In seduta congiunta delle commissioni I Bilancio, VI Ambiente e Servizi Pubblici Locali, lunedì 17 giugno è iniziata la discussione della delibera di iniziativa popolare sostenuta da oltre 2000 firme contro lo spreco idrico e per la tutela dell’acqua bene comune di proprietà e gestione pubblica e partecipativa.
Brillava per la sua assenza l’assessora competente Foglietta. Era invece presente l’assessora al Bilancio Nardelli che ha illustrato una Nota scritta in risposta ai punti rivendicati nella delibera.
Nella fase iniziale di empasse sembrava che il PD fosse intenzionato a farla breve per mandare la delibera al voto (evidentemente negativo) della Sala Rossa già nel pomeriggio stesso.
Gli interventi di Sara Diena SE, Valentina Sganga M5S e Pierino Crema dello stesso PD, hanno invece sbloccato la situazione e avviato due ore abbondanti di confronto che non ha però esaurito i temi sul tappeto. I lavori sono stati quindi rinviati ad una nuova riunione delle Commissioni, con la partecipazione dei proponenti la delibera e di funzionari Smat.
Dal canto nostro abbiamo insistito sull’urgenza di intervenire prioritariamente nella ristrutturazione della rete idrica, progetto che non può essere sostituito semplicemente dai droni per la rilevazione precoce delle perdite idriche come invece ci è stato detto (e pazienza se qualcuno ci considera antiquati per questa posizione!).
Abbiamo inoltre chiesto di:
- rafforzare la natura pubblica di Smat estromettendo via via le partecipazioni di aziende che pur essendo di proprietà pubblica non si occupano di gestione dell’acqua;
- attuare tutte le misure di legge a salvaguardia delle fonti di prelievo dagli inquinanti, ricordando le recenti denunce di presenza dei PFAS, gli inquinanti eterni presenti anche nell’acqua potabile di Torino e molti Comuni metropolitani;
- escludere dalla tariffa le quote che penalizzano i cittadini mercificando l’acqua (come gli oneri finanziari, i conguagli e le morosità colpevoli).
Sembra che l’attuale gestione dell’Azienda preferisca soluzioni parziali meno onerose di quelle atte a risolvere davvero i problemi: costano meno i droni per rilevare le perdite di una ristrutturazione programmata delle reti vetuste; costa meno centralizzare i prelievi e potabilizzare l’acqua dal Po che mettere in sicurezza le fonti montane e così via.
Poiché Smat è un’azienda che funziona, riteniamo che abbia le capacità tecniche e finanziarie per mettere in campo non soluzioni tampone ma veri progetti di salvaguardia dell’acqua, da garantire a noi oggi, ma soprattutto a* nostr* figl*, che rischiano di sperimentare in futuro restrizioni dovute alla scarsità d’acqua per noi inimmaginabili oggi.
Fuori l’acqua dal mercato, fuori il mercato dall’acqua