L’esercito israeliano ha ucciso ieri 82 civili e ferito altri 234, in 8 stragi causate dai bombardamenti indiscriminati sui quartieri residenziali. Nella notte i bombardamenti israeliani, su una scuola dell’ONU a Nuseirat, hanno provocato l’uccisione di 43 civili.
Le truppe israeliane avanzano verso il centro di Rafah, sia da parte sud che da est. I carri armati sono avanzati sull’arteria Salahuddin e hanno ingaggiato scontri armati con combattenti palestinesi. L’avanzata di terra è stata preceduta da un intenso bombardamento aereo e dell’artiglieria. Secondo l’UNRWA, 450 mila palestinesi hanno già abbandonato Rafah sfollando verso nord.
L’occupazione del valico di Rafah da parte delle truppe israeliane ha chiuso la strada a tutti gli aiuti. Netanyahu e il suo ministro Katz in una conferenza stampa hanno scaricato la responsabilità sull’Egitto. I leader egiziani respingono totalmente e ribattono: “Il governo israeliano ha fatto di testa sua e non ha ascoltato le voci della ragione; si deve assumere tutte le responsabilità delle gravi azioni compiute. Chi ha rotto gli equilibri, provveda a far fronte alla situazione”. Per il Cairo, Israele è la forza occupante e deve risolvere i problemi che ha creato. E prima di tutto impedire una possibile carestia. L’Egitto teme la fuga di centinaia di migliaia di profughi palestinesi in Sinai.
Gli Stati Uniti sono il finanziatore principale di questa aggressione. La Casa Bianca ha consegnato al Senato ed alla Camera le informazioni su una risma di aiuti militari per Israele del valore di un miliardo di dollari, proprio in armi funzionali all’avanzata di terra a Rafah: carri armati, veicoli trasporto truppa, munizioni per artiglieria. Tutto il chiasso innalzato in seguito al blocco di armamenti ad Israele, del valore di 15 milioni di dollari, si rivela come una propaganda vile di Washington, per prendere in giro i paesi arabi servili alla sua politica di dominio in Medio Oriente.
Corte di Giustizia Internazionale
La Corte di Giustizia dell’Aja ha comunicato che è stata convocata una seduta plenaria della Corte, da tenersi nelle giornate di domani giovedì 16 e dopodomani venerdì 17 maggio, per ascoltare i rappresentanti di Pretoria e Tel Aviv e in seguito deliberare su provvedimenti supplementari d’emergenza, nel quadro della causa intentata dal Sud Africa nei confronti di Israele per genocidio.
Egitto e Turchia, due paesi che intrattengono relazioni diplomatiche con Israele, hanno aderito alla causa intentata dal Sud Africa contro Tel Aviv, per l’accusa di genocidio a Gaza.
Antisemitismo contro i palestinesi
Secondo un comunicato della Commissione Int. dei giuristi (ICJP), dopo settimane di difficoltà, il Professore @GhassanAbuSitt1 ha ottenuto una grande vittoria poiché l’avvocato Alexander Gorski, gli avvocati dell’ICJP e del Centro di supporto legale europeo @ELSClegal sono riusciti a contestare il divieto di viaggio in tutta la Germania e nell’area Schengen, emesso dal governo di Berlino per il chirurgo di guerra britannico di origine palestinese.
Dopo essere tornato dal lavoro negli ospedali di Gaza e come testimone di crimini di guerra, il professor Ghassan ha dovuto affrontare l’ostilità della stampa scorta mediatica del genocidio di Netanyahu e alla fine il divieto di viaggio da parte delle autorità tedesche. È stato privato della libertà di espressione e di viaggio quando gli è stato rifiutato l’ingresso in Francia, Paesi Bassi e Germania, mentre cercava di diffondere le informazioni e le testimonianze dirette sui crimini di guerra di cui era stato testimone.
Ora, con la revoca del divieto, Ghassan dovrebbe poter nuovamente viaggiare liberamente nell’area Schengen. Il nuovo antisemitismo contro i palestinesi è stato sconfitto su un caso emblematico, che riguarda anche i diritti democratici alla libertà di espressione e di viaggiare.