E’ stato presentato a Cannes “The apprentice” il film di Alì Abbasi, regista iraniano naturalizzato danese, classe 1981,  che racconta il  Donald Trump giovane e la formazione che ha fatto di lui l’uomo attuale. La proiezione è avvenuta nello stesso momento in cui Trump è sotto processo per lo scandalo Stormy Daniel. In sala potrebbe uscire a pochi mesi dalle elezioni presidenziali statunitensi. Steven Cheung , direttore della campagna di comunicazione di Trump, ha dichiarato che verrà intentata causa ad Alì Abbasi. Alla prima di Cannes il regista aveva detto che non esiste un modo metaforico per affrontare l’onda crescente del fascismo, aggiungendo che le persone sono rimaste in silenzio per troppo tempo ed è ora di rendere i film rilevanti e di nuovo politici.

“The apprentice”  ci presenta un ragazzo di poco più di venticinque anni, che va a riscuotere gli affitti di famiglia a casa di  poveracci e ama infilarsi nei club esclusivi di New York per conoscere gli uomini più in vista,  cercando di capire come arrivare in alto.  In uno di questi club incontra Roy Cohn, avvocato tristemente famoso per essere stato accanito fautore del maccartismo. Donald gli si mette alle costole e gli chiede aiuto negli affari, a qualsiasi prezzo.

Cohn vede in lui un giovane da cui guadagnare e gli detta le regole: per farcela bisogna attaccare, attaccare attaccare, negare sempre,  non ammettere mai una sconfitta. Il loro linguaggio è impudico: nella vita, dicono, “o si è killer o si viene eliminati”. In Trump Roy Cohn riconosce la stoffa del killer. Il padre di Trump, fondatore dell’impero immobiliare, è severissimo con i figli.  Considera una nullità Freddy, fratello maggiore di Donald, che morirà giovane per alcolismo.  Da parte sua Trump, troppo impegnato nella scalata sociale, non aveva tempo per aiutarlo. Presto assistiamo al deterioramento del matrimonio di Donald con Ivana (interpretata da Maria Bakalova), con cui va in scena anche lo stupro.  Poi per vanità l’ex presidente si fa tagliare una fetta di pancia e ricostruire il cuoio capelluto dal chirurgo estetico. Megalomane, spregiudicato, la sua idea fissa è la costruzione della Trump Tower. Il Trump Village del padre gli pare poca cosa. Accettando di pagare il pizzo alla mafia Trump riuscirà a erigerla, anche a costo di immani debiti. Le regole di Roy Cohn restano il suo credo, ma pian piano prenderà le distanze dall’amico perché Roy si ammala di AIDS. La morte di Cohn e l’atteggiamento di Trump fanno luce sui lati più bui dell’ex presidente; Roy Cohn si ritrova al capezzale il cinico risultato del suo addestramento.

The Apprentice è stato un reality show che Trump guidò dal 2004 al 2015, nel quale l’ex presidente selezionava futuri manager: da qui il titolo del film.  L’opera di Alì Abbasi si avvale di due grandi attori: il molto credibile Sebastian Stan nei panni di Donald Trump e il formidabile Jeremy Strong in quello di Roy Cohn. La critica ha trovato questo film piatto, rispetto ad altre opere del bravissimo Alì Abbasi e qualcuno ha scritto che non aggiunge nulla a quello che si conosce di Trump. Credo invece che un biopic chiaro, godibile, condito di ironia, possa essere capito bene dal grande pubblico, che spesso su Donald Trump sa ben poco.  Se questo film lo aiuta a farsi un’idea più precisa dell’uomo che vorrebbe candidarsi alla Presidenza degli Stati Uniti, ha assolto un compito davvero importante.

Un film di Ali Abbasi con Sebastian Stan, Jeremy Strong, Maria Bakalova, Martin Donovan, Emily Mitchell.
Genere: Biografico
Durata: 120 minuti.
Produzione USA, Danimarca, Irlanda, Canada 2024