Continuano in tutto il mondo le proteste studentesche per la guerra di Israele a Gaza, come mostrato dai post pubblicati nella pagina Facebook di Invicta Palestina e aggiornati al 1° giugno.
Negli Stati Uniti venerdì la polizia ha fatto irruzione in un accampamento di studenti dell’Università della California a Santa Cruz effettuando circa 80 arresti. Qui è in atto uno sciopero dei lavoratori che si estenderà ad altri tre campus dell’Università della California, a Santa Barbara, San Diego e Irvine.
Foto di Instagram / @ahmed_visualz
All’Università di Chicago, decine di studenti hanno abbandonato la cerimonia di consegna dei diplomi dopo che le autorità accademiche avevano negato i diplomi a quattro studenti dell’ultimo anno che avevano partecipato a un accampamento di solidarietà con Gaza nel campus. Durante la cerimonia si sono sentiti manifestanti gridare “Stop al genocidio”.
Al Vassar College di New York, centinaia di ex alunni hanno interrotto il weekend di riunione dell’università. Più di 1.200 ex alunni del Vassar hanno giurato di non effettuare donazioni finché l’università non taglierà i legami con le aziende che forniscono armi a Israele.
Sempre a New York, gli studenti hanno interrotto le cerimonie di consegna dei diplomi alla Silberman School of Social Work dell’Hunter College. I manifestanti hanno esposto striscioni con i loghi delle università distrutte a Gaza.
Venerdì la polizia di New York ha arrestato 34 manifestanti che tentavano di occupare il Brooklyn Museum.
Gli studenti della Columbia University hanno allestito un nuovo accampamento chiamato “Rivolta per Rafah”. Un nuovo accampamento di solidarietà con la Palestina è stato montato anche all’Università di Pittsburgh.
Nel Regno Unito gli studenti dell’Università di Sheffield resistono alle ingiunzioni di sgombero delle autorità e chiedono agli ex alunni di sospendere le donazioni e la partecipazione agli eventi fino a quando l’università non avrà posto fine alla sua complicità con il genocidio in atto a Gaza. La Firth Court è stata ribattezzata Complicity Court: la ricchezza della famiglia Firth è infatti basata sulla fabbricazione di armi usate per il genocidio dei nativi americani.
Foto di Sheffield Campus Coalition for Palestine
Il Festival Internazionale del Libro di Edimburgo ha messo fine alla sua partnership ventennale con la società di investimenti Ballie Gifford, che ha sede nella città scozzese, per i suoi legami con Israele e gli investimenti legati al clima.
Fossil Free Books (FFB), il principale gruppo che si batte per il boicottaggio di Israele, ha festeggiato l’annuncio affermando che “mentre le bombe continuano a cadere sui palestinesi a Gaza, speriamo che questo mandi un chiaro messaggio: siamo uniti nella nostra solidarietà per i palestinesi. Amiamo molto i festival letterari ed è un privilegio condividerli con i lettori, ma questo non può avvenire a spese dei diritti umani dei palestinesi e delle comunità danneggiate dalle compagnie di combustibili fossili”.
Le iniziative di boicottaggio si diffondono in tutto il mondo e in campi diversi. In Algeria si sta sviluppando un forte movimento BDS nei riguardi dei prodotti delle società che sostengono Israele. Con la parola d’ordine: “Lasciatele arrugginire” il movimento boicotta le note bevande di produzione USA e raccomanda di sostituirle con marche locali, anche per aiutare l’economia algerina.
Fonti:
Democracy Now!
Invicta Palestina
Sheffield Campus Coalition for Palestine
Anbamed