Il 22 maggio a Roma è convocata la coalizione ambientalista “Articolo 9” (*) e delle Comunità interessate, contro l’eolico e il fotovoltaico a terra.

«l’affaire eolico: una gallina dalle uova d’oro che, grazie agli incentivi più alti d’Europa, ha fatto gola alla malavita organizzata». (Carlo Ripa di Meana

Si svolgeranno gli Stati Generali di quindici Associazioni ambientaliste insieme a Sindaci e Rappresentanti delle Comunità interessate dalla installazione di torri eoliche e pannelli fotovoltaici su terreni agricoli per una potenza di circa 44,500MW.

Un incontro per difendere il paesaggio e la biodiversità, e per manifesteranno tutto il loro dissenso verso una transizione energetica che occupa gli spazi naturali e agricoli, la quale non aiuta la decarbonizzazione, pesa sulle bollette e sulle tasse dei cittadini e va ad esclusivo beneficio del business internazionale delle fonti elettriche intermittenti.

Potrà essere tollerabile per i territori italiani interessati che hanno caratteristiche esclusive, una simile devastazione? Non servirà! 

Le emissioni italiane di CO2 rappresentano appena lo 0,8% dell’impatto globale che è causa dei cambiamenti climatici. Le fonti rinnovabili elettriche intermittenti, pur avendo ricevuto un sostegno senza precedenti nella storia – dalle bollette degli italiani, dai governi e dalle istituzioni sovranazionali – in oltre 20 anni, non hanno corrisposto all’aspettativa di sostituire i combustibili fossili e sono rimaste confinate a percentuali risibili rispetto ai consumi finali di energia, meno del 4% secondo gli ultimi dati ufficiali. 

Il testo integrale sui numeri di riferimento si possono trovare nell’allegato tecnico del manifesto degli Stati Generali realizzato dall’Ufficio Studi dell’Associazione Amici della Terra.

Nella richiesta di essere ascoltati dalle Istituzioni Italiane e europee si chiede:

  •  Che siano autorizzati senza indugio i progetti di fotovoltaico sulle superfici edificate, sulle aree degradate o di bonifica, al di fuori dei centri storici, così come più volte ipotizzato da ISPRA per raggiungere gli obiettivi europei intermedi al 2030 e come stabilito dalla legge.
  • -Che sia cancellata ogni forma di incentivo a tutte le tecnologie “mature” di produzione di energia da fonti rinnovabili. Appare indispensabile che, in regime di neutralità tecnologica, ogni impresa energetica faccia i conti con i propri investimenti e che sia bandita ogni forma di speculazione a spese delle comunità e dei territori “marginali”.
  •  Che gli impianti energetici da fonti rinnovabili possano essere insediati solo ed esclusivamente nelle previste, ma non ancora individuate Aree Idonee definite dalle Regioni, in base ai criteri stabiliti dal Governo. Tali criteri non potranno in ogni caso condurre a un incremento del consumo di suolo. Che nessun insediamento possa avvenire in assenza o in attesa di tali adempimenti.
  •  Che le richieste di autorizzazione in aree diverse da quelle idonee siano dichiarate irricevibili.
  •  Che le aree più compromesse in questi anni possano essere oggetto di piani di dismissione degli impianti già realizzati in aree sensibili o progetti di delocalizzazione.
  •  Che siano abrogate le norme che consentono gli espropri in capo a progetti eolici, fotovoltaici e relative opere accessorie.

Perché le centrali eoliche sono inquinanti?

