazi di libertà anche sociali. Adesso si va al ballottaggio venerdì prossimo, 5 luglio.