Sulle elezioni europee la redazione nazionale di Pressenza ha espresso la propria opinione https://www.pressenza.com/it/2024/05/pressenza-e-le-elezioni-europee/e ha tra l’altro scritto: “… per tutto il periodo elettorale Pressenza darà spazio a tutti coloro che vorranno fare domande, lanciare campagne verso i futuri eletti al Parlamento Europeo ma non darà spazio né intervisterà alcun candidato, né pubblicherà comunicati stampa che abbiano un chiaro intento propagandistico”.
In accordo con tale orientamento il Portico della Pace di Bologna ha deciso , in occasione della Festa della Repubblica di interpellare pubblicamente i candidati al Parlamento europeo con una serie di domande che in questa settimana verranno pubblicate su quotidiani locali, in modo da avere la massima diffusione possibile.
Il titolo dell’iniziativa è “Europa alla guerra o alla pace ?”
Il 2 Giugno, dal 1947, è la Festa della Repubblica italiana.
L’art.11 della Costituzione Italiana stabilisce che “L’Italia ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali” .
Il Portico della pace di Bologna, un network di molte associazioni locali nonviolente o impegnate nella ricerca della pace, insieme ad altre associazioni e gruppi, in occasione del 2 Giugno Festa della Repubblica promuove una iniziativa pubblica “Europa alla guerra o alla pace?” per sensibilizzare i candidati della circoscrizione nord-est Italia sui temi della pace, del disarmo e della risoluzione nonviolenta dei conflitti.
Nei prossimi giorni per questo verranno pubblicate su alcuni quotidiani bolognesi una serie di pubbliche domande ai candidati su questi temi.
Vi alleghiamo qui la locandina con le domande.
Se i candidati risponderanno, ne verrà data notizia in un flash mob – che si terrà lunedì 3 giugno alle ore 18 in piazza Nettuno. Interverrà anche ‘l’ambasciatore di pace’ Alessandro Bergonzoni.
Vi alleghiamo il testo più ampio da cui sono state tratte le domande ai candidati al Parlamento europeo, che verranno pubblicate dai quotidiani.
“Siamo esponenti di varie associazioni bolognesi impegnate sul tema della pace e vorremmo sapere i vostri programmi sul tema dell’esercito e della spesa militare italiana ed europea.
Come segnalato a livello nazionale dal Movimento Nonviolento e dalla Rete italiana Pace e Disarmo, sappiamo che attualmente l’esercito italiano è formato solo da volontari professionisti, la leva obbligatoria per i giovani di sesso maschile è solo sospesa e potrebbe essere reintrodotta dal Governo con una semplice circolare.
Recentemente alcuni esponenti del Governo hanno espresso la propria volontà di reintrodurre la leva obbligatoria ‘come momento educativo’.
La Costituzione dice che “la difesa della Patria è sacro dovere del cittadino”, ma tale dovere può essere svolto in modo nonviolento, come previsto dalla legge del 1972 che prevede la possibilità di svolgere , invece che il servizio militare armato, un servizio civile alternativo di utilità sociale.
In Italia più di 800.000 giovani dal 1976 ad oggi hanno scelto il servizio civile sostitutivo. A livello europeo , per ora solo simbolico, si sta progettando un ‘esercito europeo’ ed un servizio civile europeo.
Nell’attuale clima di ‘guerra mondiale a pezzi’ , come dice papa Francesco, le spese militari mondiale ed italiane sono cresciute moltissimo, come pure i conflitti armati, come l’invasione russa dell’Ucraina e il conflitto armato fra Israele e Palestina. Lei cosa ne pensa ?
Noi non siamo disponibili al ritorno della leva obbligatoria e se ciò avvenisse, eserciteremo come previsto dalla legge il diritto di obiezione di coscienza al servizio militare, optando per il servizio civile.
Lei cosa ne pensa dell’attuale boom delle spese militari e dei profitti delle imprese produttrici di armi ?
Negli anni ’80 l’Unione europea, in una fase di miglioramento dei rapporti internazionali, aveva realizzato e finanziato un progetto europeo (Konver) per aiutare le imprese belliche a riconvertirsi alle produzioni civili, ed erano stati ottenuti dei risultati significativi, anche in Italia.
Lei cosa ne pensa ?
Noi siamo solidali con gli obiettori di coscienza, renitenti alla leva, disertori, russi, bielorussi, ucraini, israeliani e palestinesi, e riteniamo che debbano essere ospitati in Italia come dice la Costituzione italiana all’articolo 10 e in Europa la Carta dei diritti fondamentali che all’art.10 comma 2 enuncia il diritto all’obiezione di coscienza.
Lei cosa ne pensa ?