Alcuni esempi semplificativi:

  • si tratta a tutti gli effetti di impianti industriali di notevoli dimensioni: 100-150 m di altezza (con rotori ampi 70-90 m, l’altezza di una casa di 10 piani)) e collocati in posizioni ovviamente dominanti;
  • nel caso l’impianto sia più di uno, richiede grandi spazi perché non devono togliersi il vento a vicenda: per una centrale da 7-10 megawatt (sufficiente per 3 mila abitazioni) occorre circa un chilometro quadrato;
  • la loro realizzazione comporta la creazione di piste e nuove strade, elettrodotti, cantieri, trasporti pesanti, cabine e stazioni elettriche, con colate di cemento per l’ancoraggio al suolo e plinti di cemento ancorati a 20 m di profondità con gravi danni all’equilibrio idrogeologico;
  • oltre all’impatto paesaggistico notevole è anche l’impatto acustico;
  • un aerogeneratore medio (300 kilowatt) a distanza di 200 metri fa un rumore di 45 decibel (per confronto: lo stormire delle foglie nel bosco è di 20 decibel e il rumore del traffico cittadino di circa 70 decibel);
  • il rumore cresce se l’impianto è più di uno e se aumenta il vento;
  • la rotazione delle pale metalliche può creare interferenze elettromagnetiche, che disturbano le trasmissioni radiotelevisive;
  • gli aerogeneratori determinano grandi impatti diretti e indiretti sull’avifauna, sugli habitat ed in generale su tutto l’ecosistema coinvolto. Gli impatti diretti sono dovuti alla collisione degli animali con parti dell’impianto in particolare il rotore e riguarda principalmente, chirotteri, rapaci e migratori. Quelli indiretti sono relativi all’aumentato disturbo antropico con conseguente allontanamento e/o scomparsa degli individui, modificazione di habitat (aree di riproduzione e di alimentazione), alla frammentazione degli areali.

Non è da tralasciate quanto riportato dal quotidiano “Basilicata24.it” a gennaio di quest’anno: 

«Totò Riina, intercettato in carcere: “Questo signor Messina è fissato con questi pali della luce”. Si trattava di pale eoliche. Matteo Messina Denaro aveva intuito da tempo che l’eolico costituisse un gran bell’affare. Non a caso, secondo alcuni pentiti, sarebbe stato Vito Nicastri, “re dell’eolico”, a finanziare la latitanza del capo mafia»

Per finire Carlo Alberto Pinelli (ambientalista storico past-president di Mountain Wilderness International e Italia, alpinista e regista documentarista) commentando le posizioni di alcune altre Associazioni perdendo la pazienza “sbotta”: 

“[…] Può essere comprensibile che tra le associazioni ambientalistiche ci siano posizioni, anche radicalmente divergenti, relativamente all’efficacia delle energie rinnovabili per la mitigazione del riscaldamento globale del pianeta e sull’importanza culturale dei paesaggi nazionali. Quello che ormai non è più tollerabile è che alcune di queste associazioni si arroghino il diritto di spacciare le loro discutibili posizioni come se fossero la voce dell’intero arcipelago ambientalista […] È bene chiarire che le affermazioni di Legambiente, WWF e compari, non sono condivise da altre storiche associazioni […] Oggi la salvezza dei paesaggi italiani dipende dalla crescente opposizione di tante realtà territoriali che l’invasiva propaganda a tappeto degli speculatori delle FER non è riuscita a piegare.

Per partecipare è possibile registrarsi al seguente link https://forms.gle/D1ogRc7kre2RzV6f8 prendendo visione degli obiettivi elaborati in un Manifesto programmatico.

 

(*) La “#coalizione articolo 9” (cfr. Costituzione italiana art.9), nata agli inizi di giugno 2021, ha come come rifermento l’articolo della Costituzione. 

E’ formata da quindici associazioni ambientaliste per la salvaguardia del paesaggio e della biodiversità: Altra Italia Ambiente, Altura. Amici della Terra, Associazione Ranuccio Bianchi Bandinelli, AssoTuscania, CNP, Comitato per la Bellezza, ENPA, Forum Salviamo il Paesaggio, GrIG, Italia Nostra, LIPU, LIPU Puglia e Basilicata, Mountain Wilderness Italia, Movimento Azzurro, Movimento nazionale Stop al Consumo di Territorio, Pro Natura, Rete della Resistenza sui Crinali.

(*) https://www.italianostra.org/news/adesione-alla-manifestazione-di-roma-per-lart-9-della-costituzione-promossa-da-15-associazioni-nazionali/