A Cannes Francis Ford Coppola con il suo film “Megalopolis” è stato uno dei più attesi, e non poteva che essere così: è considerato tra i migliori registi della storia del cinema, insignito di molti premi, famosissimo per Apolcalipse now. Coppola ha spiegato ai giornalisti, quando gli hanno chiesto perché il suo sogno fosse raccontare un’epopea romana ambientata in America,  che gli USA sono nati dal modello della repubblica romana. Da essa hanno mutuato l’idea di una società egualitaria e gli edifici immensi. Il parallelismo tra gli Stati Uniti di oggi e l’antica Roma è visibile ovunque e il ruolo dell’artista è centrale perché pone l’accento su questi aspetti. 

Un progetto  quello di Megalopolis su cui Francis Ford Coppola riflette dagli anni ’80, sul quale nessun produttore aveva voluto scommettere e, alla fine, il regista ha deciso di produrselo da solo, dirigerlo da solo, scriverselo da solo. Un lascito, concepito a 85 anni, che dimostra speranza ed energia, per le quali ha anche investito una larga parte dei guadagni di una vita, con rischio di perderli. Una favola utopica, basata su dei valori che hanno un contenuto etico-politico. Eppure in sala alla proiezione per la stampa ci sono stati battimani ma anche fischi e la critica si è divisa. As esempio:  Variety lo ha definito “epopea sconsideratamente ambiziosa”; il Guardian film ipertrofico e noioso; più benevolo il nostro Paolo Mereghetti sul Corriere della sera per il quale ha dimostrato “quanto il regista creda ancora nel potere del cinema”. L’accoglienza dei distributori inoltre è stata fredda.

Difficile raccontare la complessità di “Megalopolis”: la storia, che dura tre ore, è un insieme di generi e ha svolte imprevedibili. Cercherò di di sintetizzare il suo filo conduttore:  in una città chiamata New Rome (intendere New York), che ha subito un disastro devastante, un architetto di altissimo livello di nome Cesar Catalina (Adam Driver) sogna di  ricostruire la metropoli con il Megalon , un materiale da lui inventato. Rifarla con criteri futuribili di qualità della vita , progettandola nel rispetto di bisogni e diritti umani. A contrastare la sua utopia  è Franklin Cicero (Giancarlo Esposito), sindaco della città che lotta per lo status quo. Ma la figlia del sindaco –  Julia (Nathalie Emmanuel) – si innamora di Cesar Catalina, si oppone al padre e passa dalla sua parte. In questa lotta di potere si inseriscono problemi familiari, come spesso accade. Mentre Cicerone e Catalina si combattono, altre forze cospirano per accaparrarsi il podio più alto. C’è il cugino di Catalina, Clodio (Shia LaBeouf), nipote di Crasso (Jon Voight), un banchiere di immensa ricchezza. A complicare  le cose anche l’improbabile Wow Platinum (Aubrey Plaza), che conduce un programma televisivo di informazione finanziaria e, avendo una relazione con Cesar Catalina, vede arrivare la rivale figlia del sindaco come fumo negli occhi…

Finiremo noi contemporanei come gli antichi romani: vittime di insaziabili imperatori?  Una domanda che Coppola insinua per tutto il film. Afferma poi che un potere finisce quando la folla non ci crede più. Ma mostra intanto quando adescanti siano le lusinghe, i giochi, i trucchi, per conquistare l’appoggio popolare. Quanto il detto “Make America Great again” faccia presa, malgrado migliaia di persone protestino per la perdita della casa.

Megalopolis (2024). Un film di Francis Ford Coppola con Giancarlo Esposito, Aubrey Plaza, Nathalie Emmanuel, Shia LaBeouf, Adam Driver. Genere Drammatico durata 138 minuti. Produzione USA 2024.