Oibò, i “postfascisti” sono in realtà fascisti! C’è da cascare dal pero. Di fronte alla meritoria e impeccabile inchiesta di Fanpage, c’è chi recita la parte di chi si sorprende.
A leggere i giornali di oggi i Paolo Mieli, sempre pronti a bacchettare a sinistra, a lanciare accuse pretestuose di “antisemitismo”, tacciono. Dove sono gli editorialisti illustri, o presunti tali, che fino a un minuto fa si sono sperticati ad elogiare la Giorgia nazionale, riconvertitasi al santo liberalismo, atlantista e più “draghista” dell’originale? Mentre si prostravano al G7, che ormai conta come il noto due di coppe, esaltando chi è ormai un simulacro del potere, visto che le decisioni, molto più che ai tempi del G8, sono appannaggio di ben altri soggetti sovranazionali, militari, politici, finanziari, dunque mentre tv e stampa erano impegnate a fare da gran cassa al vertice internazionale, chi ancora interpreta il mestiere di giornalista non in modo servile, ma come strumento di denuncia senza fare sconti a nessuno, informava che l’organizzazione giovanile del partito di governo, spenti i riflettori e lontana da sguardi indiscreti, mostrava la sua vera natura fatta di saluti romani e “Sieg heil!”, canti tristemente noti, nonché esaltazione della violenza squadrista (e terroristica) di ieri come di oggi.
Per chi fa tutti i giorni i conti con questi gingilli la cosa non è una novità. Così come, a parte la vicenda Signorelli, esponenti di governo danno quotidianamente sfoggio della loro sensibilità democratica, tra una frase razzista e un richiamo a valori non proprio edificanti.
La stessa Meloni qualche giorno fa si è lasciata andare ad una battuta eloquente sui migranti che ricordava quella dell’ineffabile Di Maio sui taxi del mare. Del resto la destra fa la destra, i fascisti più o meno mascherati attuano politiche razziste e antisociali: continuano a massacrare il welfare, usano le forze di polizia per manganellare chi manifesta e vessare nella quotidianità le fasce sociali più emarginate, si adoperano per rendere impossibile alle navi delle Ong soccorrere chi cerca di fuggire da miseria e guerre. Tutte politiche che sono la continuazione di ciò che hanno fatto e continuano a fare i cosiddetti governi “liberali”, basta guardare a ciò che accadde negli altri Paesi “storici” dell’Unione.
La indubbia e storica differenza tra liberalismo e fascismo da tempo si sta assottigliando, e così anche sul piano elettorale chi va a votare, sempre di meno, opta per l’originale abboccando alla demagogia e alla trappola di chi mette settori popolari contro chi sta ancora più in basso. Da qui la debacle dei partiti di governo centristi.
Tornando all’inchiesta di Fanpage il silenzio delle Comunità ebraiche ufficiali è assordante. Probabilmente sono imbarazzate all’idea che i giovani camerati del partito di governo, soggetto politico diventato ormai un amico per le posizioni filo israeliane, ritenuto fidato anche sull’antisemitismo, inneggino al fascismo e al nazismo. Unica voce flebile quella di Davide Romano, direttore del Museo della Brigata ebraica di Milano: “Non sono sorpreso, so che ci sono questi fenomeni tra i giovani di FdI. La cosa positiva però è che Meloni sta mantenendo un comportamento costituzionale corretto, ha una linea diversa rispetto a questi fanatici” ha dichiarato a Il Fatto. Naomi Di Segni presidente dell’UCEI e Riccardo Pacifici, altro autorevole esponente della Comunità romana di cui è stato presidente, non hanno voluto commentare. Del resto a proposito di comportamenti squadristi Pacifici in passato si è dimostrato un tantino “aggressivo” di fronte a chi non la pensava come lui.
A quanto sembra le organizzazioni ufficiali ebraiche italiane sono pronte ad affibbiare l’accusa di antisemitismo a chiunque protesti contro i crimini dello Stato israeliano, mentre di fronte ai fascisti fanno come le famose tre scimmiette. Tranquilli, ci pensa Giorgia.