Il presidio All Eyes of Rafah organizzato ieri pomeriggio dal Coordinamento Torino per Gaza presso l’ingresso principale del Salone del libro di Torino ha messo a nudo le contraddizioni del grande evento diventando una notizia di interesse nazionale.
Il coordinamento Torino Per Gaza è un coordinamento nato lo scorso novembre raggruppando un variegato insieme di realtà e singoli accomunati da alcune istanze che al momento sono così definite:
- No all’invasione di Rafah
- Embargo militare, cessazione di esportazione e fornitura di armi a Israele
- Stop accordi di collaborazione tra università Italiane e Israeliane e industrie belliche
- Rispetto delle leggi di diritto internazionale, anche nelle competizioni culturali e sportive internazionali
L’attività del coordinamento si è intensificata ed allargata con il peggioramento della situazione umanitaria a Gaza toccando l’apice in questi giorni di attacco a Rafah, l’ultima parte di Gaza dove la popolazione civile ha trovato rifugio.
Con questo inquadramento il coordinamento ha indetto il presidio con l’obiettivo di portare all’interno del salone la tragica situazione di Gaza.
Le principali accuse rivolte dai manifestanti alla kermesse torinese riguardano la totale mancanza di attenzione degli organizzatori rispetto alla disperata situazione di Gaza che conta 40.000 vittime civili e vede tutte le sue strutture culturali, sanitarie e civili rase al suolo dalla furia vendicativa dello stato israeliano; per questa ragione i manifestanti chiedevano la possibilità di sfilare all’interno del salone per sensibilizzare i visitatori sulla tragica situazione dei civili di Gaza.
Il tentativo di entrare nel salone è stato bloccato dalle forze di polizia, ma questo ha generato una serie di conseguenze anche all’interno del salone dove vari espositori, scrittori e maestranze hanno manifestato in solidarietà con la Palestina; una bandiera palestinese è stata posizionata nel loggione a destra dell’ingresso principale del Lingotto ed il fumettista Zerocalcare è uscito a parlare ai manifestanti per esprimere la sua solidarietà alla causa. Solidarietà è stata espressa anche dalle rappresentanze sindacali dei lavoratori del Salone.
Per la prossima settimana è previsto l’inizio delle accampate negli atenei torinesi sull’esempio di quanto sta succedendo nelle università europee e statunitensi ed in alcune università italiane.
Il 18 maggio è indetto un corteo con sit-in coordinato a livello nazionale per ricordare la Nakba e per chiedere lo stop alla fornitura di armi a Israele da parte del governo Meloni