Non interventi occasionali dettati da situazioni di pericolo ma interventi programmati e a tappeto, effettuati dal Comune di Catania tramite la Multiservizi.
Parliamo di capitozzature e potature drastiche che non solo danneggiano gli alberi rendendoli più instabili e meno sicuri, ma distruggono la avifauna che essi ospitano. Per lo più, infatti, le capitozzature vengono eseguite nei mesi primaverili, quando gli uccelli nidificano e si occupano della prole.
Un episodio recente viene raccontato nel sito della LIPU, Lega italiana protezione uccelli. “Nei giorni scorsi il Comune di Catania ha abbattuto un grande e vetusto pino (Pinus pinea) al Castello Ursino. Da un nido posto fra i rami è caduto rompendosi un uovo contenente un embrione quasi completo”.
A parte l’interrogativo sulla reale necessità di molti di questi abbattimento, che potrebbero spesso essere sostituiti da altre azioni di messa in sicurezza, l’episodio rappresenta una triste conferma della disattenzione e superficialità delle azioni compiute – in questa materia – dall’ente pubblico.
Eppure è ormai universalmente riconosciuto che le alberature presenti in città, lungo le strade, nelle piazze, nei parchi, sono gli alleati più preziosi nel contrasto all’emergenza climatica.
Questo tipo di interventi, inoltre, calpesta la normativa esistente sulla fauna selvatica, considerata “patrimonio indisponibile dello stato”, tutelato nell’interesse della comunità nazionale ed internazionale, da una legge del 1992. E contraddice il parere dell’ISPRA del maggio 2019 nonchè le Linee Guida e i criteri ambientali minimi stabiliti dal Ministero dell’Ambiente che condannano l’abbattimento e la potatura drastica di alberi o siepi.
Non ultimo, è in contrasto con il Regolamento del Verde di cui proprio il Comune di Catania si è dotato nel 2019.