Le azioni nel mondo per il cessate il fuoco, sono state tantissime in questi quasi 9 mesi. I video, le foto girano, le idee si raccolgono, si replicano. Non c’è copyright per fortuna.

Così anche in una piazza centrale della vecchia Stalingrado d’Italia, il movimento per la pace, che già altre volte si è fatto vedere e sentire, ha replicato quel flash mob che, nato a Milano e ripreso a Mestre, Firenze, Roma, Legnano, Varese, Bergamo, è riuscito ancora una volta.

A Milano è stato replicato già 10 volte e domani pomeriggio, sabato 29, concluderà il presidio in Cairoli con i palestinesi.

La scena è quella già descritta altre volte.

Una forte sirena, degli scoppi, una ventina di persone, sparse nella piazza, cadono a terra.

 

Le tre cose messe insieme provocano stavolta il pianto di una serie di bimbi piuttosto piccoli (quelli più grandi guardano invece con invidia le miccette esplose).

Alcune famiglie, coi piccoli piangenti, si allontanano. Certo dispiace, non era questo l’intento.

Eppure viene da pensare: se dei bimbi si spaventano per questo, cosa vorrà dire stare ogni giorno sotto le bombe, con esplosioni vere, in mezzo alle macerie, col sangue e i morti, con la vista di corpi straziati davvero.

Parte la musica, la tristezza è grande.

 

Il dolore si sente, i corpi si alzano, trascinano le loro lenzuola e lentamente vanno sul sagrato della chiesa a comporre la grande scritta: CESSATE IL FUOCO ORA.

Dopo poco, ancora: CEASEFIRE NOW.

Per chi non lo avesse capito.

Moltissime le persone che si avvicinano, fotografano, riprendono, alla fine applaudono.

Per un attimo, hanno vissuto, sotto la radice ennesima, quello che avviene a Gaza: cominciato in autunno, proseguito in inverno e primavera, e ora siamo in estate.

Che tacciano le armi al più presto.