Questa mattina tre colleghi fotoreporter e cineoperatori sono stati fermati a Roma dalla polizia durante controlli preventivi per impedire un blitz degli attivisti di Ultima Generazione, peraltro non scongiurato. Malgrado i tre colleghi si fossero qualificati e avessero mostrato i loro tesserini di riconoscimento, sono stati comunque portati al commissariato di Castro Pretorio, chiusi in una stanza e perquisiti. Rilasciati oltre un’ora dopo, non hanno potuto svolgere il loro lavoro per il Corriere della Sera e il Fatto Quotidiano.
Controcorrente Lazio nell’esprimere tutta la propria solidarietà prima ai colleghi poi alle testate di rappresentanza, chiede al Ministro dell’Interno fino a quale punto intenda spingere il proprio approccio verso la stampa, o tollerare quello delle strutture a lui sottoposte, impedendo ai cittadini di essere correttamente informati di quanto avviene. In altri tempi e in altri mondi, le notizie venivano celate e la stampa tacitata per dare false sensazioni di società felici prive di contraddizioni. E non è mai andata a finire bene.
E’ forse questo che il ministro auspica per il nostro Paese?
Fonte: CS di Controcorrente