Cento anni fa, il 28 Giugno del 1924, a Sesana (Slovenia) nasceva Danilo Dolci.
Nel suo anniversario trascriviamo quanto segue da: “Danilo Dolci: una vita contro miseria, spreco e mafia” a cura di Pino Dicevi (Coppola Editore, 2013)

Nella suddetta pubblicazione sono stati inseriti gli Atti inediti di un meraviglioso “Convegno sulle condizioni di vita e di salute nelle zone arretrate della Sicilia Occidentale”, organizzato da Danilo Dolci a Palma di Montechiaro, nei giorni 27-18-29 Aprile del 1960.

É passato mezzo secolo e gli atti di quel convegno sono ancora oggi di un’attualità impressionante, contengono la costante “esigenza di risolvere, presto e bene, gravi situazioni igieniche, urbanistiche, economiche, sociali nel senso più vasto”.

Quello, senza alcun dubbio, fu un vero convegno dal basso, partecipato da intellettuali, operai, contadini, artigiani, disoccupati (giovani e non), amministratori, parlamentari e rappresentanti di associazioni e di partito.

Ci fu la sentita partecipazione di una collettività, i cui modelli di vita quotidiana erano stati resi grossolani ed immutabili da un sistema aggressivo con i deboli e permissivo con i forti.
Il metodo dialogico di Danilo Dolci, qualificato dalla maieutica, aiutava le persone a tirare fuori le loro verità e non quelle imposte dal sistema, dove le loro conoscenze venivano oscurate dalle violenze, dai soprusi, dalla miseria, dal dolore e dal degrado ambientale.

In tal senso Ermanno Olmi recentemente ebbe a dire che la sua preoccupazione maggiore non era quella di mettere in evidenza il dolore della gente ma quella di far risaltare l’importanza reattiva della collettività, che non riusciva a cogliere gli stimoli alternativi.

Quel convegno fece di più, attivò e valorizzò le “intelligenze dal basso” mettendo a confronto valori e rivendicazioni categoriali tra i cittadini, non escludendo le personalità politiche e professionali desiderose di un radicale cambiamento culturale, sociale ed economico.

Insieme fecero emergere il senso della giustizia sociale e della non violenza che rappresentavano i presupposti necessari per rompere le incrostazioni politico-mafiose nei vari contesti e per dare credito alla pratica democratica che, pur essendo regolata dallo Stato di Diritto, continuava ad invischiare la società nel conservatorismo, nelle disuguaglianze e nell’illegalità.

La pubblicazione degli Atti del Convegno mira a ridestare l’attenzione verso i singoli interventi che, ricchi di contenuti interattivi, costituiscono la base stimolante verso un fare teorico e pratico, alternativo alla consuetudine di certi governanti che non vogliono dare risposte adeguate nemmeno ai diritti umani, incrostando le coscienze dei popoli, costretti a vivere nelle incongruenze, nelle ambiguità. Nelle emergenze, nelle vessazioni e nelle stragi quasi sempre impunite.

A nostro avviso la rilettura di quegli incontri riuscirà a stimolare il senso delle idee e delle iniziative da concretizzare, facendoci uscire dalla spirale degli errori del passato e dare una svolta alle relative contraddizioni.

Contraddizioni che continuano a negare il “diritto all’ambiente”, il “diritto alla salute” e il “diritto al lavoro” con le forme più variegate dello “spreco” inteso nella più stretta accezione etimologica: “mandare alla malora”, dal latino “exprecari”.

Per uscire dallo “spreco” bisogna ri-modulare i saperi comunitari nella scuola e nel territorio, dove la cultura storica, umanistica e scientifica può fare acquisire il senso ideologico della democrazia, salvata dallo Stato di Diritto; dove il ruolo delle amministrazioni e dei governi deve saper tradurre in prassi il soddisfacimento dei bisogni primari della collettività attraverso il recupero e la salvaguardia dei beni comuni e attraverso la valorizzazione funzionale dei servizi pubblici; dove si può attivare la consapevolezza di razionalizzare le risorse con una equa distribuzione degli utili.