Sabato 1° giugno all’Erenefest 2024, a Roma quartiere San Lorenzo ai Giardini del Verano, alle ore 17:30 si terrà una Tavola rotonda dal titolo “Spiritualità e Nonviolenza” un dialogo da vari punti di vista sul tema. In questa occasione interverrà il giornalista di Radio Radicale, Andrea Billau, per presentare il suo nuovo libro, edito da Multimage, intitolato I nuovi creatori, il nostro destino di liberazione dalla tragici”. 

“Riprendendo testi precedenti, Billau precisa il suo approccio filosofico-religioso alla condizione tragica dell’esistenza e confrontandosi con le varie soluzioni metafisiche messe in campo dalla storia del pensiero umano propone una fede razionale in uno sviluppo ulteriore della realtà che contiene un compimento del tragitto terreno dell’essere umano, che si risolve nell’approdo della coscienza umana alla sfera del pensiero puro (noosfera), come inscritto nella teogonia di un Essere originario che si trasforma nella vita del cosmo e che attraverso la nascita della coscienza umana si proietta in un Dio a-venire oltre la morte.

È la prospettiva della divinizzazione dell’essere umano comune a molte religioni ma che qui non nasce da una verità rivelata, come nelle stesse, ma da riflessioni razionali che portano l’autore a proporre a tutti/e noi di prendere coscienza delle nostre possibilità in un mondo che sembra andare sempre più alla deriva e che invece noi possiamo cominciare a cambiare in questa vita terrena, fiduciosi che quello che abbiamo incominciato non andrà perso con la nostra dipartita dall’esistenza attuale”.

Invitando i lettori a comprare e a leggere questo splendido libro, riporto la prefazione da me scritta che troverete al suo interno:

«Per me è davvero un vero piacere scrivere questa prefazione, a questo bellissimo e interessante nonché attuale pamphlet, scritto dall’amico, giornalista e filosofo, Andrea Billau di cui ho grande stima. Questo saggio, di grandissima attualità, parte dall’attuale situazione di questa nuova società contemporanea, afflitta dalla crisi economica e climatica, schiacciata dal consumismo tecnologico, dall’aumento delle diseguaglianze, dalla violenza, dalle guerre e dalla sempre maggiore sfiducia verso le istituzioni democratiche. L’autore constata come la risposta a questa situazione spesso è rappresentata da scelte politiche sovraniste, dal fondamentalismo religioso o da un’apatia tale che impedisce di fare qualsiasi cosa per cambiare, anche nel proprio piccolo, la situazione. Quest’ultima potrebbe anche essere chiamata con la parola “Indifferenza”. Nel saggio viene esposto come tali problemi siano dovuti dall’incapacità della filosofia laica, bloccata dal pensiero positivista, di affrontare questioni ultime di senso della vita a causa della netta e rigida separazione dalla teologia e dall’aspetto religioso. Sarebbe necessario quindi un’apertura della filosofia laica all’apporto che potrebbe ricevere da una cultura religiosa aperta e pluralista. Il risultato di questo rapporto potrebbe aprire ad uno scenario che porterebbe all’ingresso di a nuova teologia laica. L’autore e ben coscio del “Male” e di tutti gli aspetti negativi di questa realtà e di questo mondo, ma è anche consapevole della presenza se pur ridotta, vista la situazione, di un “Bene”, ed è proprio da quest’ultima maturata consapevolezza che trae la speranza per scrivere questo saggio. La soluzione proposta dal filosofo, per fare incontrare proficuamente, l’aspetto laico con quello religioso, è rappresentata da la teogonia. Chiaramente con la sua proposta non si esime assolutamente dal sottovalutare o dal non trattare i possibili problemi. Nell’esporre la sua tesi, l’autore esplica, tra l’altro, la prospettiva teogonica del filosofo Aldo Capitini. Quest’ultimo di fatto parla dell’importanza “della Nonviolenza politica, come scelta più coerente di una pratica di liberazione sociale che liberi la politica dalla violenza come mezzo di lotta, creando anche la possibilità effettiva della partecipazione di tutti alla cosa pubblica, superando i limiti dell’attuale democrazia”. Non ho potuto fare a meno che trovare di grandissimo interesse tale teoria, poiché secondo me per cominciare a contrastare la violenza l’unico modo è la nonviolenza. Andrea Billau accomuna Capini proprio con M.K. Gandhi. Lascerò che per capire la teogonia proposta da Andrea vi addentriate nelle prossime pagine, tuttavia ci tengo a sottolineare l’importanza del suo pensiero che pone l’attenzione sulla persona perché sta a lei scegliere da che parte stare, se propendere verso il bene o se vertere verso il suo opposto».