Pubblichiamo la nota della CUA di Bologna diramata via sociale ieri, con la quale, collegandosi alle mobilitazioni studentesche in corso sul piano trasnazionale, hanno dato vita al primo accampamento sul territorio nazionale. Di seguito riprendiamo l’articolo di Napoli Monitor che ci racconta dell’acampada degli studenti della Rete studentesca di queste ore[accì]

 

INIZIA L’INTIFADA STUDENTESCA A BOLOGNA

Dopo 7 mesi di intensificazione del genocidio in Palestina e dopo che le istituzioni non hanno voluto ascoltare le istanze delle centinaia di piazze che sono state riempite da chi chiedeva lo stop al genocidio, all’invio di armi e all’occupazione, siamo arrivati a un punto di non ritorno. Con i carri armati in direzione di Rafah non possiamo più attendere e non possiamo aspettare che il finto umanitarismo dell’occidente salvi il popolo palestinese. Quindi cogliamo l’invito che ci arriva dalle università statunitensi, le università del cuore dell’imperialismo che oggi stanno dando un chiaro segnale: non staremo fermi a guardare.

Nonostante la repressione e il tentativo di minacciare gli studenti in mobilitazione, la lotta non si ferma ma si allarga. Dagli Stati Uniti all’Italia, dalla Francia all’Inghilterra, dalla Spagna alla Palestina, un solo grido si alza: libertà per il popolo palestinese e stop all’occupazione.

Oggi a Bologna inizia l’accampamento permanente in zona universitaria con delle chiare richieste, non più al rettore di questa università, ma direttamente al governo:

– vogliamo la fine degli accordi di ricerca delle università italiane con enti, aziende e università israeliane complici del massacro

– vogliamo la fine degli accordi di ricerca con aziende il cui principale profitto è in ambito bellico perchè l’università deve essere un baluardo contro la guerra e non sua schiava

– vogliamo il blocco delle esportazioni di armamenti all’entità sionista.

Questo accampamento sarà il primo in Italia, ma questa mobilitazione si sta espandendo a macchia d’olio e presto saremo presenti in altre città d’Italia. La rete transnazionale degli studenti in lotta per la Palestina oggi fa il primo passo in Italia

nota della CUA Bologna

  

L’ACAMPADA DEGLI STUDENTI ALLA FEDERICO II

Hanno letteralmente piantato le tende nel cortile del dipartimento di studi umanistici della Federico II, gli studenti della Rete studentesca per la Palestina di Napoli, dopo un corteo partito di buon ora questa mattina da largo San Marcellino, in risposta all’appello internazionale di mobilitazione studentesca.

Forti della risonanza ottenuta dalle proteste nei campus universitari americani, gli studenti europei hanno infatti deciso di dar vita a una campagna di “Intifada studentesca”, cominciata questa domenica (in Italia i primi accampamenti si sono organizzati a Bologna  e Roma) e che ha come obiettivo la costruzione di una giornata internazionale di iniziative per il 15 maggio, data che ricorda la Nakba, la “catastrofe” iniziata in Palestina quasi un secolo fa e che da allora non ha conosciuto fine.

Oltre alle rivendicazioni che si stanno sviluppando collettivamente a livello internazionale – e quindi la fine del genocidio nei territori occupati e la liberazione della Palestina “dal fiume al mare” – gli studenti napoletani chiedono al rettore della Federico II la rescissione degli accordi esistenti con le università israeliane e con le aziende belliche. Dopo l’occupazione dei suoi uffici di metà aprile, il rettore Lorito aveva peraltro garantito che avrebbe portato la questione all’interno delle strutture istituzionali di discussione dell’università, e contestualmente aveva annunciato le proprie dimissioni dalla Med-Or, fondazione della Leonardo che costruisce le strategie, produttive e “diplomatiche” (sotto la guida dell’ex ministro Minniti), della prima azienda europea per produzione di armi.

Nulla di tutto questo è accaduto, anzi, il rettore ha dato buca a un appuntamento previsto per oggi a cui gli studenti avevano provocatoriamente portato i documenti necessari alle dimissioni, nel caso in cui anche nelle prossime settimane Lorito dovesse avere un’agenda troppo fitta per occuparsi della cosa. Il rettore, però, non si è fatto trovare, e la firma non è stata apposta.

L’acampada prosegue intanto nella sede di via Porta di Massa. Per questo pomeriggio (ore 15:30) è prevista un’assemblea che calendarizzerà iniziative e mobilitazioni dei prossimi giorni.

Rosa Battaglia