Si tratta di un’iniziativa urgente e importante dell’Istituto Internazionale di Ricerca sulla Pace di Ginevra (GIPRI). Due soci della Fondazione Transnazionale per la Pace e la Ricerca sul Futuro (TFF), il professor Richard Falk e il direttore della TFF Jan Oberg, l’hanno firmata.
Esistono ragionevoli motivi per ritenere che il sostegno incondizionato a Israele della Presidente della Commissione Europea – militare, economico, diplomatico e politico – abbia permesso i crimini di guerra e il genocidio in corso a Gaza.
Il 22 maggio è stata presentata una comunicazione all’Ufficio del Procuratore della Corte Penale internazionale (CPI), in cui si espone dettagliatamente, attraverso fatti e prove, che ci sono ragionevoli motivi per ritenere che l’attuale presidente della Commissione Europea, la signora Ursula von der Leyen, cittadina tedesca, sia complice di una serie di violazioni del diritto umanitario internazionale, che equivalgono a crimini che rientrano nella giurisdizione della CPI, commessi dalle forze armate israeliane (IDF) contro i civili palestinesi nei Territori Palestinesi Occupati (TPO), compresa la Striscia di Gaza.
Questa comunicazione, appoggiata da diversi gruppi per i diritti umani e da importanti accademici ed esperti di diritto penale internazionale, chiede al Procuratore della CPI di avviare le indagini sulla base delle informazioni fornite contro la signora Ursula von der Leyen.
La comunicazione documenta in dettaglio il fatto che la signora Ursula von der Leyen è personalmente responsabile penalmente e punibile per alcuni dei crimini di guerra, crimini contro l’umanità e genocidio commessi (e tuttora in corso) dalle forze armate israeliane negli OPT, nella misura in cui ha aiutato, favorito e assistito in altro modo che si commettessero o si tentasse di commettere tali crimini, fornendo anche i mezzi per commetterli, ai sensi dell’articolo 25(3)(c) dello Statuto di Roma della CPI. La signora von der Leyen non gode di alcuna immunità funzionale davanti alla CPI in virtù dell’articolo 27 dello Statuto di Roma.
La signora Ursula von der Leyen si è resa complice di violazioni degli articoli 6, 7 e 8 dello Statuto di Roma attraverso una serie di atti positivi e omissioni, nella sua veste ufficiale di presidente della Commissione Europea. Gli atti positivi includono i seguenti:
– Sostegno militare a Israele: La signora von der Leyen, nella sua veste ufficiale di presidente della Commissione Europea, è stata determinante nell’assicurare la fornitura di mezzi, sotto forma di sostegno militare, all’IDF. Nel periodo 2019-23, Israele è stato il terzo principale destinatario di armi fornite da uno Stato membro dell’UE, la Germania, a sua volta quinto esportatore di armi importanti al mondo.
– Sostegno economico e finanziario a Israele: sia rifiutando di fare qualsiasi passo verso la sospensione dell’Accordo di Associazione UE-Israele, sia promuovendo, nel corso dell’attuale assalto israeliano a Gaza, nuovi strumenti di cooperazione UE-Israele.
– Sostegno diplomatico al governo israeliano: questo sembra essere una risposta alla richiesta formulata dal Primo Ministro Netanyahu il 7 ottobre 2023 alla comunità internazionale di “garantire libertà d’azione a Israele nel proseguimento della campagna”. Il sostegno diplomatico di cui gode Israele è stata la conditio sine qua non della perpetrazione di crimini di guerra, crimini contro l’umanità e genocidio, plausibilmente commessi dall’IDF nella Striscia di Gaza dal 7 ottobre.
– Sostegno politico: le varie dichiarazioni ufficiali della signora von der Leyen che esprimevano un sostegno incondizionato a Israele sono equivalse a un incoraggiamento e supporto morale ai membri dell’IDF, coinvolti nella commissione di crimini contro la popolazione palestinese negli OPT.
La Presidente della Commissione Europea era consapevole di partecipare, per favoreggiamento, all’attuazione dei crimini in questione. Data l’ampia pubblicità data quotidianamente alle violazioni del diritto internazionale umanitario perpetrate dall’IDF nella Striscia di Gaza, soprattutto a partire dall’ottobre 2023, e la ricchezza dei rapporti e dei documenti ufficiali delle Nazioni Unite disponibili, che di fatto hanno spinto numerosi funzionari dell’ONU – tra cui il Segretario Generale dell’ONU – a esprimere la loro massima preoccupazione, la Signora von der Leyen non può negare il semplice fatto che era a conoscenza di tali crimini, o quantomeno ne conosceva la plausibilità, come stabilito dalla Corte Internazionale di Giustizia (CIG) nell’ordinanza del 26 gennaio 2024 sulle misure provvisorie in materia di genocidio.
Avrebbe dovuto intraprendere tutte le azioni possibili a sua disposizione per impedire la continuazione di tali crimini e, per lo meno, per non facilitare in alcun modo la commissione di tali crimini, come purtroppo ha fatto. L’obbligo di prevenire la commissione di genocidi è fondamentale nella Convenzione sul Genocidio e nello Statuto della Corte Penale Internazionale.
La Presidente della Commissione Europea non ha agito per impedire la commissione dei crimini in questione. È quindi complice per omissione. Infatti:
– La Presidente von der Leyen aveva, e ha tuttora, l’obbligo giuridico di agire nelle circostanze considerate, nella misura in cui il diritto internazionale impone a una persona investita di poteri pubblici il dovere di agire per proteggere la vita umana.
– La Presidente von der Leyen aveva, e ha tuttora, la capacità di agire; i mezzi erano (e sono tuttora) a sua disposizione per adempiere al suo dovere di agire. Ciò è confermato dalle azioni intraprese dalla Commissione Europea sotto la sua presidenza, in altri contesti (ad esempio in Ucraina), per prevenire la commissione di crimini di guerra e limitare la capacità di alcune potenze di condurre operazioni militari.
– Se la Presidente von der Leyen avesse agito in base al suo dovere legale, invece di cercare di “garantire la libertà d’azione di Israele nel proseguimento della campagna”, i crimini avrebbero avuto molte meno probabilità di verificarsi, o per lo meno di essere perpetrati per un periodo di tempo così lungo, e su una tale scala e grandezza.
Geneva International Peace Research Institute (GIPRI), Ginevra, Svizzera
Email: ge.jacquet@gipri.ch
Collectif de Juristes pour le Respect des Engagements Internationaux de la France
(CJRF), Parigi, Francia
Email: comite.cjrf@gmail.com
Articolo originale:
Traduzione a cura di AssoPacePalestina