Alcuni dati sul disagio degli adolescenti dopo la pandemia, elaborati da Openpolis, evidenziavano che: mezzo milione di minori era a rischio dipendenza da internet; oltre 370 mila adolescenti dichiaravano di avere dipendenza da cibo e disturbi alimentari; aumentavano i casi di ricovero di minori in pronto soccorso per questi motivi; quasi 66 mila studenti tra 11 e 17 anni hanno una tendenza all’isolamento sociale (hikikomori). Si notava inoltre il forte peggioramento del benessere psicologico, soprattutto tra le ragazze, la crescita del fenomeno delle baby gang secondo il 46% delle Questure e il fatto che 2 giovani italiani su 3 si dichiaravano molto preoccupati per il cambiamento climatico.
Nel giugno dell’anno scorso, un’indagine demoscopica promossa da Con i Bambini e Demopolis faceva emergere poi come il 54% degli adolescenti intervistati ritenga di non essere capito dagli adulti. Un’opinione peraltro condivisa dal 45% dei genitori.
Il disagio che vivono i nostri adolescenti è innanzitutto di natura sociale ed economica: secondo le stime di Istat, il 14% dei minori nel 2023 si è trovato in povertà assoluta e si tratta dell’incidenza più elevata della serie storica dal 2014. Dopo la pandemia, i minori che vivono in famiglie in povertà assoluta sono arrivati a 1,3 milioni. In termini educativi, gli anni di pandemia si sono segnalati inoltre per un calo netto negli apprendimenti: nel 2022 quasi uno studente su dieci (9,7%) in quinta superiore si è trovato in dispersione implicita, vale a dire nella situazione di chi, pur portando a termine gli studi, lo fa senza aver raggiunto competenze di base adeguate. Un fenomeno che ha riguardato soprattutto gli studenti svantaggiati: gli alunni con alle spalle una famiglia in condizione medio bassa sono passati da una dispersione implicita dell’8% nel 2019 al 12% nel 2022.
L’indice di salute mentale raccolto da Istat per gli indicatori del Bes – benessere equo e sostenibile – (un indice di sintesi che varia tra 0 e 100, con migliori condizioni di benessere psicologico al crescere del valore dell’indice) evidenzia che l’indice di salute mentale medio tra i 14-19enni nel 2021 è calato a 70,3, da 73,9 nella rilevazione dell’anno precedente. Nel 2022 l’indice di salute mentale tra gli adolescenti è tornato a migliorare (72,6), per poi scendere nuovamente l’anno successivo (71 nel 2023), con un divario di genere che vede un minor benessere psicologico per le ragazze (con un indice di 67,4 per le giovani di 14-19 anni nel 2023) rispetto ai ragazzi (74,3).
Anche l’Istituto Superiore di Sanità, nell’ambito dell’indagine sulle dipendenze comportamentali nella generazione Z (i nativi digitali, nati tra la fine degli anni ’90 e il 2012), rileva la prevalenza di alcuni disturbi in seguito all’emergenza Covid-19, arrivando a stimare in 65.967 gli studenti tra 11 e 17 anni con tendenza all’isolamento sociale nei sei mesi precedenti la rilevazione (ovvero l’1,6% del totale, sulla base del campione rappresentativo della popolazione studentesca). E sempre l’ISS stima che quasi 100mila ragazze e ragazzi (il 2,5% degli 11-17enni) presentano caratteristiche compatibili con una dipendenza da social media. Una tendenza correlata con le difficoltà nell’instaurare una relazione costruttiva con genitori e adulti.
Altri dati, come quelli provenienti dagli accessi al pronto soccorso del Ministero della Salute, mostrano che nel 2021 sono stati 2.778 gli accessi in pronto soccorso di minori per sindromi e disturbi da alterato comportamento alimentare, in crescita del 10,5% rispetto al 2019. Un problema soprattutto tra le ragazze: l’incidenza femminile tra gli under 25 è infatti passata dal 61,1% del 2019 al 72,7% del 2021. Tra gli adolescenti maschi invece è più frequente l’abuso di alcol. Il 29,3% dei giovani di 14-17 anni nel 2022 ha presentato almeno un comportamento a rischio nel consumo, contro il 25% delle coetanee.
In un Paese con 1,3 milioni di minori residenti con background migratorio, un altro aspetto indagato dopo lo scoppio dell’emergenza è stato l’impatto di fenomeni di discriminazione e bullismo, grazie alle rilevazioni specifiche dell’ Istat. Durante la fase più critica della pandemia (marzo 2020-estate 2021), circa 1 studente su 10 delle scuole secondarie ha dichiarato di aver subito episodi di bullismo o cyberbullismo, con un’incidenza che sale tra i soggetti a maggior rischio di esclusione, come i minori stranieri. La quota raggiunge infatti il 18,2% tra bambini e ragazzi con cittadinanza non italiana. Anche le ragazze sono tra i soggetti più a rischio di episodi di bullismo: il 3,9% delle studentesse dichiara di essere stata presa di mira con racconti di storie diffamatorie sul proprio conto, molto più dei maschi (2,3%).
Ansia, depressione, disturbi alimentari, bullismo e baby gang, identità sessuale, isolamento ed eco ansia sono alcune facce di un fenomeno complesso e in forte crescita ma ancora poco esplorato. Le nuove generazioni non possono tuttavia essere un’emergenza; costituiscono invece una risorsa, come dimostrano anche i dati sull’impegno nel volontariato e l’adesione ad associazioni ecologiche, per i diritti civili e per la pace quasi doppia rispetto agli adulti.
Per questo, è partita “Non sono emergenza”, una campagna di comunicazione che indaga il disagio degli adolescenti attraverso un fotoreportage di Riccardo Venturi e un documentario di Arianna Massimi, con le storie e l’ascolto diretto di ragazzi e ragazze, i dati sul fenomeno elaborati dall’Osservatorio #conibambini e la partecipazione delle “comunità educanti”. La campagna, come illustrato durante la presentazione online, sarà implementata in modo partecipativo fino ad almeno la fine dell’anno. Nel tempo saranno condivise nuove immagini di campagna e fotografie, altri dati e indagini, il documentario, i video e le storie di ragazzi e ragazze, tramite il sito www.NonSonoEmergenza.it e i canali social dedicati. Saranno condivisi suggerimenti utili per l’ascolto dei ragazzi da parte di operatori ed esperti rivolti al mondo degli adulti. Saranno coinvolti content creator sui social nei vari ambiti della campagna e soprattutto saranno interessati le tante comunità educanti e adolescenti coinvolti dal Fondo e non solo. Alla ripresa dell’anno scolastico verrà promosso un contest rivolto a ragazzi e ragazze promuovendo il loro punto di vista, i loro sogni da realizzare e il loro protagonismo, essenziale per il futuro del Paese. Qualsiasi ente e organizzazione che intenda aderire alla campagna può farlo tramite il sito. Il benessere delle nuove generazioni deve essere un obiettivo condiviso.
Qui il report Non Sono Emergenza.
Qui per approfondire la Campagna: https://www.nonsonoemergenza.it/.