Non sono poche le critiche motivate che accompagnano i XXV Giochi Olimpici e Paralimpici Invernali del 2026 Milano-Cortina. Giochi che dovevano essere a costo zero, ma che fin da subito hanno appalesato la loro insostenibilità ambientale, sociale ed economica, sollevando le proteste di cittadini ed associazioni.
Sarebbe forse il caso di ripensare la natura di questi grandi eventi (soprattutto in tempi di crisi climatica), che muovono ingenti investimenti, ma quasi sempre slegati dai reali bisogni delle comunità.
Un articolo di fine 2022 di Luca Pisapia argomentava efficacemente perché le Olimpiadi di Milano-Cortina 2026 andrebbero boicottate: https://valori.it/olimpiadi-invernali-milano-cortina-2026/.

Tuttavia, manca ormai poco ai Giochi Olimpici Invernali del 2026 e la macchina gestionale italiana – nonostante i dubbi e le critiche di tanti – è partita da tempo e va avanti.
La Fondazione Milano Cortina 2026, per come si legge nei canali digitali, effettuerà “tutte le attività di organizzazione, promozione e comunicazione degli eventi sportivi e culturali relativi ai Giochi” e la Società Infrastrutture Milano Cortina 2020 – 2026 S.p.A. (SIMICO) ha già in cantiere contratti e opere perché chiamata a svolgere “tutte le attività di realizzazione, quale centrale di committenza e stazione appaltante, anche stipulando convenzioni con altre amministrazioni aggiudicatrici, delle opere connesse allo svolgimento dei XXV Giochi”.
Sono comunque tantissimi gli enti che hanno responsabilità su enormi investimenti: Anas, Terna, Autostrade Brennero, Ferrovie dello Stato, Regioni e Province autonome, singoli Comuni, A22 Spa ecc.

Come si lamenta da più parti, ad oggi tutte le attività connesse con i Giochi Invernali si caratterizzano per la scarsa trasparenza e per lo scarsissimo coinvolgimento dei cittadini.
Un primo “proto-monitoraggio” (condotto in forme rigorose ma artigianali) indica in oltre 5 miliardi e 720 milioni di € il totale dei costi, di cui 1 miliardo e 600 milioni per la realizzazione dei Giochi e altri 4 miliardi e 120 milioni per le opere connesse (il 68% assorbite da 45 opere stradali per un costo che supera i 2 miliardi e 816 milioni di euro totali).
La Lombardia da sola assorbe circa la metà delle opere (il 52%) e dei relativi costi (47%), mentre il Veneto si contraddistingue per ospitare le 13 opere (16% del totale) dal costo complessivamente superiore (il 33% dei costi totali).
Le opere, infine, che si terranno sul territorio della sola Provincia autonoma di Bolzano sono numericamente superiori a quella dell’intero Veneto (14 in Alto Adige, 13 in Veneto).

E’ questa la prima fotografia di spesa per i XXV Giochi Olimpici e Paralimpici Invernali Milano Cortina del 2026, scattata da una rete di 20 associazioni nazionali e territoriali (tra cui Libera, Wwf Italia, Italia Nostra, Legambiente, Cai centrale, Mountain Wilderness Italia e Cipra Italia) in occasione della presentazione a Pieve di Cadore (in piena zona dei Giochi) del report che apre la campagna “Open Olympics 2026.

Vogliamo i Giochi invernali Milano Cortina trasparenti, legali, rendicontabili”, con la quale è stato lanciato un appello forte a tutti i soggetti coinvolti, dal Comitato Olimpico Internazionale al CONI, dalla SIMICO S.p.A ad Anas S.p.A, dalla Fondazione Milano Cortina 2026 al Ministero per lo sport e i giovani del Governo Italiano, affinché garantiscano piena trasparenza, legalità e rendicontabilità dei Giochi invernali Milano Cortina.

“Se è vero che manca ormai poco e la macchina gestionale è partita da tempo, si legge nel report, ancora non sappiamo quale sia effettivamente il totale delle opere. Ne abbiamo contate 79, ma non esiste un elenco unico istituzionale che ci informa su questo. Così come è difficile comprendere chi sono i responsabili di un’opera, spesso anche divisa in lotti, e come i commissariamenti condizionino le regole del gioco. Quasi sempre non sappiamo il perché della realizzazione delle opere, in quanto non ammessi al prendere parte alla decisione pubblica, né possiamo effettivamente valutarne l’impatto. Spesso risulta estremamente complesso capire dove siano i dati, essendo costretti a giocare a “ping pong” tra portali e siti diversi. Di troppe opere non sappiamo, infine, quando saranno pronte e quale utilizzo avranno anche nel futuro.”

La Campagna della rete di 20 associazioni nazionali e territoriali è stata lanciata per pretendere trasparenza e conoscibilità, per sapere come cambiano i territori luogo dei Giochi, per conoscere l’elenco delle opere e il loro costo, per avere tuti i dati di una mole enorme di risorse e di progettazioni, in grado di cambiare il volto dei territori per come li conosciamo oggi. Una Campagna per avere la certezza di un utilizzo responsabile delle risorse, al fine di valutarne adeguatamente l’impatto sulle vite delle persone e sull’ambiente, avere la certezza che nessuna di queste risorse si disperda in opacità o inefficienza o vada ad alimentare l’economia criminale, di stampo mafioso o corruttivo e garantendo che vengano evitate spese inutili.

I promotori della Campagna lanciano la proposta di un “Portale unico della trasparenza dei Giochi invernali Milano Cortina 2026, che metta tutti in grado sia di comprendere, opera per opera e in formati di dato aperti, i passaggi e l’iter delle stesse, le spese relative all’organizzazione e promozione dei Giochi” e rilanciano una nuova iniziativa di monitoraggio civico.

Questa è la Rete promotrice della Campagna: Libera. Associazioni, nomi e numeri contro le mafie, Commissione Internazionale per la protezione delle Alpi – CIPRA Italia, Club Alpino Italiano – CAI centrale, Legambiente, WWF Italia, Italia Nostra, Mountain Wilderness Italia, Club Alpino Italiano – CAI Alto Adige, Società Alpinisti Tridentini – SAT, Alpenverein Südtirol – AVS, Federazione “Heimatpflegeverband Südtirol”, Dachverband für Natur- und Umweltschutz in Südtirol – OVN, Plattform Pro Pustertal – PPP, Protect Our Winters Italia, PFAS.land – Informazione e azione contro i crimini ambientali, Gruppo Promotore Parco delle Marmarole Antelao Sorapiss – oggi Parco del Cadore, Peraltrestrade Dolomiti – Comitato Carnia-Cadore – PAS Dolomiti, Gruppo di Acquisto Solidale “El Ceston”, Associazione culturale Gruppo d’acquisto solidale “Il Tarlo”, Umweltring Pustertal.

Qui il Report: https://www.libera.it/documenti/schede/doc_posizionamento_def.pdf.

Foto Legambiente